La saggezza di Chavez
Savino Pezzotta ha pubblicato sul suo blog – htpp://savinopezzotta.wordpress.com – una riflessione “A fronte della guerra ricordarsi sempre di essere umani”. Così inizia. Nel vedere che la guerra in Ucraina continua mi crea tormento e inquietudine anche se seguo con attenzione e speranza le azioni nonviolente e non armate che tendono a mettere fine ai bombardamenti, all’invasione e alla guerra: quelle diplomatiche, le sanzioni economiche sulla Russia. Associo alle iniziative di pace le mobilitazioni popolari e di giovani in atto in moltissimi paesi del mondo, la carovana della pace partita dall’Italia alla volta di Kiev e alle molteplici iniziative di preghiera messe in atto da credenti di diverse religioni, l’iniziativa costante del Santo Padre Francesco. Ho la netta impressione che il desiderio di pace stia attraversando il mondo questo viene confermato dalle iniziative umanitarie e di tregua:
- Le parti in guerra dello Yemen hanno accettato una tregua di due mesi, a partire dal mese sacro musulmano del Ramadan;
- Un convoglio umanitario del Programma alimentare mondiale (Pam) è in procinto di entrare nel territorio del Tigrè per la prima volta dallo scorso 15 dicembre.
L’opposizione alla guerra e alla violenza seppur con lentezza sta facendosi strada. L’ho registrato anche nell’incontro organizzato dall’ANPI della mia zona ieri sera cui sono stato chiamato per un introduzione. Partendo da queste riflessioni mi sono chiesto quale è il pensiero del sindacalismo. Il sindacalismo è naturalmente contro la Guerra e questo lo so per esperienza quello che invece ancora non riesco a capire se è per l’azione non violenza che è uno stile di comportamenti e di vita che chiederebbe di far parte del suo bagaglio culturale come ha dimostrato ai tempi del terrorismo in Italia. (…) in allegato il testo completo
Pezzotta prosegue ricordando un grande sindacalista americano di origine messicana, Cesar Chavez (1927-1993) che la nonviolenza l’ha praticata davvero nelle lotte sociali per i diritti e allega un articolo di anni fa, del giornalista John Dear che su National Catholic Reporter, descrive “la saggezza di Cesar Chavez” nel praticare la non violenza attiva, la difesa dei poveri e un impegno vivo per la giustizia sociale ed economica. I leader dei diritti civili di tutto il mondo, da Martin Luther King, a Nelson Mandela, hanno riconosciuto in Gandhi la fonte d’ispirazione delle loro battaglie non violente per ottenere uguali diritti per la loro gente. Più crescerà questa coscienza e questa pratica più si aprirà la prospettiva per contrastare la violenza armata di un aggressore, come oggi avviene in Ucraina, con l’opposizione programmata della disobbedienza civile. Una strada lunga e difficile ma possibile.
Carovana della pace partita per Leapoli – Venerdì 1 aprile una delegazione di 200 persone appartenenti a 89 organizzazioni della società civile italiana è partita per un’iniziativa di pace nonviolenta in Ucraina. Il convoglio, composto da 50 mezzi porterà beni di prima di necessità per la popolazione. La destinazione è Leopoli dove i partecipanti incontreranno sia organizzazioni della società civile, sia autorità religiose e civili. Al ritorno il convoglio permetterà a persone con fragilità di lasciare il loro Paese in guerra e raggiungere l’Italia. «Entreremo in territorio ucraino per testimoniare con la nostra presenza sul campo la volontà di pace». È quanto si legge nel manifesto dell’iniziativa. «Da sempre siamo accanto agli ultimi, al fianco delle vittime con azioni umanitarie e iniziative di solidarietà internazionale. Ognuno di noi può fare qualcosa. Non vogliamo restare spettatori e sentiamo l’obbligo di esporci in prima persona». Gli aderenti. Ad oggi all’iniziativa di pace, denominata STOP THE WAR NOW, aderiscono 89 organizzazioni tra cui la Comunità Papa Giovanni XXIII, AOI, Rete Disarmo, Focsiv, Pax Christi, ARCI, Libera, CGIL, Nuovi Orizzonti, 6000 Sardine, Legambiente, Per un nuovo Welfare. Vedi qui http://www.avvenire.it/attualita/pagine/il-popolo-della-pace-verso-leopoli
César Chávez (1927–1993) Lavoratore americano di origine messicana, sindacalista e attivista dei diritti civili, César Chávez creò tramite le sue azioni delle condizioni migliori per i lavoratori agricoli. Nato nella fattoria della sua famiglia vicino a Yuma, in Arizona, Chávez fu testimone delle terribili condizioni sofferte dalle persone che lavoravano nella fattoria. Queste venivano costantemente sfruttate dai datori di lavoro, spesso non venivano pagate e vivevano in baracche, come scambio per la loro manodopera, senza assistenza medica o altre strutture fondamentali. Senza una voce unita, non avevano mezzi per migliorare le proprie condizioni. Chávez cambiò tutto questo quando dedicò la sua vita alla conquista del riconoscimento dei diritti dei lavoratori agricoli, ispirandoli e organizzandoli nell’Associazione Nazionale dei Lavoratori Agricoli, che divenne poi il sindacato noto come Lavoratori Agricoli Uniti. Tramite marce, scioperi e boicottaggi, Chávez costrinse i datori di lavoro a pagare salari adeguati e a fornire altri benefici, e fu responsabile della prima legge che mise in atto il Documento dei Diritti dei lavoratori agricoli. Grazie al suo impegno per la giustizia sociale, e per aver dedicato tutta la sua vita al miglioramento delle condizioni di vita del suo prossimo, Chávez ricevette, dopo la sua morte, la più elevata onorificenza civile, la Medaglia Presidenziale per la Libertà.
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