APPELLI EUROPEI – V.Rieser – per una svolta nell’economia –

Il 3 e il 9 maggio "la Repubblica" ha pubblicato due appelli firmati da note personalità della politica e della cultura, e negli stessi giorni sono usciti accanto ad essi due articoli di Barbara Spinelli sui medesimi argomenti. Come si noterà, la prima data è precedente all'elezione di Hollande in Francia, e la seconda è dopo tale elezione. Un filo rosso collega gli appelli e gli articoli: è la richiesta di una netta svolta rispetto alle politiche cosiddette "del rigore" dominanti nell'Unione Europea; politiche che, con l'obiettivo dichiarato di ridurre il debito pubblico, hanno pesanti effetti recessivi, che si sommano a quelli prodotti dalla crisi mondiale – e con ciò (oltre ai pesantissimi effetti sociali) finiscono per aumentare il debito stesso anzichè ridurlo.

Il primo appello ("l'Europa siamo noi – è il momento di ricostruirla") è firmato dal celebre sociologo tedesco Ulrich Beck e dall'altrettanto celebre Daniel Cohn-Bendit, ed è stato poi sottoscritto da importanti personalità della politica – come Jacques Delors, Helmut Schmidt, Martin Schulz, Javier Solana – e della cultura – come Zygmunt Bauman, Anthony Giddens, Juergen Habermas, Richard Sennet. Partendo dalla constatazione che oggi in Europa un quarto dei giovani è disoccupato, si propone un "Anno europeo di volontariato" che realizzi opere di pubblica utilità. Non è solo una proposta simbolica, essa ha due fondamentali dimensioni politiche: una svolta nella politica economica, in direzione anti-recessiva (l'anno di volontariato dovrebbe essere adeguatamente finanziato dall'Unione Europea, e i lavori dovrebbero avere una precisa scala di priorità in funzione della crescita), e un'inversione di tendenza rispetto all'attuale struttura decisionale verticistico-burocratica degli organismi europei, sviluppando una spinta per una "costruzione dell'Europa dal basso".

L'altro appello ("Il federalismo che può salvare l'Europa") è firmato da Giuliano Amato, Jacques Attali, Emma Bonino, Romano Prodi, e anch'esso successivamente sottoscritto da numerose personalità. A parte gli "sgradevoli ricordi" che possono suscitare nomi come Amato o Bonino, anch'esso contiene proposte concrete che vanno nella direzione opposta a quella finora dominante: ad esempio il lancio di progetti, in particolare nei servizi e infastrutture, generatori di crescita, e finanziati con appositi "project bonds" (sviluppare cioè, a partire da un rigorosa selezione, forme di "debito buono"). Ma queste proposte si accompagnano alla proposta di una serie di passi che, a partire dall'iniziativa dei parlamentari europei della "zona euro", costruiscano un'effettiva Europa politica e sociale su base democratica.

Gli articoli di Barbara Spinelli forniscono un ricco e interessante quadro analitico in cui collocare queste proposte. Il primo ("I cardinali dell'economia e il cannocchiale di Galileo") è una spietata ed efficace demolizione delle teorie economiche neo-liberiste, che ne mette a nudo le contraddizioni e le disastrose conseguenze. Il secondo è più "politico", e – partendo dall'analisi dei risultati elettorali in Francia, Grecia, Italia, Germania – ne sottolinea il carattere di "rivolta contro le politiche di austerità", che però può avere esiti diversi, compresi esiti di destra; la critica della Spinelli alle politiche finora dominanti in Europa investe non solo le scelte di politica economica, ma quelle di politica internazionale ("Chi ha paura delle elezioni", la Repubblica, 9 maggio).

Invitiamo i lettori a leggere attentamente tutti e quattro i pezzi: essi forniscono un buon insieme di strumenti per lottare contro il neo-liberismo e per costruire quella "svolta" di cui l'elezione di François Hollande può essere un'importante premessa

Per maggior informazione leggere i quattro allegati

Allegato:
europa_siamo_noi_appello.doc
i_cardinali_delleconomia_spinelli_3-5-12.doc
il_federalismo_che_puo_salvare_europa_appello.doc
chi_ha_paura_delle_elezioni_spinelli_9-5-12.doc

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