Secondo Gian Antonio Stella, “L’Islam spiegato ai leghisti” di Khaled Fouad Allam, è “lucido e documentato. Un libro che farà discutere”. Speriamo. Dubito che i leghisti leggano questo testo di un sociologo arabo persino arrivato al Parlamento italiano con il Pd. Il sussiego smorfioso dell’on. Roberto Castelli, quello che “marxianamente vive del proprio lavoro”, ti guarderebbe con l’aria di chi dice che gli basta quello che sa già. D’altra parte, quali siano le letture del cosiddetto popolo padano è un mistero. Una ricerca originale potrebbe svelarlo e aiutarci a comprendere un fenomeno politico che, prima di insediarsi dalle parti di Palazzo Chigi, è nato tra l’iralità dell’Italia democratica e l’ostilità dei mass media.
Allam vuole in sostanza spiegare che l’integrazione è una fatica inesorabile cui la civiltà europea si deve piegare, invece di arroccarsi a difesa della presunta superiorità della sua democrazia. E la dimostrazione sta nel fatto che l’Italia attuale con la sua arte, la sua cultura, le sue tradizioni ammirate nel mondo è il risultato di un incrocio plurisecolare con apporti estranei al suo ceppo originario. Ma di quale ceppo? Di quale identità originaria sto straparlando, se nelle nostre vene scorre sangue fenicio, greco, germanico, arabo, normanno, spagnolo, ebraico? Da dove abbiamo ricavato filosofia, teatro, scultura, alfabeto, numeri, musica, democrazia e cucina?
Avvicinandosi senza chiedere permesso, ciò che sembrava lontano e addirittura incompatibile è diventato, con la fatica del tempo e delle prove fallite al primo colpo, un sedimento famigliare, un’attrezzatura quotidiana, un’aria diversa ma ugualmente respirabile e addirittura irrinunciabile. Come saremo al termine di quest’altro decisivo romanzo di formazione è difficile da prevedere, anche perchè, come diceva John Maynard Keynes, a lunga scadenza saremo tutti morti.
Dovremo avere tanta pazienza di aspettare, ma metterci in cammino sulla strada giusta. E, nel frattempo, dobbiamo aspettarci di vedere scorrere tanto sangue, odio, carcere, traversate nel mare assassino che ti inghiotte come se fosse il lavandino del mondo, espulsioni, fili spinati, ghetti, muri, restrizioni legislative sempre più severe e sempre prudenti con chi paga la raccolta di pomodori e uva 30 euro da stelle a stelle.
Abbiamo superato quota sette miliardi. Se la ricchezza rimarrà nelle mani del 20 per cento occidentale della popolazione mondiale mentre continuerà il saccheggio delle risorse del Terzo Mondo (acqua e petrolio), si può legittimamente pretendere che, in un futuro non molto lontano, la grande maggioranza dell’umanità accetterà in pace la sua condanna alla fame e alla sete?
In assenza di redistribuzione della ricchezza su scala planetaria e in assenza di politiche attive di accoglienza ed integrazione fondate sulla legalità e sull’umanità, la guerra e la violenza appariranno una risposta terribile, ma l’unica possibile alla portata dei diseredati. E’ già avvenuto: la civiltà europea è il risultato della fine delle guerre di religione che l’hanno dilaniata a partire dalla Riforma protestante.
Dopo essercele date di santa ragione (ma chi aveva ragione?) per quasi due secoli, abbiamo convenuto che era ora di smetterla e che era meglio ingoiare il rospo della convivenza. Sarebbe saggio non ricominciare in questa nuova epoca. La democrazia deve contaminare l’Islam e l’Occidente non deve sentirsi depositario di una missione civilizzatrice che autorizza il monopolio della forza.
Buon lavoro. E non lasciamoci condizionare troppo dal turbolento e sonnolento esercito di fannulloni sempre pronti a invocare la necessità di difendersi con l’uso preventivo della forza.
KHALED FOUAD ALLAM, L’Islam spiegato ai leghisti, Piemme, pag.171, euro 15,50.
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