Tre grandi allarmi sociali
Cig e sussidi: si apre una voragine per Inps; a maggio in Italia più assegni pensioni che buste paghe; tanti già senza lavoro nonostante il blocco.
Primo allarme – Un miliardo e mezzo di ore di cig e i conti dell’istituto sono in rosso di 35 miliardi. L’emergenza Covid-19 fa suonare un campanello d’allarme sulla sostenibilità dei conti dell’Inps. «Rispetto alle stime precedenti, abbiamo ora una previsione di squilibrio di 35,3 miliardi», dice Guglielmo Loy presidente del Consiglio d’indirizzo e vigilanza (Civ) dell’Inps, l’organo di garanzia che tutela gli oltre 41 milioni di contribuenti e pensionati iscritti all’Istituto. Come si arriva a questa cifra? «È il saldo tra i minori contributi incassati, in particolare a causa del maggiore utilizzo della cassa integrazione guadagni e le maggiori uscite cash per gli ammortizzatori sociali», spiega Loy. (in allegato articolo di Edmondo Rho, Espresso n.24 di Giugno)
Secondo allarme – «Da maggio più pensionati che lavoratori in Italia» L’ipotesi. Il numero delle pensioni erogate in Italia ha superato quello degli occupati: 22,78 milioni contro 22,77 milioni di persone in attività. Lo sostiene la Cgia di Mestre Il numero delle pensioni erogate in Italia ha superato quello degli occupati al termine del periodo di «lockdown» per la pandemia. Se nello scorso maggio coloro che avevano un impiego lavorativo sono scesi a 22,77 milioni di unità, le pensioni sono 22,78 milioni sostiene la Cgia di Mestre. Se si tiene conto del normale flusso in uscita da parte di chi ha raggiunto il limite di età e dell’impulso dato dall’introduzione di «quota 100», dopo il primo gennaio 2019 il numero delle pensioni è salito almeno di 220 mila unità. «Il sorpasso è avvenuto in questi ultimi mesi – spiega Paolo Zabeo della Cgia- Con più pensioni che impiegati, operai e autonomi, in futuro non sarà facile garantire la sostenibilità della spesa previdenziale che ora supera i 293 miliardi di euro all’anno». ( in allegato l’articolo del Manifesto e il comunicato della Cgia Mestre ).
Terzo allarme. Giovani, precari e disoccupati: ecco chi già paga. Intervista ad Andrea Garnero dell’Ocse: “Il blocco dei licenziamenti è solo per i dipendenti. Disoccupati e lavoratori con contratti a termine stanno già pagando il prezzo della crisi”. Il futuro? Part-time involontari e contratti pirata. E attenzione: la cassa integrazione senza fine rischia di essere un boomerang anche per i dipendenti che ne usufruiscono”. “Ad aprile c’è stato un calo occupazionale come non se n’erano visti durante la crisi 2008-2012. Com’è potuto accadere, se fino al 16 agosto, in teoria, non si può licenziare?”. Una pandemia, secondo Garnero, che è già cominciata. E che i dati sulla disoccupazione diffusi dall’Istat non rivelano, se non in controluce: “Per capire cosa sta succedendo bisogna andare al di là dei numeri sui disoccupati e guardare anche chi è diventato inattivo, ossia ha smesso di cercare lavoro, chi è occupato solo sulla carta, perché si trova in cassa integrazione totale, chi è il cassa integrazione parziale, chi sta lavorando part time- spiega Garnero a Fanpage.it -. Queste situazioni, tutte assieme, sono colte solamente dal numero di ore lavorate, l’unico indicatore che dovremmo davvero guardare”. Andrea Garnero è economista del lavoro presso la Direzione per l’Occupazione, è stato intervistato da Francesco Cancellato per il sito www.fanpage.it (in allegato il testo dell’intervista). Nelle buste paga dei lavoratori dipendenti in Cig, ad aprile e maggio, a causa del Covid-19 mancano 4,8 miliardi di euro, al netto dell’Irpef nazionale e delle addizionali regionali e comunali ( v.allegato)
TRE ALLARMI, CONFINDUSTRIA E UNIONE INDUSTRIALE TORINO SI FANNO SENTIRE…IL SINDACATO ATTENDE ANCORA E STA A GUARDARE…LE STELLE!
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