QUEL CORAGGIO CHE MANCA OGGI – redazione – sindacato & storia 5/4/11

Infuria la polemica a Torino, alla Fiat e all’ex-Bertone. Cartellate in malo modo. Una china rischiosa per tutti. Pensiamo sia utile alla riflessione rileggere l’intervista che Aris Accornero – che ben conobbe la repressione vallettiana ed i sindacati venduti e subalterni – ha rilasciato a gennaio 2011, prima del referendum su Mirafiori, sulla Cisl degli anni 50 ed odierna, Su Giulio Pastore e su Raffaele Bonanni. Aris Accornero ricorda il coraggio di Pastore per dire che “quel coraggio” manca oggi a Bonanni, aggiungendo che: «Pastore si confrontò solo con l’invasività della Fiat, Bonanni deve far i conti con la globalizzazione. Serve un sindacato flessibile e internazionale».

Acute sono le riflessioni sulla Cisl che non divenne un sindacato made Fiat, pur essendo stata sottoposta ad un’assidua corte della Direzione Fiat. dalle iniziative della Direzione Fiat.

Ricorda Accornero «Quando ero a Torino come giornalista partecipai nel 1959 a un ennesimo scontro intorno alla Cisl torinese. Allora il sindacato aziendale era quello di Arrighi e la Cisl prese una batosta elettorale. Il confronto toccò a Bruno Storti che reagì rimangiandosi un po’ di passato e riconquistando l’unità sindacale. Ricordo grandi tensioni interne alla Cisl. Attriti dovuti alla natura della Fiat, al suo aziendalismo e alla volontà della creazione di un sindacato aziendale che qui in Italia non ha tradizione. Anche se adesso con i contratti aziendali, vedremo forse la nascita di sindacati aziendali. È presumibile che a Mirafiori il referendum venga accettato obtorto collo. Un accordo così impositivo che fa meraviglia che Bonanni lo abbia accettato. Ma sappiamo che l’azienda ha portato un documento pesante che chiude il dissenso e elimina i dissenzienti, che non si poteva correggere ma solo firmare o non firmare. Bonanni è stato travolto, rispetto a Pastore, da cose più grandi di lui. Non solo dalla Fiat ma anche dalla globalizzazione. Tocca avere adesso un sindacato diverso, più snello e internazionale. Senza questo, l’altro chiamato globalizzazione, vincerà di sicuro in molti Paesi».

 

In allegato il testo completo dell’intervista di Alessandro Di Renzo ad Aris Accornero tratta da www.agenziami.it 12-1-2011

 

 

Allegato:
Il coraggio di Pastore_Accornero.doc

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