NEUTRALIZZATO ART.8 SCONFITTO SACCONI – P.Longhi – sindacato & rappresentanza 28/9/11

Via libera del direttivo Cgil all’accordo tra le parti sociali su contrattazione e relazioni sindacali definito il 28 giugno e sottoscritto a settembre. Neutralizzato l’art.8 della manovra voluto dal ministro. Il direttivo della Cgil ha approvato, a larga maggioranza, l’accordo con la Confindustria, la Cisl e la Uil sulla contrattazione e le relazioni sindacali definito il 28 giugno e sottoscritto, con una postilla vincolante per tutti i soggetti coinvolti, il 21 settembre. La notizia sembrerebbe scontata, e in parte à vero, ma non può essere sottovalutata.

L’accordo, infatti, rende inefficace l’articolo 8 del decreto anticrisi del governo che prevede, tra l’altro, la possibilità di deroghe alla contrattazione. La pervicace volontà del ministro Sacconi di dividere le parti sociali, di accentuare i dissensi tra le confederazioni, è stata quindi sconfitta, checché ne dica il suddetto ministro che continua ad invitare le imprese ad utilizzare l’articolo 8 per devastare la contrattazione nazionale, territoriale e aziendale.

Il suo obiettivo continua ad essere quello di isolare e colpire la Cgil e la sua forza politica e sociale, ma anche quello di ridurre complessivamente il ruolo autonomo negoziale di tutte le parti sociali. Per questo il buon Sacconi fa pressione sulle altre organizzazioni imprenditoriali della piccola e media industria, del commercio, dell’artigianato, delle cooperative perché non firmino l’intesa del 28 luglio. Ma c’è da giurarci: queste associazioni stanno seriamente riflettendo sulla debolezza di un governo alla frutta e animato da un furioso livore contro qualunque normale e corretta relazione tra imprese e sindacati.

La Cgil ha anche avviato la consultazione tra i lavoratori sull’intesa interconfederale, consultazione che si concluderà a fine ottobre. Non era proprio possibile procedere diversamente, e cioè apporre la firma al termine della consultazione, sia per l’urgenza di spuntare le armi a Sacconi e all’articolo 8 sia per corrispondere agli impegni assunti con Cisl, Uil e Confindustria. La battaglia sul decreto, peraltro, continua e vede un vasto fronte di forze sociali e politiche mobilitate: è possibile che il sindacato, come ha ipotizzato Susanna Camusso, ricorra alla Corte Costituzionale. Appare al momento prematuro dare vita ad un referendum abrogativo.

di Paolo Serventi Longhi su rassegna.it del 27 settembre 2011

 

 
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