DIECI MADALLENE NERE E LA SINDONE – Isoke Aikpitanyi – immigrazione 11/5/10

Dieci Maddalene nere, giovani nigeriane vittime ed ex vittime della tratta, si avvicineranno alla Sindone esposta a Torino.“Il significato spirituale della ostensione sacra viene meno – dice Isoke Aikpitanyi – in una città che non guarda con affetto, pietà, solidarietà, giustizia, rispetto alle tante Maddalene Nere che anche nel periodo della ostenzione della Sindone, ancora soffrono e cercano una via di uscita dalla tratta”.

Per questo, il 16 maggio, dieci Maddalene Nere distribuiranno ai fedeli in fila per entrare a visitare la Sindone un volantino con il seguente testo: “La Sindone merita espressioni di devozione, ma noi, giovani nigeriane, Maddalene Nere vittime della tratta, indossiamo ogni giorno il sudario della nostra sofferenza e la fila di chi si vuole avvicinare a noi è fatta di cristiani che vogliono stuprarci a pagamento, violentarci di nascosto dalle loro mogli e fidanzate e ancora, dopo secoli e secoli, vorrebbero poi scagliare contro di noi la prima pietra. Noi che abbiamo raccolto il sudario di Cristo e che lo vediamo oggi adorato e venerato, siamo piegate dalla sofferenza e dalla ingiustizia”

 

PS. Questo testo sarà pubblico il 16 maggio 2010.questa è una ragazza nigeriana che vive ad Aosta assieme al suo compagno Claudio Magnabosco claudio.magnabosco@gmail.com e assieme hanno fondato una Associazione denominata "La ragazza di Benin City" e un progetto sponsorizzato dalla Regione Valle d’Aosta "La casa di Isoke" che ha lo scopo di dare una mano a tutte quelle ragazze africane che sono sotto il giogo della tratta.
1 commento
  1. noname
    noname dice:

    Grazie dello spazio che mi avete dedicato. Desidero precisare una sola cosa: la casa di Isoke non è sponsorizzata dalla Regione e da nessuna istituzione; è una risposta diretta della società civile e delle ex vittime della tratta ad un problema che le istituzioni affrontano male. Oggi la Regione con un finanziamento ministeriale vuole attivare una casa di accoglienza e chiede a me e alla mia rete di operarvi; è una buona idea, se non diventerà un nuovo servizio bloccato dalla burocrazia. Sono molto lieta di quel progetto, ma continuo ad operare insieme al Progetto la ragazza di Benin City in modo autofinanziato e spontaneo. In verità, il Ministero Pari Opportunità ci ha afidato una ricerca sulla realtà sommersa delle vittime della tratta: l’abbiamo completata, io ed altre due ex vittime della tratta girando l’Italia intera per quattro mesi. Il Minisero dovrebbe rimborsarci parte delle spese, ma intento abbiamo anticipato tutto noi. Per dare una misura, il rimborso è di 14 mila euro…abbiamo avvicinato, incontrato, ascoltato 500 ragazze, decine di associazioni nigeriane, ecc. ecc e abbiamo speso molto di più di quello che riceveremo, ma va bene così. Dico questo perchè l’autofinanziamento è la base del nostro lavoro decennale. Grazie e un abbraccio a tutti voi

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