SI’ TRIV E NO TRIV – referendum – il quesito:volete abrogare… – 12 allegati –

Si Triv e No Triv. Sono stati pochi i referendum indetti nel nostro paese con un quesito ben comprensibile agli elettori,  per valutare le conseguenze della vittoria del SI’ o del NO. Al voto popolare si sottopone sempre l’abrogazione di norme vigenti. Il Referendum del 17 Aprile è fuorviante nei suoi slogan. Il No Triv non significa per nulla No alle trivelle in mare. Finora è mancata un’informazione pubblica adeguata, anzi si è aggiunta la campagna per “non andare a votare”, che significa un disimpegno dall’assunzione di responsabilità sociale e politica.

Entro le 12 miglia marine in Italia non si può più trivellare, per una recente disposizione legislativa. In altri paesi europei la normativa è meno rigida. Il Sì Triv significa che si vuole abrogare quella specifica norma che consente alle società interessate di proseguire l’estrazione (di petrolio e di gas) oltre la scadenza delle concessioni (in genere trentennali) fino all’esaurimento dei giacimenti.

Il Sì Triv significa scaduta la concessione termina la facoltà a proseguire l'estrazione. Qui riassumiamo in una scheda di cosa si discute con il Referendum Trivelle.  

Quando e su cosa si vota. Il referendum popolare sulle trivelle si terrà domenica 17 aprile in tutta Italia: sarà possibile recarsi alle urne dalle 7 alle 23. I cittadini italiani sono chiamati ad esprimersi sull'attività di ricerca e di estrazione di idrocarburi liquidi e gassosi entro 12 miglia marine (circa 22,2 km) dalla costa: decideranno in sostanza se consentire agli impianti già esistenti di continuare la coltivazione di petrolio e metano sino all'esaurimento del giacimento, anche oltre la scadenza naturale delle concessioni. Come per tutti i referendum abrogativi popolari il quorum è valido se si reca a votare il 50% più uno degli aventi diritto.

Le concessioni sono 35. A oggi nel nostro mare entro le 12 miglia sono presenti 35 concessioni di coltivazione di idrocarburi, di cui 3 inattive, una è in sospeso fino alla fine del 2016 (al largo delle coste abruzzesi), 5 non produttive nel 2015. Le restanti 26 concessioni, per un totale di 79 piattaforme e 463 pozzi, sono distribuite tra mar Adriatico, mar Ionio e canale di Sicilia.

Fine delle estrazioni se vince il sì?  Con il sì le società petrolifere dovranno mettere fine alle loro attività di ricerca ed estrazione secondo la scadenza fissata dalle loro concessioni, e quindi secondo la data stabilita al momento del rilascio dell’autorizzazione alle compagnie, al di là delle condizioni del giacimento. Lo stop, quindi, non sarebbe immediato, ma arriverebbe solo alla scadenza dei contratti già attivi. Il referendum avrebbe conseguenze già entro il 2018 per 21 concessioni in totale sulle 31 attive: 7 sono in Sicilia, 5 in Calabria, 3 in Puglia, 2 in Basilicata e in Emilia-Romagna, una in Veneto e nelle Marche. Il quesito referendario riguarda anche 9 permessi di ricerca, 4 nell’alto Adriatico, 2 nell’Adriatico centrale, uno nel mare di Sicilia e uno al largo di Pantelleria.

Cosa succede se vince il no o l'astensionismo. Le concessioni attualmente in essere avevano una durata di trent’anni con la possibilità di due successive proroghe, di dieci e di cinque anni che, in caso di vittoria del no, potrebbero essere concesse, prolungando così il periodo di attività delle trivellazioni. Con una modifica apportata al testo in materia dall’ultima legge di stabilità potrebbero però rimanere «per la durata di vita del giacimento». Ovviamente nel rispetto delle valutazioni di impatto ambientale che andranno in ogni caso fatte in caso di richiesta di rinnovo della concessione alle trivellazioni.

Le posizioni in campo. Il referendum è stato promosso da nove regioni (Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria e Molise). Il governo Renzi non ha preso ufficialmente posizione ma sembrerebbe aver scelto la linea dell'astensionismo, sollevando non pochi malumori all'interno del Pd.

Alleghiamo alcuni articoli che possano sollecitare l’approfondimento: alcuni esprimono valutazioni opposte sul merito del quesito referendario, altri si soffermano e richiamano la Laudato sì di Francesco sollecitando i cittadini alla discussione e alla partecipazione al voto.

Per maggior informazione aprire i 10 allegati

Allegato:
a_proposito_del_referendum_ufficio_pastorale.pdf
laudato_si_e_trivelle.doc
alberto_clo_e_altri_112_per_il_no.doc
chi_e_perche_contrari_al_referendum_trivelle_borghini.doc
le_discussioni_nei_sindacati_web.doc
no_triv_il_referendum_truffa.doc
trivelle_in_mare_la_voce_della_chiesa_viana.doc
prodi_su_referendum_trivelle.doc
botta_e_risposta_tra_eni_e_greenpeace.doc
se_amate_il_mare_non_andate_al_mare_il_17_vescovi_piemonte.pdf

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