Caro Sindacalmente, mi è sembrato di aver preso le traveggole quando, casualmente, ho letto sul sito CISL che il Segretario Generale Bonanni ha dichiarato in una intervista su l’Avvenire del 5 giugno 2011, di essere favorevole al nucleare ed all’acqua ai privati. In un sol colpo questo signore ha demolito ogni mia ultima speranza di restare nella Organizzazione Sindacale nella quale milito (ora anche da pensionato INPS) ormai da oltre 40 anni.
Posso capire le fregole di Bonanni nel demolire, di intesa con Sacconi, la legge Prodi sulla tutela della salute nei posti di lavoro (quest’anno, sembra che le morti sul lavoro, escludendo quelle da incidenti in itinere) abbiano superato del 20% il numero delle morti nello stesso periodo del 2010); posso capire la sua titubanza a lasciare nel cassetto il principio dell’Autonomia (con la A maiuscola) del sindacato dai partiti politici (specie se al potere), ormai messa tranquillamente al bando dai suoi 3 predecessori (tutti parlamentari e con lauta pensione assicurata).
Ma ciò che più mi fa schifo è la tranquillità con cui si afferma che l’acqua ai privati è sicuramente da preferire alla gestione e proprietà pubblica: come è buono lei!, diceva Fantozzi! Ne consegue che Bonanni vedrà di buon occhio, anche in Italia, una società per azioni come ENEL/Tremonti che, in Colombia, è proprietaria dell’acqua potabile e vieta persino la raccolta dell’acqua piovana… o gode per quanto accade in alcune città italiche dove si sospende l’erogazione dell’acqua in caso di morosità (normalmente pensionati, pensionate, famiglie alla fame, ecc. nemmeno l’acqua per dissetare un bambino o per lavargli il sederino!).
Ancor più schifo provo al sentire che lui è d’accordo sul nucleare: forse non legge quanto sta accadendo in Germania, o in Svizzera, o negli USA dove è ormai assodato uno stop definitivo alle centrali nucleari. Una volta (40 anni fa) la CISL aveva una sana abitudine: consultare economisti ed esperti (non a libro paga di società) che ne capissero di più di politica e di argomentazioni scientifiche.
Oggi, mi dà sempre più l’impressione che la consultazione la fa con alcuni ministri, peraltro ex portaborse o, a più alti livelli, con capi di governo puttanieri e in odore di collusione con mafia e camorra. Bonanni è abruzzese come me: dicono da queste parti che rompiamo le noci con la testa (perché dura). Se fossi stato un dirigente sindacale che, come Bonanni ha lavorato in uno dei settori più falcidiati dalle morti sul lavoro, quello delle costruzioni, bé, avrei fatto tanto di quel casino da mettere a socquadro le stanze ed i "gabinetti" ministeriali di questo ignobile sistema di governo mignotto-demeritocratico!
Un caro saluto,
Giovanni Di Nino Sulmona (AQ)
Allegato – L’intervista di Raffaele Bonanni su L’Avvenire del 5 giugno
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