Luciano Pero è docente di Organizzazione per il Mip Politecnico di Milano, insegna alla Facoltà di Ingegneria dei Sistemi di Como. Si interessa di innovazione organizzativa, architetture dei sistemi informativi, relazioni industriali e mercato del lavoro. Nell’ intervista realizzata da Barbara Bertoncin su “Una Città” approfondisce il suo punto di vista sulla partecipazione e sull’innovazione. Parte dal sistema che sarà adottato a Pomigliano, l’Ergo Uas-Wcm , che ha lo scopo di maggior ergonomia sul lavoro e di evolvere il sistema toyotistico. Denuncia una diffusa ignoranza sui modelli organizzativi innovativi, tanto da confondere l’Ergo Uas con il Wcm o che non si sappia cosa in realtà siano. Pensa che l’errore dei sindacati sia quello di non aver richiesto, in cambio di innegabili sacrifici, una maggiore partecipazione degli operai alla progettazione.
Sostiene che il Wcm o il sistema Toyota non si possono applicare a una piccola e media impresa, ma da essi si possono prendere degli spunti, dei metodi, degli strumenti, per eliminare molti sprechi, per guadagnare da eliminare, dall’altro, ha parecchio da guadagnare in termini di produttività.
Il docente osserva che “ Per fare questo ci vuole la formazione dei lavoratori e dei capi (che talvolta sono ignoranti esattamente come i lavoratori) e anche dei manager di alto livello, che spesso sono ottimi tecnici, ottimi tecnologi, ma conoscono poco questo tipo di tecniche”. Pone l’accento che sui temi della partecipazione il nostro paese sconta un ritardo forse anche culturale, da cui i sindacati non sono esenti.
Afferma che “ I sindacati italiani non hanno tradizione di partecipazione. E’ vero che la Cisl sostiene da sempre la partecipazione, principalmente a livello istituzionale, un po’ alla tedesca, secondo la forma della codeterminazione oppure come "azionariato operaio”. Ma purtroppo nel nostro paese è difficile realizzarla perché la maggior parte delle imprese italiane sono medio piccole”
Propone un’altra via, più concreta, quella della partecipazione dal basso, cioè quella che Bruno Manghi designa come "partecipazione organizzativa”.
Luciano Pero sostiene che “in pratica in moltissime aziende già c’è in forma ridotta. Per un milione di addetti metalmeccanici, il coinvolgimento nell’organizzazione del lavoro di fatto è enorme. L’artigiano, la piccola impresa, già oggi coinvolge il lavoratore, gli affida responsabilità gestionali importanti: la qualità, la commessa, il tempo, il rapporto col cliente, col fornitore”.
In conclusione della lunga propedeutica intervista si sofferma sulla flessibilità degli orari di lavoro, citando quelli cosiddetti “a menù” portando ad esempio l’unico caso veramente emblematico di adozione di orari a menù da lui conosciuti in Italia: quello della ZF (1) di Assago a Milano Sud. Si tratta di una ditta tedesca, di proprietà semipubblica, perché la maggioranza è detenuta da un piccolo Comune tedesco, Friedrichshafen, sul lago di Costanza. Il proprietario aveva dato disposizioni affinché alla sua morte le sue azioni venissero date al Comune, che oggi risulta proprietario di maggioranza. Il management è spesso orientato all’accordo coi sindacati. Nel 2001 la ZF ha stilato un accordo sindacale. Luciano Pero lo considera “ straordinario, realizzando in pieno quello che a me sembrava un’utopia in questo paese. Loro invece ci sono riusciti. E’ un sistema bellissimo, anche dal punto di vista tecnico, di programmazione della produzione”.
Invitiamo a leggere con grande attenzione la lunga intervista ( 8 cartelle) allegata che aiuta a comprendere la logica d’impresa, la partecipazione organizzativa dal basso, il futuro della contrattazione informale e istituzionale del sindacato e delle Rsu a livello aziendale.
Nota 1 – La nascita ufficiale della ZF Italia srl avviene nel 1990 quando la società SAIM, licenziataria del marchio ZF per l’Italia, si unisce al colosso tedesco ZF Friedrichshafen AG. Ha sede ad Assago (Milano sud).Al debutto contava 47 dipendenti, oggi, nel 2009, dopo anni di continua crescita ha superato i 68,5 milioni di Euro di fatturato con 143 dipendenti. I prodotti offerti coprono tre aree principali di business: l’automotive (cambi meccanici, automatici ed automatizzati, assali, sistemi sterzanti, frizioni, prese di forza, ecc.), l’automazione industriale (freni a isteresi, riduttori epicicloidali e angolari) e il settore marino (invertitori, eliche a passo variabile fino alle innovative eliche di superficie).
Allegato:
Partecipazione e innovazione_Pero.doc
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