La questione salariale e fiscale
La newsletter n.367 di Nuovi-Lavori, del 3 dicembre, è dedicata al binomio della questione salariale e fiscale. Sono otto articoli. Raffaele Morese in “Un binomio che puo’ fare la differenza politica” descrive il quadro attuale con proposte per miglorare la questione salariale per un verso con la contrattazione, per l’altro con il fisco. Proposte che servono certamente e per le quali latita il sindacato confederale. Pensiamo però che la sola contrattazione non sia più sufficiente per recuperare il potere d’acquisto eroso dall’ infazione misurata sul carrello della spesa e altri balzelli sulle bollette dell’energia e servizi. Vi invitiamo a integrare la lettura con l’articolo…….., su questo sito. E poi …..COMPLETARE
Un binomio che puo’ fare la differenza politica – Raffaele Morese – Nuovi-lavori
<< La questione salariale in Italia è strettamente connessa alla questione fiscale. Ambedue sono irrisolvibili se le bocce restano ferme. La prima non riguarda le altissime qualifiche, dove vige una sostanziale autonomia del singolo lavoratore e dell’azienda a prescindere dalle indicazioni contrattuali di settore.

Non riguarda in modo significativo le medie ed alte qualifiche delle grandi e medie aziende italiane, nei settori dove si contrattano i rinnovi senza troppi mesi di ritardo dalla loro scadenza e dove più frequente è la contrattazione aziendale. Per esse, la tutela dall’inflazione è praticamente adeguata e spesso la supera. Diventa questione ostica e incancrenita per le basse qualifiche e per i lavoratori e le lavoratrici delle piccole e piccolissime aziende specialmente nei settori dove c’è un uso spropositato delle “enne” tipologie contrattuali in vigore e i rinnovi contrattuali slittano nel tempo sia per difficoltà oggettive e scarsa forza contrattuale del sindacato, sia per la sempre più forte incursione dei “contratti pirati”.
Di conseguenza, vanno trovate soluzioni che rimuovano le cause di fondo delle disuguaglianze salariali che nel tempo si stanno formando all’interno stesso del mondo del lavoro. Basti pensare che l’aumento contrattuale dei metalmeccanici – da tutti considerato congruo, data la situazione economica esistente, la durezza dello scontro e ai fini della tutela del salario reale – è in cifra assoluta quasi la metà di quello ottenuto dai bancari.
Le principali cause che deprimono i livelli salariali riguardano la bassa produttività, la più alta frammentazione strutturale delle imprese, la mancanza di politiche di investimenti che inducono a puntare sempre e solo sul contenimento del costo del lavoro. Se a queste si aggiunge la bassa sindacalizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici, il quadro depressivo è presto composto.
Basta questo elenco per comprendere che è del tutto illusorio che le dinamiche salariali in Italia si impennino nei tempi brevi. In quelli medi, si può sperare che le realtà corrispondano ai desideri soltanto se si definiscono in modo armonico soluzioni contrattuali e legislative tra loro coerenti. Innanzitutto, la certificazione della consistenza rappresentativa dei soggetti contraenti diventa un discrimine ormai necessario per mettere ordine, anche sotto il profilo giuridico, allo svolgimento delle normali attività contrattuali. (…) >> per proseguire aprire l’allegato o il link https://nuovi-lavori.it/index.php/il-riformismo-alla-prova-su-salario-e-fisco/

Quelli che seguono sono i titoli e link degli altri sette articoli della newsletter n 367. Delineano in gran parte quel pensiero riformista maturato con e dopo il protocollo Ciampi (1993 con il grande obiettivo realizzato di entrare nel primo gruppo che adottava la moneta unica) che assegnava per un verso un ruolo assoluto alla contrattazione, senza una protezione di un meccanismo automatico dall’inflazione, com’era insito nella teoria e proposta economia di Ezio Tarantelli. L’esperienza dei recenti anni certifica che la contrattazione, da sola, non può assolvere il compito di garantire la salvaguardia del potere d’acquisto.
Altro grande tema (vedi articolo di Pietro Reichlin) è quello sulla presunta “inutilità della patrimoniale” per un paese che registra l’81% di cittadini con proprietà di casa (o case) costruite o ristrutturate con forti contributi dello Stato: 19% degli Intressi passivi dei mutui deducibili dalla base imponibile e una % variabile (36,50..) dei bonus e superbonus (110, ore 65) per ristrutturazioni detraibili dall’Irpef. E’ stata messa insoffita persino persino la riforma del catasto (un’attesa ultradecennale!) rinunciando ad aggiornare i valori delle case e a fare emergere milioni di alloggi fantasma. L’ultimo premier che ha osato qualcosa di significativo in tal senso (garantendo una rilevante franchigia di esenzione per la prima casa) è stato Romano Prodi. Sono problemi che pesano, vere zavorre per decollare con programmi elettorali e di governo con contenuti visibilmente riformatori.
Questi i titoli
Un sistema fiscale che rispecchi equità orizzontale e verticale – Ruggero Paladini – Tra le caratteristiche di un sistema fiscale una delle principali dovrebbe essere il rispetto dell’equità orizzontale e verticale. L’articolo 53 della Costituzione consiste in due affermazioni; Leggi l’articolo
Il divario tra lordo e netto è da malditesta – Maurizio Benetti – I metalmeccanici dopo una lunghissima e difficile trattativa con Federmeccanica, iniziata nel maggio del 2024, hanno firmato unitariamente l’ipotesi di contratto nazionale 2025-2028 ora al vaglio dei lavoratori. Leggi l’articolo
Una nuova politica dei redditi per lo sviluppo – Luigi Marelli – I socialdemocratici svedesi dicevano “l’iniziativa privata fin dove è possibile, l’intervento dello Stato, solo se necessario”. Leggi l’articolo
L’Irpef dei ricchi e dei poveri – Luciano Capone* – Anche Draghi favoriva i redditi medio-alti, ma non c’erano state tutte queste polemiche. Giudicare la manovra Meloni pro-redditi alti senza considerare le politiche fiscali dei precedenti anni è riduttivo Leggi l’articolo
L’ inutile battaglia della patrimoniale – Pietro Reichlin* – La discussione sui costi e i benefici delle imposte patrimoniali è utilizzata come occasione di scontro ideologico piuttosto che essere impostata su basi razionali. Leggi l’articolo
L’eterno duello della flat tax in Italia – Roberto Petrini – Per molti anni, fin dal Contratto con gli italiani dell’8 maggio del 2001, la flat tax fu uno dei cavalli di battaglia di Silvio Berlusconi. Si può dire che la campagna per le due aliquote … Leggi l’articolo »
ll Benessere equo e sostenibile (Bes) 2024, secondo l’ISTAT. – ISTAT* – Negli ultimi 15 anni, l’Istat ha impegnato molte risorse nella misura del benessere, consentendo di monitorare i miglioramenti della qualità della vita delle persone ….Leggi l’articolo »
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