Le città della ruggine

Il Foglio di domenica 11 febbraio, pubblica un lungo articolo di Stefano Cingolani, con un titolo che spinge alla riflessione e al senso critico: “Da Mirafiori a Bagnoli, a Termini: ecco le città della ruggine. Si aggiungerà pure l’Ilva”. Ripercorre la storia industriale di queste grandi fabbriche, che sono stati punti di forza della nostra manifattura, tutt’ora seconda in Europa. Una ricostruzione di eventi preziosa (vedi allegato) suddivisa in quattro capitoli: i fantasmi di Mirafiori, le catene della Sicilia, alle porte dell’Averno, i forni dell’Ilva, nei quali Cingolani sottolinea questi punti:

  • A Roma promettono che l’acciaieria tarantina non farà la stessa fine, ma il copione è lo stesso di altre grande dismissioni, di salvataggi costosi e impossibili. Indagine di archeologia industriale.
  • A Taranto arrivano di nuovo i commissari, non mancavano che loro per ispezionare ciò che resta del più grande centro siderurgico d’Europa
  • Tutti a coltivare le cozze pelose come proponeva il Movimento cinque stelle? “E’ l’oro di Taranto”, arriva a scrivere Repubblica.
  • La fabbrica di Termini Imerese giace solo addormentata, secondo l’instancabile ottimismo di chi ancora oggi vorrebbe svegliarla
  • Nel 2011 Marchionne chiudeva la fu Sicilfiat, oggi si fanno “piani strategici a lungo termine” per Mirafiori. Sempre puntualmente superati dai fatti.
  • La gigantesca macina degli spiriti chiamata Mirafiori: al suo interno si snodano 20 chilometri di linee ferroviarie e 11 di strade sotterranee
  • Si può chiamare Fca o Stellantis, ma per tutti è sempre Fiat, superstato nello stato per la sinistra, nazione  straniera in quella italiana per la destra meloniana
  • Con il 2024 siamo entrati nel diciassettesimo anno consecutivo di utilizzo degli ammortizzatori sociali in Carrozzeria Mirafiori

Sul decadimento dell’Ilva potete attivare questo link https://sindacalmente.org/content/svoltare-dal-declino-industriale/

Sul forte ridimensionamento di Stellantis in Italia e sul fosco futuro di Mirafiori e Pomigliano abbiamo selezionato alcuni articoli e link antecedenti al 15 febbraio, giorno delle dichiarazioni di Carlos Tavares che annuncia utili record pe rStellantis (18,6 miliardi di euro), un premio medio di 2.212 € ai dipendenti italiani, il traguardo di 1 milione di auto prodotte in Italia al 2030. In allegato l’articolo di Teodoro Chiarelli, Stampa.

La Fim-Nazionale ha commentato positivamente le dichiarazioni di Tavares anche se il milione di vetture è previsto tra sette anni! Si richiedono più dettagli, non si fa cenno ad un secondo produttore di auto per dar vita alla concorrenza in una realtà monopolista come quella attuale. Fim-Cisl, come in passato, diffonde ottimismo ma la realtà in atto certifica un declino al di là dell’assicurazione di “salvaguardare gli stabilimenti”. In allegato il testo del comunicato stampa.

Filomena Greco e Vera Viola in “ Mirafiori perde il suv Maserati. Operai in sciopero”annotano  <<  Dal 31 marzo stop alla produzione, protesta dei lavoratori Cgil: «Dal 2027 non avremo più modelli». Una situazione che peggiora con il passare dei giorni, con gli addetti che decidono di scioperare ritardando di qualche ora l’avvio del turno alle Carrozzerie di Mirafiori. L’ultima comunicazione di Stellantis, ieri mattina, è stata relativa al blocco della produzione del Maserati Levante, a pochi giorni dalla notifica delle sette settimane di cassa integrazione di fila per i lavoratori della linea di assemblaggio della Fiat 500 elettrica…>> per proseguire aprire allegato

Marco Grimaldi, deputato di Alleanza Verdi Sinistra, ricorda che  << Durante il Governo Meloni la Panda elettrica è volata in Serbia, la 600 elettrica in Polonia, la Topolino in Marocco e solo la 500 elettrica, per ora, è sopravvissuta a singhiozzo a Torino. I patrioti del Dio mercato, del “lasciare fare” dov’erano? …  Una società che, mentre fa le valigie dall’Italia, realizza 16,8 miliardi di euro di profitti globali (nel 2022, il 26% in più dell’anno precedente). Con utili distribuiti agli azionisti per 4,2 miliardi (e neanche un euro di tasse sugli stessi versato in Italia). Che prevede di raddoppiare i ricavi netti entro il 2030. Una società che ha chiesto alle industrie dell’indotto una riduzione dei costi del 40% (che significa proprio delocalizzazione)….>> proseguire con questo link https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/01/25/stellantis-meloni-scopre-lacqua-calda-dovera-il-governo-finora/7421853/

Gad Lerner in “Mirafiori e Ilva distrutte, politici sotto padrone”  FQ 12-2-24 così inizia  <<Ricorderemo questo inizio d’anno 2024 per il simultaneo smantellamento di due grandi impianti produttivi, due cattedrali dell’industria, che hanno fatto la storia del dopoguerra: la fabbrica di Mirafiori a Torino e l’impianto siderurgico di Taranto. Un tracollo pianificato di cui sono artefici due multinazionali, Stellantis e Arcelormittal, a cui lo Stato italiano ha lasciato briglia sciolta. Sono passati esattamente dieci anni dacché Fiat Chrysler spostò la sede legale in Olanda e la sede fiscale nel Regno Unito. “Nulla di irregolare”, si limitò a commentare Fabrizio Saccomanni, ministro dell’economia del governo Letta che, poche settimane dopo, fu rimpiazzato da Matteo Renzi, quello del celebre: “Tra Landini e Marchionne, io sto con Marchionne senza se e senza ma”..>> per proseguire vai all’allegato.

Marco Bentivogli  in “Troppi silenzi su Stellantis, servono nuovi investimenti” sul QN del 5-2-24 inizia  così << produciamo la metà dei veicoli della Slovacchia Bentivogli, storico leader delle tute blu Cisl: produciamo la metà dei veicoli della Slovacchia..Un ingresso dello Stato? Il governo preferisce liberare dalle responsabilità le multinazionali..>> per proseguire vai all’allegato.

Claudio Chiarle in “Su Stellantis il populismo non serve” 7-2-24  << La dichiarazione di guerra è stata consegnata dal Federale Barbagli/Urso a nome del Mimit a Tavares peccato che il rischio sia di perdere anche quello che abbiamo, altroché secondo produttore! …Intano sarebbe curioso sapere se nel Piano Mattei della presidente del Consiglio sono anche contemplati sostegni all’insediamento di aziende italiane dell’indotto Stellantis nei Paesi dell’Africa Mediterranea laddove la stessa si è già insediata…>>  proseguire attivare con questo link  https://lospiffero.com/ls_article.php?id=76249

Sul sito di Teleborsa, del 8 febbraio, il segretario della Fiom Torinese Edi Lazzi commentando il secondo giorno di sciopero a Mirafiori aggiunge << .. Le soluzioni possono essere trovate partendo dalle proposte su Mirafiori di Fim, Fiom e Uilm di Torino. Proposte concrete per la città, per l’industria manifatturiera, per l’economia in generale. Proposte che a mio avviso dovrebbero essere ascoltate nel merito e nel metodo, con la costituzione di un think tank cittadino formato dal presidente della Regione, dal sindaco di Torino, dalle organizzazioni dei lavoratori e da quelle delle imprese, dalla curia, dal Politecnico e l’università di Torino, dalle imprese a partecipazione pubblica di energia elettrica, con il compito preciso di pianificare un progetto di investimenti pubblici e privati, da effettuare nel territorio tesi ad accompagnare in positivo la transizione all’elettrico che se sfruttata adeguatamente e’ in grado di generare nuova e buona occupazione..>> per il testo completo attivare questo link https://www.borsaitaliana.it/borsa/notizie/teleborsa/economia/stellantis-nuovo-sciopero-dei-lavoratori-mirafiori-113_2024-02-08_TLB.html

Altri commenti con questi link

https://nuovi-lavori.it/index.php/la-crisi-dellauto-ha-radici-internazionali-elkann-non-puo-tradire-litalia/

https://www.laportadivetro.com/post/inutili-polemiche-sotto-la-volta-stellantis

https://www.laportadivetro.com/post/e-se-stellantis-non-stesse-pi%C3%B9-a-guardare-andandosene-dall-italia

Leggendo gli allegati si può prendere atto dell’esistenza dell’ampio ventaglio di punti di vista, di analisi diverse, di polemiche esplicate o meno, proposte più o meno definite. Sorprende, in particolare per il sindacalisti, la mancata analisi sul declino del polo del lusso a Mirafiori-Grugliasco, punta di diamante della strategia da Sergio Marchionne in poi. Dovrebbero essere in primo luogo proprio i sindacalisti del “cartello della partecipazione”, quelli del Sì al referendum 2010 sollecitato da Marchionne, a ricercare le cause di questo insuccesso industriale e di mercato. Le regole di mercato? Sergio Marchionne ricordava agli studenti della Luiss, nel 2016, che il mercato è privo di etica, è mosso dall’avidità”. Gli interessi mossi da avidità si possono frenare, contrastare solo con con le parole, “inchiodati” al tavolo del confronto?

Sorprende che dopo 17 anni di utilizzo degli ammortizzatori sociali, montagne himalayane di ore di casse integrazioni che hanno accompagnato la metamorfosi degli stabilimenti Fiat, il sindacato non abbia avviato una riflessione critica sul fatto che queste ore non siano state utilizzate in grande quantità per riqualificare i lavoratori e/o per lavori socialmente utili, ma meramente come scivolo verso il prepensionamento senza compensare con assunzioni di significative quote di giovani. A Torino in quel periodo sono falliti due grandi centri della formazione professionale: uno pubblico lo CSEA; l’altro sindacale della Cisl, lo Ial. Torino e provincia hanno fatto registrare primati nazionali come quantità di cassaintegrati e di mano d’opera dequalificata.

Su questo sito, ritorneremo con altri articoli per riflettere sui tanti omissis sul declino della produzione dell’auto a Torino e in Italia, anche per riflettere sul fatto che la mobilità sostenibile è un grande tema che deve coinvolgere nelle scelte non solo i sindacati delle categorie che producono le auto ma l’insieme delle categorie, ovvero quella parte di popolo che utilizza la mobilità su quattro ruote. Sorprende che poco si parli dei grandi profitti e delle fortune finanziarie dei grandi azionisti di Stellantis. Fa scalpore che il sindacato nulla abbia da dire sui grandi guadagni dei top manager e dello stratosferico compenso al Ad Tavares.

Sorprende che i sindacati che pur sventolano le bandiere del riformismo abbiano dato scarsa attenzione alle valutazioni critiche espresse, prima verso FCA e poi Stellantis, da un accorto riformista, da un politico-studioso qual’é Romano Prodi. Segnaliamo due suoi articoli del 2019 e 2024 che potete leggere con questi link: https://www.romanoprodi.it/articoli/il-governo-difenda-gli-interessi-italiani-nellaccordo-fca-peugeot_16217.html e https://www.romanoprodi.it/strillo/stellantis-il-mercato-dellauto-e-le-mosse-per-ripartire_20771.html

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