850 LASCIANO LA CISL – succede a Torino – vi sembran pochi? i perché?
Ci sono voluti ben tre notiziari dei “fuoriusciti” Cisl diffusi nel mese di settembre perché la notizia rimbalzasse timidamente sui media torinesi. Ottocentocinquanta iscritti della Cisl Torinese, della Sanità e della Funzione Pubblica, hanno ritirato la loro delega per passare a sindacati autonomi. E’ una notizia di rilievo, La Stampa l’ha relegata ad un trafiletto nella cronaca locale del 4 settembre.
Il fatto. All’inizio del 2013, circa 450 iscritti della Sanità, sono passati al sindacato autonomo Fai, Federazione Sindacati Indipendenti. Nell’estate, altri 400 iscritti della Funzione Pubblica sono passati al Coordinamento Sindacato Autonomo (CSA). Con loro decine di RSU ( molte degli Enti Locali), membri del Direttivo Provinciale e sindacalisti a pieno tempo che operavano sul territorio della Provincia di Torino.
Se ne sono andati dalla Cisl e continuano a fare sindacato informando i lavoratori e contrattando.
Nel mese di settembre i sindacalisti ex-Cisl che operano ora nel Csa hanno distribuito ai lavoratori tre notiziari che potete leggere in allegato. Ci sono molte notizie su contratti e decreti governati, ed anche due lettere di iscritti che motivano l’abbandono della Cisl.
Dentrolenotizie.it è un opuscolo di 9 pagine, indica anche i nominativi di quattro sindacalisti per il coordinamento ed i contatti, nomi ben noti nella Cisl Torinese e con militanza pluridecennale come Roberto Loiacono, Giovanni Quartarone, Tumbarello Angela, Gianni Favaro.
Il nostro commento. Per ora solo alcuni interrogativi. Vi sembrano pochi? Perché c’è silenzio su questi fatti? Perché al Congresso Cisl Torinese ( primavera 2013) di questo non si è avuto traccia pubblica? Eppure già era in atto. La ragione principale è la ristrutturazione centralista ( che riguarda essenzialmente il gruppo dirigente a libro paga del sindacato) voluta da Bonanni predicando un futuribile “potere agli iscritti”? C’è un dissenso anche sulla strategia di merito, che riguarda i contenuti del contrattazione e della “labile” concertazione? Cosa pensano sull’unità sindacale?
Fatti di questa rilevanza dovrebbero servire a rileggere i Congressi della Cisl e delle categorie conclusi da pochissimi mesi. O no?
Alleghiamo ciò che abbiamo per ora trovato:
- il comunicato stampa a nome “dei quattrocento” della Fp,
- i tre numeri di dentrolenotizie.it e le due lettere di iscritti,
- il commento del Segretario Generale della Fp-Cisl Gian Piero Porcheddu, tratto dal web.
Per ora tutto qui e vi invitiamo a dire la vostra.
Allegato:
esodo_di_850_la_stampa_4-9-13.pdf
comunicato_stampa.doc
dichiarazione_del_seg.fp_cisl.doc
dentrolenotiziesettembre2013n0.pdf
dentrolenotiziesettembre2013n1.pdf
dentrolenotiziesettembre2013n2.pdf
le_due_lettere_pubblicate.doc
Dovremmo aprire,internamente alla cisl, le porte della nostra organizzazione ad una nuova idea di autonomia e di un modello
organizzativo che parta dalla base, dalle rsu e dagli operai in ogni luogo di lavoro, che cerchi l’unità oltre le
sigle solo per il bene dei lavoratori e volta al futuro,
sopratutto ai giovani, perchè sono convinto che se il
sindacalismo confederale non si apre ai movimenti anche sindacali e rimane chiuso nelle logiche ormai vecchie del sindacalismo verticistico e confederale esclusivo, del capo decide e. gli altri, si allineano senza discussione, confronto e dissenso, rischia di perdere la fiducia delle generazioni future e di andare a morire!
Creando una forte spaccatura e delusione dentro la classe operaia e lavoratrice. Emanuele Visciglia
emanuele.visciglia@yahoo.it
condivido la tua analisi, ma per fare quello che tu proponi, bisognerebbe azzerare l’intero gruppo dirigente della Cisl e delle varie categorie che lo compongono, ma temo che questa ipotesi non sia praticabile, e come dimostrano le dimissioni in massa di iscritti e operatori della Cisl citate nell’articolo, si deve prendere atto che i dirigenti di questo sindacato invece di preoccuparsi di difendere le condizioni di vita e di lavoro dei propri associati, pensano solo a sè stessi e alle loro carriere di burocrati.
giulio