LA PAROLA CONTRARIA E IL SABOTAGGIO – M.Dellacqua e A.Serafino – il libro di E.De Luca –
Va respinto il rinvio a giudizio di Erri De Luca che aveva parlato di legittimo ricorso alle cesoie se utili per “il sabotaggio” del TAV in Val Susa? Il sabotaggio è un atto che soggettivamente – individualmente o collettivamente – si può ritenere "giusto", anche se illegale? Le sedi per discutere delle idee e della sollecitazione al sabotaggio proposta dallo scrittore napoletano sono la biblioteca, la piazza, il circolo, la parrocchia, l'associazione, il Consiglio comunale o il partito (per chi ce l'ha) anziché il Tribunale? Sono domande che scaturiscono dalla lettura del recente libro “La parola contraria” di Erri De Luca.
Il sabotaggio della produzione, dei trasporti, del pubblico servizio è tale quando ricorrono le fattispecie dell’art. 508 (Codice Penale Libro II). Lo sciopero, l'occupazione della strada, della scuola o della casa possono diventare occasioni per reati se si attuano atti di sabotaggio o di violenza alle persone.
La punizione va somministrata a chi viola le leggi con i comportamenti di cui è responsabile personalmente, non già colpendo il pensiero manifestato con la parola scritta o parlata. De Luca è stato accusato e rinviato a giudizio non per aver “fatto”, ma per aver “detto”. Per questa ragione una vasta area civile si è sollevata in sua difesa. Chi ha a cuore la conflittualità quotidiana della democrazia non ha esitato a aderire, anche con lo slogan “Sono Erri De Luca”.
Tutto lineare e coerente con la Costituzione alla quale ci si appella?
Queste le domande e la premesse dell'articolo di Mario Dellacqua e di Adriano Serafino che commentano "La parola contraria" di Erri De Luca.
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Allegato:
critica_della_parola_contraria_dellacqua-serafino.doc
Concordo pienamente con l’articolo scritto da Adriano Serafino a da Mario Dellacqua.
Importantissimo il passaggio in cui dice che De Luca non sembra rendersi conto di quanto certe parole costituiscano “tentazione” per giovani che poi possono passare disinvoltamente e con grande leggerezza a portare la molotof in auto senza rendersi conto di quanto tutto ciò danneggi la lotta “Notav”.
DeLuca ha una età che non dovrebbe fargli dimenticare i danni provocati al movimento operaio dai delegati sindacali che aderirono a “Prima Linea”. Carlo Daghino