Democrazia vs oligarchia
Seminario a Bologna il 23 Marzo 2024 – L’Associazione “Prendere Parola” e l’Istituto Regionale di Studi sociali e politici “A. De Gasperi”, nel primo anniversario della scomparsa di Domenico Cella, propongono un momento di riflessione sul tema della democrazia interna e della trasparenza nelle organizzazioni di rappresentanza, il terreno sul quale Domenico ha dato, da Presidente dell’Istituto e da socio fondatore di Prendere Parola, importanti contributi di riflessione critica e di proposta. Vedi locandina.
Domenico Cella è stato co-fondatore dell’Associazione Prendere parola. Ha sottoscritto il sostegno a Fausto Scandola ingiustamente espulso dalla Cisl per avere denunciato gli arbitrari aumenti su stipendi e contributi previdenziali di segretari confederali e dirigenti nazionali. Cella ha dato un grande contributo per la preparazione e lo svolgimento dei nostri seminari pubblici e online. Riproponiamo alcuni stralci dell’intervento “Fare giustizia insieme è la questione. Il sindacato è un problema o una risposta?” da lui svolto al primo Convegno pubblico, a Bologna, il 22 settembre 2018, promosso da Prendere parola. Quell’analisi e quelle proposte sono sempre più attuali.
<<Desidero ringraziare i promotori dell’incontro, specialmente per la decisione di utilizzare per la discussione sul sindacato il saggio sociologico di Roberto Michels (del 1909) sulla degenerazione oligarchica nei movimenti democratici con riferimento alle vicende della socialdemocrazia tedesca uscita dalla clandestinità della repressione antisocialista. (…) una lente di lettura preziosa delle organizzazioni della tradizione democratica europea e ne ho fatto più volte oggetto di riflessione (…). La deriva oligarchica, oltre che innaturale rispetto alle origini dell’organizzazione (il tempo in cui gli associati si trovavano tutti in una condizione di effettiva eguaglianza), ha enormi conseguenze sui contenuti egualitari e di cambiamento delle “politiche” dell’organizzazione.
Nel saggio di Michels il processo di caduta è avviato dalla formazione di un corpo direttivo di professione. Esso viene acquisendo esperienza, cultura, migliori condizioni di vita e di status che lo fanno effettivamente superiore a tutti gli associati e soprattutto lo spingono ad interiorizzare un sentimento di separatezza e di alterità, diventa stabile e soprattutto inamovibile (…) ha gli argomenti anche materiali per condurre alla ragione i dissenzienti fino all’espulsione dall’organizzazione. (…).
Nell’ampia gamma delle possibilità discrezionali dell’oligarchia domina, tra tutte, il poter variare, talora impercettibilmente, talora apertamente, i fini originari dell’organizzazione (sino alla loro sostituzione). Alla trasformazione in senso oligarchico del mezzo (l’organizzazione) corrisponde in genere la trasformazione del fine, l’abbandono della trasformazione della società in senso democratico-egualitario. (…). Tra i tanti illuminanti passaggi del saggio di Michels (per i quali rinvio alla vostra personale lettura) segnalo l’ultimo, sulle cause profonde della formazione dell’oligarchia. L’organizzazione è basata sul principio del “ minimo mezzo”, è l’arma naturale concessa ai deboli nella lotta contro i forti. Che vuol dire minimo mezzo, maggior risparmio possibile d’energia per gli associati a un’organizzazione sociale nata per promuovere l’eguaglianza? Vuol dire crescente divisione del lavoro, nella quale ad alcuni in particolare sono affidate le funzioni più ricche e inevitabilmente i relativi poteri, e a tutti gli altri risparmiata, per essere semplici spettatori obbedienti, la fatica di fare “politica”. La divisione del lavoro conduce inevitabilmente alla delega, alla crescita della divisione del lavoro corrisponde un depotenziamento progressivo della volontà delegante, sino alla sua dissoluzione.
Ma perché a risparmiare partecipazione debbono essere i più deboli? Che fare per impedire la dissoluzione delle ultime organizzazioni democratiche e il naturale travolgente contrappunto dei populismi di destra e di sinistra? Il grado, le modalità, gli effetti della divisione del lavoro nelle organizzazioni democratiche possono essere controllate? (…)
Seguono proposte, in particolare per la Cisl, per rimuovere l’offuscamento di quei principi della Costituzione e dello Statuto che riguardano la libertà di pensiero, la valorizzazione del senso critico, la partecipazione responsabile dei soci e dei lavoratori.
In allegato il testo integrale dell’intervento di Domenico Cella al Seminario del 22-9-2018 a Bologna e la sua introduzione al saggio di Robert Michels “La democrazia e la ferrea legge dell’oligarchia”.
Articolo correlato – Aldo Celestino ” La (non) democrazia nella CISL e la (non) partecipazione degli iscritti” – Riflessioni tratte dall’interessante volume di Chiara Cristofolini “Profili organizzativi e trasparenza finanziaria dei sindacati rappresentativi”, edizione Franco Angeli
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