EURO, IL GRAN IMBROGLIO ITALIANO – 2002:1 Kg di pere passava da mille lire a 1 €, il doppio!

L’euro finanziario venne introdotto nel 1999, come moneta circolante da gennaio 2002. Uno stipendio da un milione di lire si trasfor­mò da un giorno all’altro in 500 euro, mentre un chilo di pere passava da mille lire a un euro, cioè quasi duemila lire. Questo il grande imbroglio, praticato da una parte del “popolo sovrano” contro un’altra parte ben più numerosa. Complice l’indifferenza dei media cartacei e via etere. Il governo dell’epoca (Berlu­sconi) non contrastò quel sotterfugio del cambio (1 euro=1.000 lire), e i grandi sindacati…fecero una gran dormita!

Così pure le commissioni provinciali sui prezzi, presso le Prefetture. Per contrastare quella colossale truffa era sufficiente imporre per almeno un anno il doppio prezzo ( in euro e in lire) in ogni listino, come avviene ancora oggi in Francia.

Molte bufale sono oggi raccontate sull’euro, sul cambio euro/lira. Leggendo le Lettere di Corrado Augias, del 15 dicembre 2017, qui riprodotte, le bufale contro l’euro – presunto responsabile dei nostri principali mali – si rivelano proprio grandi bufale!!!

******************************************             

Le lettere di Corrado Augias    La Repubblica del 15-12-2017

Quei furbetti del cambio mille lire-un euro

Gentilissimo Augias, si dibatte su come è stato determinato il cambio lira/euro, senza considerare quello che è avvenuto dopo. Memore dei timori che aleggiavano in Francia per l’adozione del “franco pesante”, sono andato un pò in giro cominciando dal mercatino rionale. Il cartello che il giorno prima recitava 'Tutto a1.000lire” era stato corretto in “Tutto a 1 euro ”. Ho continuato a curiosare nelle vetrine di mio interesse constatando che l’iniziativa fulminea aveva avuto largo seguito. Non sono un economista, ma l’effetto sui consumi e quindi sulle produzioni mi sembra scontato, dal momento che stipendi, salari e pensioni erano stati invece aggiornati al cambio corretto. Di questi trucchi e delle loro conseguenze non si è preoccupato nessuno di coloro che avrebbero dovuto farlo. Mi chiedo: quanto accaduto rientra nelle regole del libero mercato e quindi animo in pace, o ci sono, oltre a questo, altri aspetti che a me sfuggono?   – Giulio Baldi – G.Bal@Libero.It

La risposta di Corrado Augias

La discussione sul cambio lira/euro ha suscitato grande interesse. Quello che dice il signor Baldi è vero. Uno stipendio da un milione di lire si trasfor­mò da un giorno all’altro in 500 euro, mentre un chilo di pere passava da mille lire a un euro cioè quasi duemila lire.

Questo fu il guaio. Mi ha scritto da Mila­no il signor Luigi Facchin: «Il governo dell’epoca (Berlu­sconi) non fece nulla per contrastare le furbizie del cam­bio effettuato da molti 1 euro=1.000 lire. Bastava imporre almeno per un anno il doppio prezzo in ogni listino e sa­rebbe stata più difficile la truffa».

Ricordo che in Francia ancora oggi tutti gli scontrini portano il doppio importo in franchi e in euro. Non voglio spostare la polemica sul fatto che il governo Berlusconi non fu in grado di argina­re il fenomeno.

Sicuramente ci fu una gestione approssi­mativa del passaggio, elemento su cui mi hanno scritto anche Carlo Del Perugia da Firenze e Vittorio Andri (vittorio.andri@ alice.it).

Può essere utile ricordare quale fu il meccanismo mate­matico in base a cui i cambi vennero calcolati. Lo ricorda Alessandro Barbieri da Serravalle Sesia (Ve): «Il cambio euro/lira pari a 1.936,27 non fu decisione politica, bensì equazione studiata perché i tassi di cambio tra le varie va­lute mantenessero i rapporti esistenti decisi dal mercato, non dagli Stati. Infatti, mettendo, a rapporto 1.936,27 (eu­ro/lira) con 1,95583 (euro/marco) il risultato è 990 ovvero il tasso di cambio marco/lira di allora. Allo steso modo se si divide 1.936,27 con 6,55957 (euro/franco francese) si ha 295 ossia il tasso franco/lira di allora. Ecco perché il tasso non poteva essere diverso».

Mi ha scritto il signor Mauro Scarfone (scarfone.mauro@gmail.com): «Leggerò senz’al­tro il libro di Marco Causi da lei segnalato, ma con poche speranze sul suo effetto; anch’io ho scritto un piccolo li­bro nel 2013 per confutare un po’ di bufale, ma nulla può un libro contro l’ignoranza diffusa da media e Rete». Ripe­to la mia domanda: perché ricorrere alle menzogne quan­do ci sono così numerosi pretesti polemici?

Per scrivere a Corrado Augias c.augias@repubblica.it

Articolo correlato in allegato

– L'euro paga colpe non sue, il problema sono i politci di Martin Sandbu del FT_FQ_29-11-2017

Allegato:
leuro_paga_colpe_non_sue_sandbu_fq_2017.pdf

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *