FIAT E NUOVI IMPIANTI IN BRASILE – V.Buscaglione – globalmondo –
Citando da alcuni giornali brasiliani, riporto alcuni elementi di una vicenda che a Torino e in varie parti d’Italia conosciamo bene. Sappiamo (da Rivalta a Melfi) cosa significa l’insediamento di un grosso polo industriale.
Anche in Brasile una intera regione cambierà il proprio aspetto e la propria struttura civile, come è avvenuto decenni fa da noi. Da noi questo ha significato lo spostamento di milioni di persone dal sud al Nord, la trasformazione di assetti urbani, mutamenti sociali e culturali di grandi proporzioni.
È quello che avviene continuamente in tutti i paesi di nuova industrializzazione: ci sono zone della Cina e dell’India dove una grande quantità di produttori italiani (che in Italia sono statisticamente tra le aziende in crisi e in molti casi in estinzione) sono insediati in poli industriali fortemente attivi, aziende che grazie alla produzione sui nuovi mercati mantengono utili e producono investimenti.
In questo caso Fiat è in Brasile già prevalentemente americana, più Chrysler che Fiat, a partire dalla costruzione degli impianti che è affidata ad una azienda americana.
Anche il Brasile da, come ha avuto in Italia negli anni ’70 e ’80, grossi aiuti infrastrutturali, di formazione, di riassetto urbano e sociale nelle zone che con la loro popolazione dovranno essere adeguatamente attrezzate.
Il modello di stabilimento cui si fa riferimento è quello italiano; gran parte della componentistica è quella italiana.
La storia dello stabilimento di Pernambuco sarà come quella di Termini Imprese o di Rivalta o sarà diversa? Quali sono i contributi di esperienza di cui i lavoratori brasiliani hanno bisogno? Quali sono gli strumenti che le amministrazioni brasiliane dovranno mettere in atto, oltre che quelle attuali per portare a regime lo stabilimento, per garantire una equilibrata gestione del territorio e della occupazione nel tempo, anche fra 20-30 anni, con i cambiamenti economici, dei mercati, della tecnologia del trasporto che non sono prevedibili?
Il dibattito sulla proiezione a medio termine è altrettanto importante che quello a breve.
Ecco perché serve attualizzare l’analisi della esperienza italiana, ecco perché l’esperienza dei lavoratori di Torino deve saper comunicare positivamente i problemi conosciuti, affrontati, risolti e non risolti.
Forse il “Ma come è buono signor padrone!.” non serve alla solidità di una nuova fase.
Allegato:
fiat_e_nuovi_impianti_del_brasile.pdf
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