SINDACATO NEL SINDACATO !? – F.Aloia e M.Lobianco – servizi Caf Cisl –
Il ruolo di un sindacato nel sindacato!? Cosa vuol dire? Si può capire leggendo questo articolo e su quanto abbiamo già pubblicato sulla vicenda della regionalizzazione dei servizi Caf Cisl, sulle contestazioni pubbliche sollevate da rappresentanti della Cisl del Canavese, la replica della segreteria Cisl To e Canavese . Per rileggerli attivate i due link a fondo pagina.
Si è ricomposta quella frattura, sono rientrate o sono superate dai fatti quelle contestazioni? La risposta è un SI’ se si guarda a quanto dicono, o non dicono, gli organismi regionali della Cisl; è invece un NO la risposta di chi ha rimarcato quali siano i punti critici di quella riorganizzazione.
Per approfondire questa vicenda, nelle settimane scorse, la nostra redazione si è fatta promotrice per realizzare un confronto “faccia a faccia” tra i protagonisti, previo il concordare metodo, domande e moderatore. Oppure un confronto “a distanza” ospitato sul nostro sito dopo aver definito le domande. In allegato potete leggere i dettagli delle due proposte che, per ora, non è stato possibile portare in porto.
Auspicando di poterlo realizzare una delle due iniziative aggiorniamo la vicenda utilizzando stralci di due recenti lettere: quella di Domenico Lobianco, segretario generale della Cisl To e Canavese, inviataci il 18 febbraio, e quella di Franco Aloia che è stata distribuita al Consiglio Regionale Cisl del Piemonte il 3 febbraio.
Domenico Lobianco ricostruisce il contesto che ha sollecitato la Cisl alla riorganizzazione delle sue strutture e dei servizi optando per una soluzione con i centri decisionali più accentrati ( accorpamento di categorie e di strutture territoriali, regionalizzazione dei servizi). Riportiamo stralci rinviandovi alla lettura del testo che trovate in allegato
“Per capire il vero problema che ha portato alla riorganizzazione delle società che gestiscono il servizio fiscale per la Cisl bisogna risalire alla storia degli ultimi anni, il vero problema dal punto di vista economico che si trova ad affrontare la Cisl e tutto il sindacato (…) questo è il periodo più drammatico per i nostri bilanci (..) non perdiamo iscritti ma da cassaintegrati esodati e precari si pensi quale può essere il contributo economico, e con orgoglio sottolineo che tutte le entrate sono faticosamente dovute agli iscritti.
Lobianco elenca nelle lettera la revisione di spesa operata “iniziando riducendo segretari e segreterie, accorpando i territori (…) da anni i Segretari della Cisl Torino e Canavese non hanno avuto alcun adeguamento economico neppure l’Ipca, abbiamo rinunciato alle indennità di Segretari Generali e aggiunti. Sottolinea “I sindacalisti dirigenti a tempo pieno (Segretari) hanno fatto da soli e tra di loro il contratto di solidarietà riducendosi i compensi ma non l’orario , a favore degli operatori e i dipendenti dei servizi (…)
Per i servizi Caf afferma “ le società dei servizi hanno vissuto nel passato qualche anno con un margine discreto (…) puntando allo sviluppo territoriale delle sedi e dei servizi vicini all’iscritto e al lavoratore pensionato che vive sul territorio. Questo ha fatto anche la società del Canavese che ha fatto miracoli nel diffondersi sul territorio conquistando anche le cosiddette quote di mercato o più sindacalmente allargando la tutela a una quantità crescente di utenti tanto da diventare la più forte tra le società presenti sul territorio.
Lobianco mette in rilievo “ Negli ultimi cinque anni lo stato ha ridotto di oltre il 25% i rimborsi per compensare i servizi erogati dai CAF, (la cifra corrisponde alla media delle compensazioni sui vari servizi: 730. RED, Isee e quanto altro considerato).
Abbiamo escluso di caricare il costo sugli iscritti e utenti per cui ci siamo trovati tutti, non solo il Canavese, a ripensare il modello organizzativo non in modo difensivo, bensì professionalizzando gli strumenti di gestione, integrando le procedure e razionalizzando gli staff di Direzione (…)
Lobianco precisa “ Questo per sgomberare l’idea balzana che ci sia una accusa ai modelli di gestione precedenti: è cambiato il contesto, oggi il problema è di tutti, lo abbiamo discusso per almeno tre anni e spesso fatto critiche insieme alle proposte che ci venivano fatte e infine concluso, anche non tutti consenzienti, che una via poteva essere la creazione di una società regionale che supera la frammentazione territoriale e garantisce unicità di guida, di spesa, di gestione.
Prosegue con riferimento specifico al Canavese “Le osservazioni fatte dal Canavese nella discussione sono state anche condivise e approfondite in quanto riguardavano tutti, in particolare la perplessità di una centralizzazione che avrebbe demotivato le risorse territoriali a lavorare per crescere autonomamente. A questa osservazione è stata data una risposta che riteniamo soddisfacente e che stiamo effettivamente utilizzando. E’ stato garantito che ogni territorio abbia una autonomia nelle scelte e nella organizzazione: le nove società preesistenti sono rimaste con lo stesso territorio e come centri di costo autonomi che ci danno la possibilità di gestire il servizio dentro la sostenibilità del bilancio entrate uscite (…)
Conclude descrivendo l’iter operativo che si sta seguendo ( quello su cui si sono sollevate le contestazioni più rilevanti interpretate da Franco Aloia) “ Inizialmente con la prudenza che ci è data dall’esperienza, la nuova società ha assorbito il personale indispensabile per una gestione equilibrata e si sono prese in considerazione tutte le persone che hanno lavorato precedentemente. La cosa che sto raccontando è stata spiegata in assemblee con i lavoratori, in incontri con le RSU, con la Fisascat in tutte le sedi dal territorio al nazionale.
Io come Segretario Generale ho avuto tre incontri specifici collettivi e positivi con tutto il personale della società precedente trovando spunti motivazioni e richieste di modifica alle nostre idee iniziali.
Però siccome non bastano i rapporti istituzionali ci siamo rapportati, come doveroso, con i singoli operatori cercando una soluzione per tutti indistintamente.
E’ stata fatta una proposta di rioccupazione a tutti, per alcuni con modalità diverse ad esempio passando dal part time orizzontale a verticale col tempo determinato o altre soluzioni che non possono mancare nella fantasia del sindacalista.
Sono stati fatti accordi con la Fisascat per l’affitto di ramo di azienda e del personale per le società che hanno conservato una attività ma a tutti i lavoratori della nuova Società Regionale, a prescindere dalla provenienza, sono state applicate le medesime regole di inquadramento-retribuzione-riconoscimento professionalità e anzianità di servizio nel settore.
La lettera che Franco Aloia ha distribuito a tutti i componenti del Consiglio Generale, convocato il 3 febbraio, nella prima parte richiama principi e il Dna della Cisl che – afferma – di non ritrovare nel processo di centralizzazione in atto e tantomeno nell’iter seguito. Rimandiamo alla lettura del testo allegato per poter mettere in evidenza le quattro domande conclusive che Aloia ha rivolto. Queste.
- La Cisl può consentire che l’autonomia dei Caf si spinga fino al licenziamento di propri dipendenti per esigenze di bilancio?
- La Cisl può accettare che i Caf possono attuare forme di mobilità da posto a posto di lavoro, anche tra società differenti, azzerando per i lavoratori interessati i benefici dell’anzianità di lavoro?
- La Cisl può ignorare che la ristrutturazione e la mobilità per garantire efficienza/efficacia ai servizi siano realizzate prive di un accordo sindacale tra il sindacato di categoria che rappresenta tali lavoratori ( nel caso la Fisascat ) e i Caf interessati?
- La Cisl può dimenticare che è sua la proposta dei Contratti di Solidarietà ( ripartire il lavoro possibile) per rispondere al problema del riequilibrio di organico? Si dovrebbero esentare i nostri Caf regionalizzati? Da tempo è la stella polare da noi indicata per ridistribuire in modo omogeneo l’orario necessario per gestire con efficacia/efficienza i servizi. Con una tipologia di contratto uniforme e stabile. Si riesce a farlo in importanti aziende, seppure ancora troppo poche rispetto le centinaia di migliaia di ore di cassa integrazione.
Concludendo così “ Sono quattro domande alle quali, credo, gli organismi statutari, certamente il Consiglio Regionale Cisl del Piemonte non possono sottrarsi. Lo dico anche come Probo Viro a cui lo Statuto Cisl assegna specifici ruoli. Confido che si possa discutere con franchezza evitando di “girare la testa” pensando che ad altri, in nome dell’autonomia e dei ruoli, competa di pronunciarsi sulle quattro domande poste”.
Le lettere di Aloia e di Lobianco evidenziano due metodi ben diversi per affrontare e risolvere i problemi degli organici e della regionalizzazione dei servizi Cisl.
Il Segretario Cisl Mimmo Lobianco difende il metodo dei suoi incontri diretti (tre) con tutto il personale interessato dell’area canavesana, proseguiti con incontri personali con proposte per il nuovo rapporto di lavoro anche modificando la preesistente tipologia del contratto a part time ( da orizzontale a tempo indeterminato a verticale a tempo determinato).
Franco Aloia contesta il percorso descritto da Lobianco, ovvero aver scelto il percorso dei rapporti individuali (Segretario e singolo lavoratore) anziché quello del rapporto con il sindacato di categoria che rappresenta quei lavoratori (Fisascat) per definire con la Cisl e/o il Caf un accordo collettivo sindacale caratterizzato dai punti richiamati nella sua lettera.
Sono pervenuti commenti e lettere di lavoratori dei Caf che non hanno più un rapporto di lavoro stabile come il precedente, lettere di profonda delusione (al nostro sito tramite reply ai nostri precedenti articoli, a Franco Aloia) o di apprezzamento (a Lobianco) per il modo in cui si sono svolti i colloqui personali ma nonostante ciò annunciando una vertenza legale. Al momento non abbiamo potuto verificare se esista il consenso degli interessati per pubblicare queste lettere. Ci riserviamo di farlo nei prossimi giorni.
Continueremo ad insistere per realizzare confronti diretti “faccia a faccia” o “ a distanza” perché sono in ballo questioni importanti per la vita e il modo d’essere del sindacato quando al suo interno sorgono problemi simili a quelli che si debbono affrontare in un’azienda. Ovvero il ruolo di un sindacato che rappresenta i dipendenti in una struttura di servizi (privata) partecipata al 100% dallo stesso sindacato.
Allegati – Lettera di Domenico Lobianco 18-2-14 – Lettera di Franco Aloia 2-2-14
- http://www.sindacalmente.org/content/chi-discredita-la-cisl-aserafino-servizi-caf-e-contestazioni
- http://www.sindacalmente.org/content/e-un-deprecabile-atto-denuncia-di-faloia-licenziamenti-caf
- http://www.sindacalmente.org/content/si-sapeva-o-non-sapeva-servizi-cisl-garanzie-i-lavoratori
Allegato:
lettera_lobianco_segcislto_18-2-14.doc
lettera_aloia_2-2-14.doc
schema_iniziale_per_confronto_a_distanza.doc
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