La metafora del teatro
Manovra bilancio 2021: approvata una confusa legeg di bilancio, scelte non fatte. Come spiegare l’ apoteosi del corporativismo in salsa populista che scarica debiti alle nuove generazioni?
Savino Cassese in “Manovra: le scelte non fatte”, su Il Corsera, commenta severamente quanto e come è stato approvato. Un testo anche poco comprensibile: sono numerosi i periodi che contengono sei o più rinvii ad altre leggi. Chi l’ha redatto ha cercato di nascondersi dietro i peggiori arzigogoli normativi.
Così inizia. Il bilancio di previsione dello Stato italiano per il 2021, che il Senato è stato chiamato a ratificare in quattro giorni, è la sagra del corporativismo. 450 pagine (senza contare le tabelle), 20 articoli, il primo suddiviso in 1.150 commi, è solo formalmente un provvedimento unitario. Vi dominano il settorialismo e la non-pianificazione. L’Ufficio parlamentare di bilancio l’ha definito un coacervo di misure senza un disegno, un collage di interventi pubblici di favore. È il frutto di «euforia da deficit» (Carlo Cottarelli, Repubblica, 24 dicembre): infatti, per 24,6 miliardi è finanziato in deficit. Inoltre porta il disavanzo complessivo al 10,8 per cento e il debito al 158 per cento del Prodotto interno lordo. (…)
Cassese, dopo altre considerazioni (vedi testo allegato) così conclude. Il bilancio 2021 accolla alle generazioni future un debito aggiuntivo, acceso per finanziare in larga misura spese correnti, senza lasciare, a loro beneficio, almeno una dotazione di beni in conto capitale (scuole, ospedali, verde attrezzato, linee ferroviarie, uffici pubblici meno decrepiti). Tutte queste elargizioni si aggiungono ai numerosi «Decreti ristori» e alle ulteriori spese del «Milleproroghe» e graveranno su anni dopo il 2022 (o il 2023), quando finirà la sospensione dei vincoli del patto di stabilità.
Come si spiega questa apoteosi del corporativismo in salsa populista? La chiave l’ha fornita qualche anno fa il nostro maggior sociologo, Alessandro Pizzorno, riprendendo da Bagehot la metafora del teatro, sul cui palcoscenico si svolge la funzione gladiatoria dei partiti e prevale la politica simbolica, mentre dietro le quinte agiscono gli interessi concreti e i soggetti che ne sostengono le domande, brokers, lobbies e organizzazioni di categorie, in un circuito coperto, dominato dagli interessi a breve termine. Insomma, il contrario di un discorso politico aperto.
In allegato una scheda sintetica sulla manovra 2021
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