L’intervista di Raffaele Bonanni al Corriere, pubblicata sul Blog, rappresenta, di fatto, il cardine del pensiero del bonannismo che nemmeno ai tempi più bui della storia della CISL ha riferimenti. Ciò che sta accadendo nel mondo del lavoro, OGGI, rappresenta la rivincita globale del padronato italiano che trova in Berlusconi (la Marcecaglia è solo un prestanome) la sua punta di diamante: in quindici anni il cavaliere di Arcore è riuscito ad impoverire milioni di famiglie (ci sarà pure qualche lavoratore lì in mezzo, eh? Bonà), specie nel Mezzogiorno (il differenziale con i redditi delle regioni del Centro-Nord aumenta sempre più); sono milioni i giovani (o ex giovani) precari, grazie anche a leggi cui hanno appioppato in modo infame il nome di Biagi; sono centinaia di migliaia i precari espulsi dall’ordinamento scolastico (Cisl Scuola, dove sei?), ora tocca alle università, è toccato alle forze dell’ordine (Bonanni non ricorda le grandi battaglie della CISL per la conquista del diritto di associazione sindacale alle forze di polizia…).
Il cavaliere di Arcore ha nascosto la realtà della crisi economica, ha sempre parlato di ottimismo, mentre i suoi ministri-gerarchi (come li chiama lui) hanno e stanno devastando tutto ciò che aveva il sapore di una conquista sociale. Basta citare l’infimo Sacconi, intimo di Bonanni: sulla sicurezza ha demolito la legge Prodi, ha squagliato i ruoli degli ispettori del lavoro, ha cancellato la legge che impediva alle aziende di far sottoscrivere lettere di dimissioni con data in bianco alle lavoratrici, qualora queste dovesero sposarsi o dovessero avere figli. Bonanni era in ferie?
Napoleone Bonaparte soleva dire che ai suoi uomini (che rispettava!) poteva ordinare di tutto ma mai e poi mai avrebbe chiesto loro di sedersi sulla punta delle loro baionette! Con il pseudo-accordo di Pomigliano, Bonanni ha ordinato ai suoi militanti (che tra l’altro non avevano scelte alternative se non il licenziamento) di sedersi tranquillamente sulle "baionette": a lui piacciono così tanto che è ben disposto a replicare dovunque… non importa che Berlusconi quell’ordine l’abbia dato da anni, per conto dei suoi gerarchi, a centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici in altri settori pubblici e privati, mentre il Bonanni firmava, firmava, firmava.
Giovanni Di Nino è stato Seg. Prov. Fim-Cisl dell’Aquila e Segr. Reg. Fim-Cisl dell’Abruzzo negli anni 70. Poi in Segreteria Regionale Cisl Abruzzo e Consigliere Nazionale Cisl all’epoca di Pierre Carniti.
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