La sponda tunisina
Non è solo il mare calmo dell’estate la causa dei numerosi sbarchi di migranti, con mezzi di fortuna, che si riversa sulle coste italiane….
Crisi economica e politica, guerre e violenze sono le principali cause. La gran parte dei barchini e velieri partono dalla Tunisia. Domenico Quirico in “Il sogno tradito di Tunisi” inizia così il suo editoriale su La Stampa.
Dieci anni dopo la Tunisia è di nuovo, per i suoi ragazzi, un paese senza speranza. Sono ridiventati migranti, naufraghi, questuanti, disperati. In novantacinquemila dicono i dati. Il suo oggi non è differente dal suo ieri, la delusione per la democrazia soffocata da un fiorente malcostume, da una soda miseria striscia, affiora proterva, infine straripa. C’è chi rimpiange il dittatore e maledice i tempi nuovi, chi applaude alle tentazioni torve e fanatiche che hanno spinto migliaia di bigotti guerrieri nel jihad. La neoplasia invade l’organismo. È grave perché la piccola Tunisia è stata esempio e speranza per una generazione araba che voleva spezzare l’età dell’inerzia. La democrazia va annaffiata con il buongoverno, lo sviluppo economico, altrimenti secca e muore.
I giovani tunisini hanno lottato, nulla è stato loro donato. Ma ne hanno dovuto pagare l’intero prezzo. Riviviamone a tratti la storia mentre il ministro degli Interni Lamorgese accorre a Tunisi percorsa da guerre masnadiere di politicanti: accorre per fermare i migranti. La nostra deprimente ossessione, che ci ha pervertiti, l’unico angolo storto da cui guardiamo questa così vicina parte del mondo. Nel 2011 e nel 2020. In mezzo c’è un fallimento, la liquidazione lenta e implacabile di una rivoluzione che da questa parte del mare abbiamo applaudito a parole e boicottato con le omissioni e i fatti. (…) per proseguire aprire l’allegato
SBARCHI – Da oltre un anno sul tavolo del governo è posto il problema della revisione dei decreti sicurezza. Costantemente rinviate le decisioni per responsabilità prevalente del M5S (Di Maio in testa), che aspira al rimpiazzo del ruolo svolto nel precedente governo giallo-verde da Matteo Salvini, seppure in versione meno drastica.
I migranti portano il covid-19? – articolo del 29 luglio 2020 su L’Internazionae – La ministra dell’interno Luciana Lamorgese – in un’intervista al Corriere della sera il 28 luglio – parlando degli ultimi arrivi di migranti a Lampedusa ha detto che si tratta di “flussi incontrollati che creano seri problemi legati alla sicurezza sanitaria nazionale” e ha mandato l’esercito in Sicilia, dopo che nelle ultime settimane si sono verificate due fughe di richiedenti asilo nei centri di accoglienza di Caltanissetta e di Porto Empedocle. Le fughe sono nella maggior parte dei casi motivate dal tentativo si sottrarsi ai rimpatri, ma dal punto di vista sanitario i migranti arrivati via mare sono stati tutti sottoposti a controlli che ne hanno escluso la positività al virus. (…) per più informazione e avere risposte all’interrogativo del titolo dell’articolocitato, aprire l’allegato.
A fine Luglio il ministro degli Interni, Luciana Lamorgese, ha annunciato l’intesa a livello di maggioranza per la modifica dei decreti sicurezza: stop alle mega multe per ong e sì all’iscrizione anagrafe per richiedenti asilo. Il testo sarà sottoposto all’attenzione delle autonomie locali, ma per l’approvazione in Consiglio dei ministri se ne riparlerà a settembre. Sarà poi allargata la possibilità di accedere alla protezione umanitaria e sarà rivisto il sistema di accoglienza Siproimi. Ci sono voluti cinque incontri, ma spirano ancora venti ostili alle modifiche.
Come per il MES la ferma presa di posizione e mobilitazione del sindacato, di Cgil-Cisl-Uil, sarebbe determinante per rompere empasse che da troppo tempo perdurano. Proprio il movimento sindacale, per la sua storia, può mettere in campo il significato dei confini. Il confine può essere preso a simbolo e a limite invalicabile, la frontiera da difendere da “invasori” oppure il luogo in cui la vicinanza del pluralismo prevale. Oggi in Europa, per le persone extracomunitarie, ma non solo, cresce quella particolare cultura sovranista prevale il confine come muro e frontiera, chi si trova al di là del confine non è più un vicino, ma uno da cui difenderci (vedi articoli allegati: Confini di Matteo Nucci, Espresso; L’urlo dai barconi di Alex Zanotelli; I migranti non si possono fermare di Giuliana Sgrena, Il Manifesto ).
Nasce la ong ResQ per il soccorso nel Mediterraneo, con Presidente onorario Gherardo Colombo, che fece parte del pool di Mani Pulite, che dice «Chi rischia di annegare va sempre salvato… che la Repubblica tutela la salute di tutte e tutti, senza distinzione di sorta». Una Costituzione disattesa? «Sì, per molti aspetti sì». Certo, il soccorso in mare è «una medicina per i sintomi, non per le cause della malattia. Per quella però tocca a chi governa. Noi abbiamo il fine di salvare chiunque: se andasse tutto bene non saremmo qui». (vedi allegato)
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