Mirafiori futura
“Mirafiori futura diventa il polo del riciclo” così titola la Repubblica l’articolo, del 21-9, di Diego Longhin che racconta e commenta l’incontro del 20 settembre tra Carlo Tavares, ad di Stellantis, con il sindaco di Torino Stefano Lo Russo e con il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio. Tavares sigla il contratto con la Città e la Regione: nuovi investimenti sul cambio delle ibride e per riusare i materiali delle vecchie vetture. Anche in passato, in questi anni del 2000, altri Amministratori delegati hanno presentato obiettivi di potenziamento per Mirafiori, mai però dei dettagli. Tavares ha detto: “ La fabbrica deve diventare compatta, efficiente ed efficace. L’economia circolare è fondamentale per essere sostenibili. Nelle aree liberate portiamo nuove attività, ma resterà dello spazio, ne parleremo con il Comune. I sindacati sono stati informati in seconda battuta dal responsabile delle relazioni industriali.
Scrive Diego Longhin < Carlos Tavares sigla il contratto con Città e Regione, nuovi investimenti sul cambio delle ibride e per riusare i materiali delle vecchie vetture. Come sarà la Mirafiori di domani è scritto nero su bianco. Tra le parti, tra Stellantis e gli enti locali, il Comune di Torino e la Regione Piemonte, si è definito un vero contratto che definisce impegni e passaggi per arrivare alla ridefinizione degli spazi e al riutilizzo di quelli che saranno lasciati liberi. (…) A distanza di quasi vent’anni dal 2005, quando si firmò tra Fiat ed enti locali una prima intesa per promuovere nuove produzioni, liberare spazi (acquistati al tempo dagli enti pubblici) e immaginare una nuova vita per il comprensorio di corso Agnelli, ora si è arrivati ad un nuovo documento di intenti (…) Il presidente della Regione sottolinea: «È un passaggio storico, abbiamo dato la prova della competitività di Torino e del Piemonte».
La produzione dei cambi – Torino diventa uno dei due poli europei dove si produce la nuova trasmissione dedicata alle auto ibride. In particolare alle auto mild hybird e plug-in, quelle che secondo Tavares sono una prima risposta per abbattere del 50% rispetto a quelle con motore tradizionale le emissioni di Co2 dando la possibilità alla classe media di comprare macchine a prezzi accessibili. Si tratta di un cambio di nuova generazione, che andrà a sostituire quello per i motori termici classici, realizzato in collaborazione con Punch Powertrain. (…) L’avvio della produzione è previsto per la seconda metà del 2024. A regime, gli impianti di Mirafiori e Metz, in Francia, saranno fornitori di tutti gli stabilimenti produttivi in Europa con una produzione di 1,2 milioni di pezzi l’anno, equamente divisi, 600 mila a testa, tra i due impianti. Le trasmissione di ultima generazione saranno assemblate su una nuova piattaforme su due linee.
Il polo del riciclo – La grande novità è il polo del riciclo delle vetture. Un hub per l’economia circolare che dovrebbe iniziare l’attività nel 2023: sarà uno dei poli principali a livello europeo della nuova business unit creata con il piano industriale. «Portiamo un progetto nuovo – dice Tavares -, riteniamo che sia un’attività fondamentale per il futuro, a causa della mancanza di materie prime e materiali. È importante riutilizzare i materiali o allungarne la vita, fondamentale per la sostenibilità futura della nostra azienda e dell’ambiente». (…) Tutta l’attività entrerà a regime nel 2025 e dovrebbe occupare 550 persone. Cosa faranno? Rigenerazione dei componenti, ricondizionamento dei veicoli e smaltimento dei veicoli non più ricondizionabili. Saranno rimesse a nuovo per creare questa nuova attività i capannoni del polo dello stampaggio all’interno di Mirafiori Sud. Si partirà dal riuso dei veicoli a motore tradizionale, per poi passare al riuso di quelli elettrici.
E le batterie? Il tema non è stato toccato. Stellantis già prevede di fare un polo per il trattamento delle batterie a fine vita a Termoli, dove costruirà con la joint venture Acc la gigafactory al posto delle meccaniche. Filtra però la possibilità che sia integrata nel polo del riciclo anche la Teksid di Carmagnola, proprio per trattare le batterie a fine vita. Operazioni che possono essere realizzate nella fonderia di proprietà del gruppo automobilistico. Il polo è insomma un work in progress: le attività verranno annunciate di volta in volta. (…)
Le nuove aree. Non è ancora chiaro quanto il polo del riciclo si potrà allargare dentro il comprensorio Sud della fabbrica, quello costruito tra gli anni ’50 e ’60, tra corso Settembrini e via Plava. Probabile che in quello spazio possano trovare casa altre attività. «Alla fine di questo processo continueremo a discutere con la città di Torino e la Regione –dice Tavares – per utilizzare parte delle nostre aree in aree valore aggiunto, dal benessere alla formazione». Lo stabilimento dovrà essere «più compatto ed efficiente», rimarca. «Nelle aree liberate portiamo nuove attività, ma resterà dello spazio. Non lo lasceremo così, vogliamo contribuire a rendere a Torino la vita più piacevole di quanto lo sia già oggi» . (…)
I sindacati si sono dichiarati soddisfatti pur rimarcando tra loro priorità diverse. Vedi articolo allegato.
Andrea Malan in “Persa la sfida dell’auto elettrica “, su Domani, descrive la realtà dell’automotive italiana e torinese con toni ben diversi, lontani dall’ottimismo descritto negli articoli de La Repubblica. Ricorda i negoziati con Intel, i progetti cinesi scomparsi, i vantaggi tedeschi, dalla posizione geografica ai livelli di produzione, compensano anche un costo del lavoro più elevato in Germania. Così inizia < Quando Tesla, nel novembre del 2019, annunciò che avrebbe aperto una fabbrica di auto elettriche in Germania, la scelta sembrò a molti una delle solite idee balzane di Elon Musk, un guanto di sfida gettato in faccia ai rivali tedeschi. A due anni e mezzo di distanza, dopo che dalla fabbrica sono uscite le prime Tesla Model Y per i clienti europei, l’operazione si è rivelata un successo e ha confermato che, nell’attrarre investimenti dall’estero, Berlino ha una marcia in più (…)
Per Gianmarco Giorda, direttore generale dell’associazione della filiera autoveicolistica Anfia, «le dimensioni del mercato tedesco e la sua centralità geografica giocano sicuramente un ruolo. Per gli investitori extraeuropei sono molto importanti anche la stabilità delle regole e una burocrazia non troppo complessa, due fattori su cui l’Italia non ha purtroppo colmato uno svantaggio che dura da decenni». L’attrattività della Germania è ancora maggiore se si guarda all’industria dell’auto, in particolare nel passaggio alla mobilità elettrica. La filiera autoveicolistica ha in Germania dimensioni non paragonabili a nessun altro paese europeo: nel 2021 ha prodotto (dati Acea) quasi 3 milioni di auto sui circa 10 milioni totali della Ue; la produzione di auto e camion dà lavoro a oltre 900mila persone su un totale Ue di 2,6 milioni, contro le circa 170mila dell’Italia. Ciò comporta una base di aziende e di competenze ampia e diversificata. Non è un caso che le aziende tedesche siano i principali clienti anche per l’export di componenti per auto prodotti in Italia. (…)
Le case tedesche hanno investito tutte molto sulle nuove tecnologie, da Volkswagen a Bmw a Mercedes Benz, e dispongono di gamme di prodotti diversificate. L’Italia, grazie alle scelte strategiche della gestione Marchionne in Fiat-Fca, ha accumulato un forte ritardo che ora sta cercando di recuperare dopo la fusione in Stellantis….
Lavoro al 10 per cento – Tutti questi vantaggi sono più che sufficienti alla Germania per compensare un costo del lavoro più elevato, tanto più che il fattore lavoro pesa al massimo per il 10 per cento sul costo finale di un’automobile. Gli incentivi pubblici non sono determinanti. Da un lato, all’interno della Ue sono vincolati da un quadro normativo; dall’altro, rappresentano ormai un “chip” inevitabile da mettere sul piatto per poter competere. (…) Un esempio: Stellantis ha annunciato che creerà tramite la joint venture Acc: tre fabbriche di batterie in Germania, Francia e Italia. Acc riceverà complessivamente 1,3 miliardi da Germania, Francia e Ue per i primi due investimenti; l’Italia contribuirà al terzo – la ristrutturazione della fabbrica ex Fca di motori di Termoli – con una cifra stimata in 370 milioni di euro. Per ora nel nostro paese l’unico investimento concreto di grandi dimensioni è proprio quello annunciato da Stellantis nelle batterie, che vedrà la riconversione della fabbrica di motori di Termoli a partire dal 2024.
Martedì, 20 settembre, a Torino Carlos Tavares, amministratore delegato, ha promesso per Mirafiori la produzione di cambi per vetture ibride su cui non sono state fornite valutazioni di impatto occupazionale e l’avvio di un «hub per l’economia circolare», comprendente rigenerazione di componenti, ricondizionamento e smantellamento di veicoli, che a regime dovrebbe impiegare 550 lavoratori. Senza includere il riciclo di batterie, suggerito dai sindacati. Uno dei problemi è che in Italia si producono poche automobili. Il calo della produzione è una delle cause principali dell’esodo di aziende straniere che avevano investito qui. Guardando al futuro e nel caso specifico delle batterie, 400-500mila auto prodotte l’anno si possono tranquillamente rifornire con due fabbriche al massimo. È difficile poi immaginare che qualcuno venga a produrre batterie in Italia con un costo dell’energia più elevato della media Ue per esportarle nel resto d’Europa. (…) >,
In allegato potete leggere i due articoli integrali che contengono altre interessanti notizie e commenti. Altro interessante articolo correlato “Il modello Sochaux sarà trasferito a Melfi” di Diego Longhin.
Un nostro commento e alcune domande – Carlos Tavares ha dichiarato nella conferenza stampa di preferire “.. .non dare dati sulle assunzioni per Mirafiori”, ha detto che i progetti industriali non sono ancora definiti… E’ come dire “..dipende dal mercato” come ci sentiamo ripetere da tempo. Ma il mercato non è forse determinato dalle scelte delle aziende, delle grandi multinazionali, come Stellantis? Nulla da dire da parte dei sindacati? Neppure per essere retrocessi di livello per quanto riguarda le relazioni sindacali? Quali sono le caratteristiche delle nuove destinazione d’uso di aree di Mirafiori concordate dalle istituzioni (Comune e Regione) con Carlos Tavares? Pensiamo che sia tempo di pensare ad un processo di unità sindacale per contare di più in Stellantis, nelle relazioni sindacali e verso le istituzioni.
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