Il giornale francese Le Monde dedica l’editoriale di Mercoledì 27 all’incontro tra Sarkozy e Berlusconi. Non si parla né di Libia, né di scalate a Parmalat. Il vero soggetto al centro della discussione osserva Le Monde è l’immigrazione dove “due populismi” , come ha scritto B. Valli, si confrontano e si danno una mano per scaricare responsabilità su Bruxelles. Non è un buon segno conclude il quotidiano francese.
Parigi e Roma si riconciliano chiedendo a Bruxelles di risolvere i loro problemi: non è un buon segno in assoluto. Così si può sintetizzare lo strano vertice che ha riunito a Roma il Presidente francese e il primo ministro italiano.
Al centro della discussione un argomento vero: l’immigrazione. La Francia rimprovera all’Italia un gesto irresponsabile e contrario agli accordi Shengen di libera circolazione in Europa.
Di cosa si tratta ? Dopo la “ rivoluzione” tunisina, la piccola isola di Lampedusa ha visto arrivare da 20000 a 25000 tunisini che volevano venire a lavorare nella UE, in effetti per la maggior parte in Francia. Per le dimensioni di Lampedusa è molto, per quelle dell’Italia e della Francia, si può discutere….
Sotto la pressione di un Partito Xenofobo, la Lega Nord di cui Berlusconi ha bisogno per mantenere in piedi la sua coalizione Berlusconi si è sbarazzato del “problema”decidendo di rilasciare a questi tunisini visa per sei mesi permettendo loro di circolare nella UE. Questo è contrario agli accordi di Shengen.
Sotto la pressione di un Partito di destra anti immigrati, il Fronte nazionale, Sarkozy , in anno elettorale, ha replicato minacciando la soppressione della convenzione di Shengen del 1985 !!
I due uomini hanno deciso di demandare alla Commissione Europea e al Consiglio di risolvere la questione. Vogliono prima di tutto mezzi per sorvegliare le frontiere esteriori e sostengono che “ in casi di difficoltà eccezionali “, di poter ristabilire controlli alle frontiere interne all’Europa.
In questo affare la battaglia delle cifre è pessima cosa. Oggi, si tratta “solo” di 20000 persone ma tutto lascia indicare che la destabilizzazione politica in tutto il Nord africa provocherà negli anni a venire un flusso migratorio non di “proporzioni bibliche” o “uno stunami” come si dice a Parigi e Roma , ma rilevante. E’ un tema vero.
Conclusa nel 1985 ed essenzialmente dedicata ai movimenti migratori tra europei, la convenzione di Shengen è, insieme all’Euro, una delle realizzazioni migliori dell’Europa. Una sola moneta e niente frontiere, che simboli !
Ma bisogna adattare Shengen ai flussi migratori dell’epoca. Questo vuol dire aiutare gli Stati – Italia, Grecia,Spagna – che sulle frontiere esterne della Comunità sono incaricate di regolare l’immigrazione. E’ necessaria una visione non ripiegata sul contingente. Una strategia che prenda in considerazione tutta la complessità del problema.. Senza dubbio non può essere affrontato solo in termini di sicurezza. La UE deve darsi una strategia di investimenti, di aiuto e di crediti a lungo termine nei confronti dei vicini della sponda Sud perché la Primavera araba non si traduca in più pressione migratoria.
Tutto ciò ha un costo politico ed economico. E’ un bel problema in una Europa l’idea stessa di solidarietà budgetaria rinforzata è più tabù che mai. Per non parlare della visione politica. Una lettera franco – italiana a Bruxelles non è certo sufficiente.
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