APPROVATA LA MANOVRA 2019 – Consiglio dei ministri – la pace fiscale ora significa condono! –
Lunedì 15 ottobre il Consiglio dei Ministri ha approvato la manovra 2019, inviandola a Bruxelles. Alcuni punti importanti restano da precisare come ad esempio per il reddito di cittadinanza. Civettare con le parole "pace fiscale" quando ritorna il condono è ingannevole e cosa grave, in un paese dove l'evasione fiscale (irpef, Iva, contributiva) mina da decenni la stabiltà dei bilanci pubblici. Gabellato il M5s e disatteso lo stesso Contratto che non lo prevede!!! E poi è anticostituzionale negare diritti a poveri stranieri. Il Sole 24 ore riassume le decisioni assunte nell'articolo che segue. Buona lettura.
Cosa si legge al Capitolo 11 del Fisco del Contratto Lega-M5s, alla pag 21!!! "…È opportuno instaurare una “pace fiscale” con i contribuenti per rimuovere lo squilibrio economico delle obbligazioni assunte e favorire l’estinzione del debito mediante un saldo e stralcio dell’importo dovuto, in tutte quelle situazioni eccezionali e involontarie di dimostrata difficoltà economica. Esclusa ogni finalità condonistica, la misura può diventare un efficace aiuto ai cittadini in difficoltà ed il primo passo verso una “riscossione amica” dei contribuenti.,,"
IL GOVERNO APPROVA LEGGE DI BILANCIO, CONDONO E DL SEMPLIFICAZIONI
Condono fiscale, pensioni, reddito di cittadinanza, flat tax: ecco la manovra 2019
15 ottobre 2018 Il Sole 24 ore
Pensioni, reddito di cittadinanza, flat tax. Ma anche sterilizzazione degli aumenti dell’Iva e pace fiscale. Ecco le principali misure della manovra da 37 miliardi del governo gialloverde.
Niente clausole Iva per 12,5 miliardi
Il primo impegno del contratto di governo è la sterilizzazione degli aumenti che
scattano il 1° gennaio 2019 (dal 10 all’11,5% per l'aliquota più bassa, dal 22 al 24% per quella più alta).
Pensioni a quota 100
Il superamento della legge Fornero è una misura che entrambe le forze di governo inseguono e rivendicano. L'obiettivo è di garantire la possibilità di andare in pensione a chi tra età e contributi arriva a 'quota 100', probabilmente partendo dalla combinazione 62-38. Il costo è di 7 miliardi di euro e il meccanismo dovrebbe partire a febbraio.
Reddito di cittadinanza e Centri per l’impiego
Per la bandiera del M5S servono 9 miliardi (di cui 2,6 da attingere dalle risorse già stanziate per il Rei) a cui aggiungere un ulteriore miliardo destinato al rafforzamento dei centri per l'impiego. L'attivazione vera e propria della misura dovrebbe scattare in primavera. L'assegno da 780 euro, secondo quanto annunciato finora, verrà caricato sul bancomat, con una sorta di monitoraggio degli acquisti. Il sostegno sarebbe garantito solo a patto di frequentare corsi di formazione e di prestare 8 ore a settimana di lavoro socialmente utile. Il reddito verrebbe meno dopo il rifiuto di tre offerte di lavoro, ma con una specifica “geografica”, con l'obiettivo di non penalizzare cioè chi non accetterà come prima offerta un'occupazione al di fuori della propria città o Regione.
Pace fiscale al 20% con tetto di 100mila euro
L'accordo raggiunto dopo un lungo braccio di ferro sul decreto fiscale collegato alla legge di bilancio stabilisce un'aliquota al 20% per sanare il pregresso di chi ha già presentato la dichiarazione dei redditi. Sarà prevista l'opzione di dichiarazione integrativa ma con la possibilità di far emergere fino a un massimo del 30% in più rispetto alle somme già dichiarate e comunque con un tetto di 100.000 euro. Per ridurre il contenzioso, si potranno inoltre sanare le liti con il fisco pagando senza sanzioni o interessi il 20% del non dichiarato in 5 anni in caso di vittoria del contribuente in secondo grado (o il 50% in caso di vittoria in primo grado). Allo stesso tempo, con la rottamazione ter delle cartelle Equitalia saranno cancellati sanzioni e interessi, dilazionando i pagamenti in 5 anni e arriverà lo stralcio delle minicartelle sotto mille euro accumulate dal 2000 al 2010.
Dalle pensioni d’oro 1 miliardi in 3 anni
Il taglio delle pensioni sopra i 4.500 euro netti al mese nella parte di assegno non coperta dai contributi pagati porterà nelle casse dello Stato un miliardo di euro nell'arco di un triennio. La precisazione temporale è arrivata dopo gli annunci di Luigi Di Maio.
Flat tax per gli autonomi
Il forfait esiste già ed è al 15% per i professionisti con ricavi fino a 30mila euro e per le altre categorie con ricavi fino a 50mila euro. L'obiettivo è estendere la platea ad autonomi, Snc, Sas e Srl che optano per il regime di trasparenza con ricavi fino a 65.000 euro. Dai 65.000 ai 100.000 euro si pagherebbe un 5% addizionale. Le start up e le attività avviate dagli under35 godrebbero di un
supersconto al 5%. Il costo è di circa 600 milioni il primo anno e di 1,7 miliardi a regime.
Sgravi Ires, su utili reinvestiti taglio al 15%
L'aliquota al 24% scenderebbe di 9 punti sugli investimenti in ricerca e sviluppo, in macchinari e in assunzioni stabili. Il costo sarebbe di 1,5 miliardi di euro. Dovrebbero essere anche confermati gli ammortamenti di Industria 4.0.
Addio a sconti Ace e Iri
Per finanziare le agevolazioni fiscali alle imprese saranno abolite l'Ace, l'Aiuto alla crescita economica, e la mai nata imposta ridotta Iri, destinata al mondo delle Pmi e attesa dal primo gennaio 2019. Il recupero finanziario è di circa tre miliardi.
7 miliardi di tagli, anche sull’immigrazione
Per legge i ministeri devono già operare tagli per un miliardo di euro
l'anno. Lo sforzo richiesto potrebbe essere però ben superiore, pari a 3-4 miliardi. Promesso un taglio di 1,3 miliardi in tre anni spesi per l'immigrazione, di cui 500 milioni nel 2019
Dagli investimenti la spinta al Pil
Il capitolo investimenti è quello più gradito al ministro dell'Economia, Giovanni Tria. E' previsto che valga lo 0,2 del Pil, pari a 3,5 miliardi. Oltre alle risorse finanziarie si punta a sbloccare gli investimenti a livello locale con uno sblocco dei bilanci dei Comuni (anche quelli in perdita) e con una revisione della soglia per gli appalti senza gara.
Decreto taglia leggi e norme su Rc-aut
La novità è l'arrivo di un secondo decreto che scorpora dal Dl fiscale norme
altrimenti non omogenee. Il Dl – chiamato “taglia scartoffie e leggi inutili” – cancella oltre 100 adempimenti per le imprese e ingloba misure per garantire una Rc auto “più equa”. Sancisce inoltre l'incompatibilità tra ruolo di governatore regionale e commissario alla sanità e blocca i pignoramenti della casa per chi ha crediti verso la Pa e per bloccare i medici che aumentano la lista di attesa per l'intramoenia.
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VEDI ANCHE gli allegati:
- Il testo integrale del Cdm
- il commento della redazione de Il Foglio
- Manovra Pil al 1,5 e ritorno di Padalini su www.eguaglianzaeliberta.it
Allegato:
quota_100_e_condono_fiscale_il_foglio.doc
cdm_manovra_2019_testo_integrale.pdf
manovra_pil_al_15_e_ritorno_padalini_el.doc
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