Svilito il parlamento? ora.. o da ‘mo!
Da anni è in atto il ridimensionamento del ruolo del Parlamento con l’abuso del voto di fiducia, ben oltre quanto previsto dalla Costituzione.
Nell’ultimo dibattito alla Camera e al Senato per la graduale ripresa e la Fase 2, sono state formulate contro il premier Conte pesanti accuse di svilimento del ruolo del Parlamento, di violazioni costituzionali e di auto-attribuzione di “illegittimi pieni poteri”. Si sono distinti i due “Matteo”, Salvini e Renzi. Dei tre capi d’accusa ha certamente un fondamento il primo, che viene da molto lontano, dalla pratica ordinaria di governi di centro-destra, di centro sinistra, di convergenza nazionale, che hanno sempre messo la museruola alle proposte dei parlamentari ricorrendo al voto di fiducia, senza che ne ricorressero gli estremi costituzionali, oltre al modo di fare opposizione in auge da decenni nel paese. Matteo Renzi, così vivace nelle accuse alla recente seduta al Senato, ha mandato a Referendum popolare (4 dicembre 2016) la proposta di riforma della Costituzione, la legge Renzi-Boschi fatta avanzare con ripetuti voti di fiducia, che venne poi respinta con il 59,1% dei voti, con un’affluenza del 65.4%.
Sulle cause dello svilimento del Parlamento che ci sono e vengono da molto lontano leggere l’articolo allegato di Adriano Sofri pubblicato il 21 Aprile su Il Foglio.
Sulle presunte violazioni costituzionali operate con l’utilizzo dei Dpcm (Decreti legge presidenziali) leggere l’articolo allegato di Gustavo Zagrebelsky pubblicato su La Repubblica del 3 Maggio.
Il discredito riversato contro Giuseppe Conte nel dibattito parlamentare contrasta con i sondaggi che gratificano ancora di un sorprendente 64% l’operato del premier, seppure sceso negli ultimi 15 giorni di una manciata di punti. E “quell’ondata di discredito” pare promossa da un certo “ceto politico autoreferenziale” rinchiuso nell’Arena Parlamentare dove le “parole si prendono a pugno” e spesso sono incomprensibili, e contrasta con le sorprendenti e molteplici adesioni di diverso ambito politico, sindacale e culturale che in poche ore sono pervenute a sostegno di un Appello, a difesa dell’operato del premier promosso, in questi giorni. (vedi testo e prime firme in allegato).
Se un appello raccoglie grande consenso. Così inizia l’editoriale di Norma Rangeri su Il Manifesto del 3 Maggio. Venerdì, Primo Maggio, sul sito del manifesto è stato pubblicato un appello firmato da insegnanti, medici, baristi, preti di frontiera, a sostegno del governo “giallorosso”. Nessuno di noi poteva immaginare che avrebbe raccolto un enorme interesse tra le lettrici, i lettori e i simpatizzanti del nostro giornale con migliaia di adesioni in più che si sono poi aggiunte. Come si può spiegare un tale consenso? Probabilmente con il sostegno di una larga parte dell’opinione pubblica verso l’azione antiCovid messa in campo dal governo Conte. Anzi, è probabile che senza questo background politico-sociale l’appello non avrebbe avuto un ascolto così rilevante. I firmatari puntano il dito sull’attacco mediatico, pressoché unanime, rivolto al modo in cui è stata affrontata la tragica emergenza sanitaria del paese. Di cui, viceversa viene riconosciuta “la prudenza” e “il buon senso”. Distinguiamo: le critiche all’attacco mediatico, strumentale e con personaggi (da Renzi a Salvini) che se ne fanno interpreti, non significa che non si possano e non si debbano discutere le priorità economico-sociali e gli strumenti normativi messi in campo, come del resto invitano a fare le migliaia di firmatari. O che il governo Conte sia il migliore dei governi possibili. Un esercizio di critica, e di proposta, che del resto quotidianamente vive sulle nostre pagine. (…) per proseguire aprire l’allegato.