Vendemmiatori per caso
Vendemmiatori per caso, giovani italiani vanno in Francia. Maurizio Franco racconta su L’Espresso n. 44, le esperienze di quei giovani italiani che in autunno raccolgono l’uva in Francia. Lavoro manuale e braccia in fuga dalle campagne italiane per il diverso trattamento sindacale e umano che trovano nei vitigni della Borgogna e di Bordeaux. (vedi allegato)
Sono coltivazioni intense con migliaia di filari che sconfinano con la linea dell’orizzonte. I vendemmiatori dormono in tenda, hanno un casolare con le docce, una cucina e una sala comune. Vanno lì per poche settimane, con un contratto regolare negato in patria. E sono sempre più numerosi. Nei vigneti francesi la paga oraria è di 11 euro. E a metà mattinata, durante una breve pausa, vengono distribuiti vino e salamelle
In Francia è possibile e in Italia no? Eppure il sindacalismo italiana vanta una tradizione superiore a quello francese in tema di contrattazione nazionale e territoriale. La Flai-Cgil e la Fai-Cisl sono le categorie che organizzano i lavoratori del settore agro-alimentare e contano, per ognuna, più di 200.000 iscritti, con risorse per la stampa e le sedi territoriali di un certo rilievo.
La Flai-Cgil – www.flai.it – da anni ha costituito un valido osservatorio con note approfondite sul agromafie e caporalato, sulla filiera agro-industriale e le truffe delle gare con doppio ribasso. Pubblica periodici rapporti, giunti al quinta edizione (vedi articolo in allegato).
Agromafie e caporalato: doppio ribasso e sottocosto fanno parte dello stesso problema. Il caporalato consente il lavoro in agricoltura per pochi euro all’ora e in condizioni di alloggiamento e diritti così miseri da essere giudicati, da non pochi studiosi, ben inferiori a quanto avveniva ai tempi della schiavitù consentita dalle leggi.
La Fai-Cisl Federazione Agricola Alimentare Ambientale Industriale Italiana, sul suo sito nazionale – www.faicisl.it – evidenzia il numero verde per SOS caporalato (vedi allegato) ma ben poco fa conoscere su come si contattano direttamente i lavoratori nei campi e/o dove vivono in baraccati.
I dati organizzativi sui siti sindacali sono pochi e molto datati. Denota un problema generale del sindacalismo italiano. La realtà di quanto avviene sui luoghi di lavoro, nelle campagne, si conosce grazie a reportage di bravi giornalisti anziché a quanto pubblicato sulla stampa sindacale sempre più orientata alle statistiche, a citare numeri anziché documentare le esperienze di lavoro e di vita, cosa possibile con inchieste sul territorio, un metodo sindacale diffuso un tempo e ormai raro nel sindacalismo dei nostri tempi, caratterizzato da grandi apparati di dirigenti sindacali a tempo pieno (oltre 36.000 per la sola Cisl) più propensi ai twitter, e simili, che all’ascolto, all’indagine e alla necessaria lettura.
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