Cinque mosse vs le frodi
Raffaele Russo, su Il Sole, in “Cinque mosse per risolvere il cortocircuito sulle cessioni” così inizia. Sin dalla sua introduzione il superbonus edilizio è stato al centro di un dibattito molto polarizzato: da un lato, chi lo ritiene uno sperpero di denaro pubblico; dall’altro, chi lo considera lo strumento principe per sostenere la ripresa italiana («Quand le batiment va, tout va» recita un detto francese attribuito al prefetto Martin Nadaud per enfatizzare il ruolo del settore delle costruzioni come motore della crescita). Tale dibattito, continuo e costante, ha anche fatto sì che in ogni provvedimento utile fossero incluse delle modifiche alla struttura originaria della misura: dall’estensione agli immobili che presentano irregolarità all’estensione temporale della misura, fino all’inserimento dell’obbligo di visto di conformità ed asseverazione per i bonus ordinari ed infine le limitazioni alla cedibilità dei crediti di imposta inserita nell’ultimo decreto legge”. Prosegue con questi cinque proposte. (per proseguire aprire l’allegato)
1 – Sanzioni più severe per visto di conformità fraudolento.
2 – Cedibilità all’interno dello stesso gruppo di imprese.
3 – Cedibilità tra soggetti regolati.
4 – Compensabilità con l’imposta sulle transazioni finanziarie.
5 – Obbligo di Sal anche per i bonus ordinari
Ivan Cimmarusti in “Falsi crediti per compensare debiti fiscali” così inizia. La doppia frode. Oltre alla multipla cessione di valori fittizi per celare truffe e riciclaggio, la Guardia di Finanza fa emergere indebite compensazioni in F24 . Rischio boom di ricorsi dei contribuenti che hanno acquistato in buona fede gli importi sospetti, per poi scalarli dalle imposte da pagare. La girandola di cessioni di crediti d’imposta fittizi, resa possibile dalle maglie troppo larghe della prima normativa del Governo Conte 2 su bonus edilizi e superbonus, potrebbe non essere l’unica falla di un sistema studiato e realizzato con l’obiettivo di rilanciare l’economia del Paese, travolta dalla pandemia. Ma troppo spesso le buone ragioni non bastano, tanto che lo stesso presidente del Consiglio, Mario Draghi, venerdì 11 gennaio, ha tuonato contro «quelli che hanno scritto la legge e hanno permesso di fare lavori senza controlli».(…) per proseguire aprire allegato
Il ministro Giorgetti attacca il superbonus (con un anno di ritardo): “Droga un settore e fa ridere il mondo”. E sull’auto elettrica è senza un piano: “Chiediamoci cosa fare”– “Dobbiamo parlare del superbonus” afferma il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti in un’intervista al Corriere della Sera. Dobbiamo parlarne perché “stiamo dando un sacco di soldi all’edilizia (…) e droghiamo un settore in cui l’offerta di manodopera è limitata. Stiamo facendo salire i prezzi e contribuiamo all’inflazione”. “Diamo i soldi ai miliardari per ristrutturare le case delle vacanze. Ride tutto il mondo. Intanto rischiamo che dilaghi la disoccupazione nell’industria spiazzata dall’imposizione del passaggio all’auto elettrica entro il 2035″, prosegue Giorgetti che poi aggiunge “i politici dovrebbero andare nelle fabbriche a vedere cos’è la creazione di ricchezza. Qui se un benestante si ristruttura casa a spese dello Stato mentre l’industria non ce la fa a andare avanti, qualcosa non mi quadra”. Il ministro sottolinea come il governo di cui fa parte avrebbe voluto limitare la portata degli incentivi al mattone ma farlo è stato impossibile per la pressione delle forze politiche della maggioranza. https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/02/13/il-ministro-giorgetti-attacca-il-superbonus-con-un-anno-di-ritardo-droga-un-settore-e-fa-ridere-il-mondo-e-sullauto-elettrica-e-senza-un-piano-chiediamoci-cosa-fare/6492005/
Cosa dice e cosa fa il sindacato? Dice la cosa più ovvia “fermare le frodi ma non fermare i cantieri”, cosa molto giusta e sensata soprattutto se venisse accompagnata da una grande e coraggiosa iniziativa unitaria, popolare e nazionale, per far cambiare alcune regole che oggi consentono alle Camere di Commercio di registrare come impresa edile un semplice cittadino che si presenti con un Codice Fiscale per aprire un’azienda, versando poche centinaia di euro, senza disporre né di una struttura né di macchinari né di dipendenti….il seguito è immaginabile senza troppa fantasia sia per le frodi sia per gli infortuni sul lavoro.
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