L’agenda Tremonti
Nel prossimo governo ci sarà il ritorno di Giulio Tremonti? L’ex-ministro dei governi Berlusconi ha sempre manifestato idee diverse da Mario Draghi fin da quando dirigeva la Banca d’Italia e poi la BCE, e in questi tempi accentua le critiche per la sua gestione governativa, considerata “miope” per non aver visto a tempo la crisi energetica e l’inflazione. Stefano Cingolani in “L’ora dell’agenda Tremonti” dedica più pagine de Il Foglio, del 5 settembre, per ricostruire la figura e i pensiero di Giulio Tremonti, severo critico da sempre della globalizzazione per come è stata realizzata e della turbofinaza. Nel lungo e analitico articolo si ritrovano questi punti.
- Negli anni Ottanta è tra i Reviglio boys e mette a punto la sua politica fiscale. L’adesione al Patto Segni e poi a Forza Italia. L’amicizia con Bossi e la “finanza creativa”. Il conflitto con Fazio
- Dal Manifesto ad Atreju, le sue intuizioni lo hanno sempre condotto un po’qua e un po’là. Euroscettico, antimercatista, nemico della globalizzazione. E’ l’anti Draghi dalle nove vite. Come sarà la prossima al fianco di Giorgia Meloni? Ritratto di un quattro volte ministro dell’economia
- Dopo la “contro rivoluzione liberista” arriva la “restaurazione sovranista”. Tremonti ama le contraddizioni, nemico giurato della turbofinanza diventa ministro della “finanza creativa”.
- Secondo alcuni in realtà vuol fare la riserva della Repubblica, la sinistra ne è piena, la destra no. Ecco perché più che la carica conta oggi l’agenda Tremonti. Il dubbio è se si sposa davvero con l’agenda Meloni
- L’11 settembre 2011, cala come un’ombra oscura anche sull’economia italiana. Arriva una raffica di condoni e la vendita degli immobili pubblici facendo ricorso alle cartolarizzazioni, alchimia che trasforma un bene indiviso in un titolo cartaceo. Troppe misure una tantum, accusa la Bce
- Un periodo denso di libri con un filo conduttore comune: la critica implacabile alla globalizzazione, alla Cina, allo scambio ineguale sancito dall’organizzazione mondiale del commercio. L’ingresso di Pechino nell’Omc (Organizzazione mondiale del commerci) è per Tremonti il peccato capitale che porta al declino dell’occidente
- Per addomesticare il demone della speculazione Tremonti lancia una proposta che maturerà solo dieci anni dopo: l’introduzione sul mercato di titoli garantiti dall’unione europea, i cosiddetti eurobond, senza i quali sarà la catastrofe, profetizza mentre la crisi finanziaria si trasferisce ai debiti sovrani
- Sulla crisi del gas: “Ciò che sta accadendo è la combinazione fra l’azione demoniaca della Russia, la speculazione dei mercati e le convenienze dei paesi che sfruttano questo stato di cose. Va cambiato questo modo di procedere, ma non in modo unilaterale, bensì con un’azione forte dell’europa”
Stefano Cingolani così inizia < A Lorenzago di Cadore abbondano i Tremonti: sono stati sindaci, professionisti, mercanti, l’albergo principale si chiama Hotel Tremonti. E poi c’è lui, Giulio Carlo Danilo, erede della famiglia che possedeva boschi e vendeva il legname alla Serenissima affinché fosse la regina dei mari, intellettuale inquieto e politico multiforme, consapevole della propria intelligenza che spesso gli ha procurato tensioni anche con gli amici.
Già liberal-radicale irriverente, tributarista di successo, saggista brillante e instancabile, si potrebbe dire che durante la sua lunga carriera si è spostato sempre più, dal Manifesto ad Atreju it’s a long, long way; tuttavia è impossibile rappresentarlo in equilibrio su una linea retta. Le sue intuizioni lo hanno sempre condotto un po’ di qua e un po’ di là. ..> . Prosegue con questi capitoli:
1 – Il lib-lab
2 – Il referendario
3 – Il colbertista
4 – Cincinnato no global
5 – My name is Bond, Eurobond
6 – Monti non Tremonti
7 – L’amico americano
8 – L’anti Draghi
9 – Giulio e Giorgia