Venticinque anni fa, il 25 marzo del 1985 a Roma, Ezio Tarantelli fu assassinato da un commandos delle Brigate Rosse. Pochi giorni dopo Gino Giugni (l’estensore del testo legislativo dello Statuto dei Lavoratori) scrisse su “La Repubblica” che la violenza ha colpito questa volta un uomo che era rappresentativo di un filone di moderna cultura economica e che, pur capace delle più ardite elaborazioni econometriche, coltivava con intensa passione lo studio interdisciplinare dei ruoli giocati dagli attori della vita economica, e in specie dalle forze sociali…. MA era un intellettuale che la molla della curiosità e l’ ansia della ricerca avevano spinto ad accettare un ruolo di consulenza permanente al sindacato, idoneo a consentire la verifica continua delle proprie tesi e proposte. La scelta era caduta sulla Cisl, anche se la collocazione politica di Tarantelli era lontana da quella di molti dei dirigenti di quella confederazione.
In questi giorni è stato ricordato quel targico evento e la figura di quel giovane economista che rappresentò il “coraggio e la forza delle idee”.
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Segnaliamo di visitare il sito
www.conquistedellavoro.it per leggere l’inserto speciale su Tarantelli sul quotidiano della Cisl del 26 marzo; sono state riprodotte le pagine fotostatiche con le dichiarazioni rilasciate venticinque anni fa da sindacalisti, economisti, politici.
– Alleghiamo l’intero articolo di Gino Giugni del 29 marzo 1985 pubblicato su “La Repubblica”
– Alleghiamo l’articolo di Miriam Maffai del 26 marzo 2010 pubblicato su “La Repubblica”
– Segnaliamo la poco conosciuta audiointervista di Lucia Negri ad Ezio Tarantelli ( tratta dall’archivio storico della Cisl) nella quale Ezio Tarantelli spiega la sua originale idea di predeterminazione e di conguaglio a fine anno della scala mobile, a carico delle aziende, che meglio del sistema allora vigente avrebbe salvaguardato il potere d’acquisto dei salari. Tra l’altro in un periodo in cui l’inflazione oscillava dal 16 al 20% annuo! Con forza pone l’accento sulla necessità di cerare strumenti economici per frenare l’inflazione e per assicurare l’occupazione, essendo convinto che la “ disoccupazione era un bavaglio per le nuove generazioni, per i lavoratori e non già la premessa per la rivoluzione…”. Ascoltando quelle parole corre un brivido nella mente nel constatare la strumentalizzazione di un certo revisionismo che vorrebbe attribuire la paternità del “Decreto di San Valentino” a Tarantelli pur essendo noto che l’economista prese immediatamente le distanze per l’incompletezza delle decisioni governative ( Governo Craxi) contenute in quell’atto.
Non è stato possibile allegare il file mp3 perché superiore a 7 MegaByte. Per ascoltarla vai sul sito
www.fondazionetarantelli.it, quindi clicca a sx su
La Fondazione segnala e segui le indicazioni
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– Consigliamo di vedere il filmato curato dal figlio Luca Tarantelli, con la collaborazione di molti tra cui la Fondazione Nocentini, che era in onda sul digitale ( Repubblica TV – canale 12) il 26 marzo. Anche in questa memoria la voce di Ezio Tarantelli è nitida e ferma nel puntualizzare cose ben diverse dal ruolo di presunto promotore del superamento della scala mobile, anzi!
Allegato:
Un ricatto che va respinto_Giugni_1985.doc
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