Nichi Vendola rappresenta oggi la cerniera più credibile per tante anime della sinistra e del pacifismo. Il suo mutato atteggiamento – dalla disponibilità all’intervento Onu al secco No alle bombe – è tutt’altro che un ondeggiamento o una retromarcia. Rappresenta il percorso di sentimento e di pensiero di centinaia di migliaia di persone che seguono con angoscia e realismo politico quanto avviene nel Nord Africa e ora, con tanta cruenza e terrore,in Libia.
Venerdì 18 Marzo, il Governatore della Puglia, aveva espresso un OK all’Onu ma cautela sull’opzione militare con queste parole:«Dobbiamo lavorare per impedire il massacro dei civili in Libia, ma dobbiamo anche evitare che in Libia si replichino copioni tragici, che hanno visto soluzioni militari precipitare in pericolosi e terribili pantani”. Un consenso alla no-fly per impedire il massacro di civili a Bengasi ed altre città, sottolineando « Dobbiamo impedire che Gheddafi completi la sua macelleria civile ma dobbiamo anche vigilare con cautela che l’opzione militare non si trasformi in qualcosa di imprevedibile. Serve davvero infinita saggezza da parte di tutti».
Poi, si è aperta la gara, senza coordinamento unificato, a chi spara e sgancia più bombe e missili, per non lasciare il ruolo di protagonista a Sarkozy, alla Francia, finora ai margini del mercato libico per il gas e petrolio. Gli interventi militari “chirurgici” si sono trasformati nell’inizio di quel pantano di morte già visto, missioni di pace che fanno la guerra. Un’ipocrisia denunciata apertamente anche da Giuliano Ferrara che pur afferma che non si può bandire la guerra dalla storia.
Così, domenica 20 marzo, dopo i bombardamenti notturni su Tripoli ed altre città, Nichi Vendola ha denunciato lo snaturamento della messa in opera della deliberazione Onu ed al Direttivo Nazionale di SinistraEcologiaLibertà è stato approvata la sua relazione ed un documento conclusivo, che alleghiamo, con un preciso orientamento strategico “No alle bombe, No a Gheddafi”.
Analogo orientamento è stato espresso da Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace, con la proposta “dieci tesi sull’intervento militare”. Il primo punto di questo documento, che alleghiamo, afferma «Una cosa è la Risoluzione dell’Onu, un’altra è la sua applicazione. Una cosa è difendere i diritti umani. Un’altra è scatenare una guerra».
Allegati
- Il documento nazionale di SEL “No alla guerra e no a Gheddafi” 20-3-11
- Le dieci tesi del Tavolo della Pace 21-3-11
Allegato:
No alla guerra e no a Gheddafi_Sel_20-3-11.doc
Tavola della Pace e dieci tesi_22-3-11.doc
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