IN BRACCIO A MORFEO – A.Serafino – riforma catasto e imu –
Ora ci sono cinque ipotesi di riforma sul tavolo dei tecnici del ministro dell’Economia per modificare l’Imu mentre i riformatori sono finiti in braccio a Morfeo. In Italia la parola riforme ha perso del suo significato in quanto utilizzata per dare lustro a qualsiasi accordicchio parlamentare, o decreto governativo, che deve rispettare le priorità elettorali di questo o quello schieramento. Le tasse ed i tributi sono uno dei terreni privilegiati di queste scorribande che hanno degradato la politica italiana.
Prendiamo il caso dell’IMU e del deprimente spettacolo offerto dai componenti di un governo di grande intese che nell’immaginario avrebbe anche dovuto significare grandi provvedimenti per l’occupazione e per la giustizia contributiva. In campo sono allo studio cinque ipotesi ben sintetizzate sul sito de Il Sole ( vedi allegato). La terza e la quarta ipotesi prendono in considerazione i valori catastali o di mercato per le esenzioni. Dovrebbe essere questo il punto cardine di qualsiasi provvedimento che tratta di beni mobiliari. E’ stato indicato in disegni di legge più volte e sempre rinviato a provvedimenti operativi mai definiti. E’ uno dei principali mali italiani sul versante delle diseguaglianze nel pagamento delle tasse e dei tributi. Riforma del catasto e con esso l’accatastamento di milioni di case fantasma.
Centro-destra, centro-sinistra, grandi alleanze: tutti d’accordo a parole, quasi tutti d’accordo al rinvio nei fatti. Il Movimento 5 Stelle poteva, o potrebbe, essere un grimaldello ma si è infilato in altri vicoli.
L’Agenzia del Territorio non conosce il valore reale di mercato degli immobili. I Governi ed il Parlamento non sono mai stati solerti a saperlo e provvedere in merito. Senza questa base di dati non è possibile una legge equa che definisca un valore dell’IMU in funzione del valore reale dell’immobile rivisto in funzione del reddito di chi ci abita (prima casa). Lo Stato finora si è dimostrato disinteressato utilizzando modelli assurdi e forabili da un medio esperto fiscale. La Pubblica Amministrazione vuole incassare facendo il minimo sforzo e coprendo le proprie inefficienze, colpendo in modo ingiusto chi già paga.
Così se ho comprato una casa economica in periferia, esempio a Torino 5-10 anni fa, al catasto risulterà una casa che ha un valore doppio o triplo rispetto a quello di una casa dello stesso tipo acquistata 20-30 anni fa al centro della città. A quanti anni fa risulta l’aggiornamento del catasto?
Senza un aggiornamento ed un semplice utilizzo di questo Ufficio Pubblico fondamentale ( centra la formazione di chi opera e la banda larga) anche le detrazioni ( a 500 o 600 euro) possono rivelarsi una beffa.
Oppure nello stesso condominio costruito cinquant’anni fa c’è chi ha ristrutturato con vasca per idromassaggio e chi è rimasto allo standard di allora, chi ad uno intermedio. Spesso e volentieri il catasto è fermo a decenni fa, per “tranquillizzare” una determinata area di potenziali elettori. Quando si ragiona sulla “classe media” molti partiti si fermano a questo aspetto, sia nelle giunte di centro-destra come quelle di centro-sinistra. Certo non tutte, ma molte, troppe! E’ giusto incentivare le ristrutturazioni ed a maggior ragione poter disporre di un moderno ed efficace Catasto. I casi d’ingiustizia tributaria, le visure catastali scandalose e sottostimate sono cifre a sei zeri.
La riforma della catasto è il primo vero mattone di una legislazione riformatrice per ridisegnare la distribuzione delle tasse e dei tributi in modo equo! Un imprenditore estero è certamente “spaventato” e restio all’impegno nel nostro paese dove ogni anno ( o meno) si cambiano le norme fiscali e nascono nuove imposte sul territorio e per il patrimonio ( a volte con una metodologia da Penelope, si fa e si disfa) senza prima riformare il vetusto catasto e relative tabelle.
Pochi territori italiani fanno eccezione, tra questi il Trentino e Sudtirolo dove pesa positivamente una diversa cultura e severità dell’Amministrazione Pubblica. Meno demagogia in politica, assunzioni qualificate, formazione professionale per gi addetti al catasto e anche “"google maps"! Per riformare Imu-Tares i primi provvedimenti sono relativamente semplici ma scuotono molti interessi. E su questi bisogna scegliere. E’ necessario rivedere le definizioni dei classamenti risalenti all’alba della nostra Repubblica per definire rendite reali ( e differenziate) degli immobili eliminando le rivalutazioni automatiche per tutti con gli stessi coefficienti, come ha fatto scandalosamente il Governo Monti con l’approvazione del Parlamento a largissimo maggioranza!
E’ una gran mole di lavoro per una significativa quota di occupazione qualificata che in poco tempo si può ampiamente ripagare del suo costo! Nel nostro paese si delibera con riferimenti a valori immobiliari ricavati dalle medie dei contratti di compravendita che non è certo una base attendibile per definire il valore immobiliare reale. Tutti problemi che da decenni non sono risolti e che la vulgata berlusconiana nasconde più di quella di altri.
Allegato – Imu cinque ipotesi allo studio Il Sole 8-7-2013
Allegato:
imu_cinque_ipotesi.doc
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