Stellantis dopo il 12 aprile
Lo sciopero di Stellantis e del settore automotive di Sabato 12 aprile con corteo e comizio in Pzza Castello, promosso da sei sigle sindacali presenti a Mirafiori, un evento definito storico da tutti i commentatori e media, è stato valutato dai sindacati come un grande successo con ben 12.000 persone davanti a Palazzo Madama. Ma così non è stato come si può constatare dalla foto qui riprodotta, scatta dalla nostra redazione, quando è terminato l’afflusso del corteo proveniente da Via Pietro Micca e gli interventi dal palco – poco sollevato da terra e con un pessimo audio – erano iniziati da 10 minuti. Ironicamente si può sottolineare che quando sfilano i quadri Fiat (ora ex) i numeri miracolosamente …lievitano. Era già successo molti anni fa! Vedi altro commento con https://www.cislpiemonte.it/
Non tira buona aria neppure nel rapporto Stellantis-Governo. Il geo Tavares accoglie le osservazioni critiche sul nome “Milano” della vettura prodotta in Polonia cambiandolo in “Junior” ma rintuzza il ministro D’Urso facendo ben intendere che un via libera a prouttori cinesi in Italia comporterebbe ricadute negative per i programmi produttivi-occupazionali di Stellantis.
Il rapporto tra i sindacati promotori dopo la manifestazione del 12 aprile? Non esistono comunicati congiunti, sono libere le interpretazioni. I sindacati torinesi Fim-Fiom- Uilm poche settimane fa avevano definito una posizione unitaria per sostenere la fine dell’anomalia italiana che registra la presenza di un solo produttore di auto, un monopolio considerato negativamente da attenti analisti economici. Ma questa richiesta unitaria torinese sembra sia svanita ascolta i tanti se e i tanti ma di segretari nazionali. Negli ultimi giorni è stata ripresa e sostenuta (tatticamente o realmente?) dal ministro D’Urso. Si vedrà.
Notizie poco lusinghiere per i lavoratori dall’Assemblea degli azionisti Stellantis svoltasi ad Amsterdam. Di seguito pubblichiamo l’articolo di Teodoro Chiarelli – La Stampa del 17 Aprile.
<< Fila via liscia senza particolari sussulti ad Amsterdam l’assemblea degli azionisti di Stellantis, mentre su Torino piomba la richiesta di nuova cassa integrazione a Mirafiori. Nel meeting in Olanda sono stati approvati tutti i punti all’ordine del giorno, compresa la proposta di remunerazione del board della società nata dalla fusione fra Fca e Psa, passata con il 70,2% dei voti. Il dissenso sulla politica retributiva alla fine non è andato oltre un pur significativo 29,8%, mentre gli altri punti all’odg (fra cui l’approvazione del bilancio) hanno ottenuto percentuali altissime. Gli azionisti erano chiamati a dare il loro voto anche alla remunerazione dell’amministratore delegato Carlos Tavares che aveva fatto storcere il naso a diversi fondi presenti nel capitale.
Si tratta di incentivi legati al raggiungimento degli obiettivi del gruppo e alla trasformazione di Stellantis in un’azienda di mobilità tecnologica sostenibile. Complessivamente quindi la remunerazione del manager portoghese è stata di 23,5 milioni di euro, a fronte dei 14,9 del 2022, con un incremento che supera il 55%.
Altri 13 milioni gli verranno attribuiti al raggiungimento di determinati obiettivi al 2025, per un totale che può arrivare a 36,5 milioni. Il presidente John Elkann ha ricevuto invece 4,8 milioni, uno in meno del 2022: una paga base di 924.404, fringe benefit del valore di 684.230 euro e 3,2 milioni di incentivi variabili.
Nel 2022, Tavares suscitò le ire del presidente francese, Emmanuel Macron, che bollò come «scioccante ed eccessivo il totale astronomico» della sua retribuzione. Stellantis fece invece notare che questi compensi sono in linea con quelli di multinazionali come Boeing negli Usa (Dave Calhoun, 33 milioni di dollari per il 2023). Del resto, con i suoi numerosi brand, fra i quali Jeep, Fiat, Alfa Romeo, Maserati, Peugeot, Citroën, Opel e Dodge, il gruppo Stellantis ha annunciato a metà febbraio utili record, 18,6 miliardi di euro per il 2023 (in aumento dell’11% rispetto all’anno precedente), e un fatturato di 189,5 miliardi. Il dividendo è di 4,7 miliardi.
«Nel 2023 abbiamo realizzato progetti importanti e raggiunto traguardi significativi per Stellantis – ha commentato Elkann aprendo i lavori -. Siamo orgogliosi di quanto abbiamo fatto. Abbiamo la passione, la mentalità e l’energia positiva per fare ancora meglio per la società in cui operiamo. I nostri tre Paesi fondatori (Francia, Italia e Stati Uniti) svolgeranno un ruolo importante nel nostro processo di adattamento e trasformazione in un’azienda tecnologica per la mobilità sostenibile. Sono fiducioso che, spinti dalla nostra diversità, continueremo a guidare il modo in cui il mondo si muove». A sua volta Tavares non ha nascosto le difficoltà che il gruppo dovrà affrontare quest’anno, ostentando comunque ottimismo. «Il 2024 – ha detto – continuerà a essere un anno impegnativo. Abbiamo alcuni aspetti positivi e naturalmente degli ostacoli. Sarà un altro anno fantastico con ottimi prodotti».
Intanto si ferma ancora la carrozzeria di Mirafiori. Stellantis ha annunciato nuova cassa integrazione per tutti gli oltre 2 mila lavoratori della 500 elettrica e della Maserati da lunedì 22 aprile a lunedì 6 maggio. Il nuovo stop collettivo arriva dopo la cassa integrazione già in corso per i 1.260 lavoratori della 500 elettrica e il contratto di solidarietà in vigore fino a dicembre a rotazione per i 960 dipendenti della linea della Maserati. Preoccupati i sindacati che chiedono un tavolo a Palazzo Chigi. >>—
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