Il rogo alla ThyssenKrupp
6 DICEMBRE 2007: IL ROGO ALLA THYSSENKRUPP – Quanto qui riprodotto è tratto dalla newsletter della rivista Il Mulino. Tra il 5 e il 6 dicembre 2007, poco dopo la mezzanotte, un incendio scoppia alla linea 5 dello stabilimento siderurgico della ThyssenKrupp di Torino e causa la morte di sette lavoratori. Gli operai del turno sono lì da 12 ore, avendo svolto quattro ore di straordinario. Sopravvive uno solo dei lavoratori del turno. La magistratura inquirente contesterà all’amministratore delegato, a un altro dirigente di nazionalità tedesca e a quattro dirigenti italiani, l’omissione dolosa dei sistemi antinfortunistici e di prevenzione antincendio. Si tratta di uno dei più gravi incidenti sul lavoro della storia italiana recente, ripercorso da Stefano Musso nel nostro Calendario civile, proprio mentre in questo 2021 si assiste a una recrudescenza delle cosiddette «morti bianche».
Trascurate per tutta la prima fase dell’industrializzazione, morti e menomazioni sul lavoro sono state considerate inizialmente un inevitabile sacrificio sull’altare del progresso economico. La secolare evoluzione successiva degli istituti assicurativi e della legislazione improntata alla sicurezza ha lentamente costruito un sistema di tutele per i lavoratori fino all’oggi, quando ha raggiunto un livello tanto ampio sul piano formale quanto ancora problematico nei riguardi dell’efficacia pratica.
La prevenzione è gradualmente divenuta il faro guida dell’azione delle istituzioni sotto la spinta delle organizzazioni del movimento operaio. Tuttavia, in tema di cultura della sicurezza e di controlli sulla effettiva implementazione delle misure, molto resta ancora da fare.
Gli ispettorati del lavoro hanno organici ridotti per poter svolgere un’adeguata azione preventiva. Il moltiplicarsi delle strategie di outsourcing da parte delle imprese medio-grandi e la capillare diffusione delle pratiche di subappalto moltiplicano l’attività di una miriade di piccole imprese non sempre avvezze all’osservanza delle norme.
I tempi di consegna e il perseguimento delle occasioni di mercato inducono ad anteporre la spinta alla produzione alle ragioni della prudenza. Troppo spesso si sacrifica la formazione dei lavoratori alla sicurezza, mettendo così a rischio specialmente i neo-assunti. (…)
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Vedi in allegato la recensione di un libro che ricorda i sette lavoratori tragicamente periti per le conseguenze di quel rogo
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