MANIFESTAZIONI, PIAZZE PIENE, SCIOPERI UNITARI E NON CI DANNO RETTA! – perchè? –

Una lenzuolata di priorità è come non averne! E non ci ascoltano – Non ci ascoltano, non ci danno retta! Questa l’accusa dei sindacati, dei segretari generali, rivolta unitariamente al governo. Inascoltati nonostante la primavera sindacale sia stata caratterizzata da una programmazione di riuscite manifestazioni nazionali unitarie, nelle tradizionali piazze di Roma. Sabato 8 giugno, in P.zza del Popolo a Roma è toccato ai lavoratori del pubblico impiego per il rinnovo dei contratti scaduti da molto tempo e con lo slogan “il futuro è servizi pubblici”. La settimana prima si sono ritrovati in decine di migliaia i pensionati, in P.zza San Giovanni, e giorni prima ancora i dipendenti delle imprese di pulizia  con animati presidi. L’8 Maggio le  categorie dell’agroalimentare avevano manifestato in P.zza della Verità, e venerdì 11 marzo le categorie degli edili, con uno sciopero nazionale unitario, avevano dato vita ad una grande manifestazione in P.zza del Popolo. 

Questa grande mobilitazione unitaria non ha finora prodotto risultati tangibili.

I media definiscono le gerarchie delle notizie e dei totoli assegnando più valore al rincorrersi mediatico tra Salvini e Di Maio, concedendo limitatissimi spazi all’informazione sulle richieste e mobilitazioni unitarie dei sindacati. Più il sindacato rinserra unitariamente le file e più si restringe lo spazio mediatico. E’ casuale tutto ciò?

E venerdì 14 giugno tocca ai metalmeccanici, con lo sciopero nazionale, e con tre manifestazioni a Milano, Firenze e Napoli per chiedere al governo e alle im­prese di mettere al centro della politica economica e sociale: il lavo­ro, i salari, i diritti. L’ulti­mo sciopero nazionale unitario della categoria risale al giugno 2016  e favorì la conclusione unitaria del CCNL nel novembre successivo.

Poi seguirà la mobilitazione Cgil-Cisl-Uil  per sabato 22 giugno a Reggio Calabria per rilanciare le politiche per il mezzogiorno, da dove sarà scandito un ultimatum al governo con la previsione,  se nulla cambierà, di uno sciopero generale Cgi-Cisl-Uil in autunno.

L'ul­timo sciopero generale unitario confederale risale alle 3 ore (criticate perché a “babbo morto”)  contro la rifor­ma Fornero e il decreto Salva Italia del 12 dicembre 2011, mentre quello precedente sette anni prima nel 2004, con il go­verno Berlusconi.

Manchiamo di capacità di farci ascoltare oltre le mura sindacali? Abbiamo pochi rapporti nelle città e sul territorio? Una lenzuolata di priorità come risultano essere le nostre piattaforme determinano l’effetto della genericità, quindi di non averne o non saperne indicare alcuna! E certamente necessario articolare le richieste in più punti ma per farci capire che agiamo per l’interesse del paese, dei cittadini e non solo per la categoria che si mobilita dobbiamo saper indicare alcuni punti che risultano convincenti alla gran parte dei lavoratori e dei cittadini, ovvero che siano d’impatto popolare e di verifica.

Facciamo tre esempi. 

1 – Tra le categorie più amate e stimate del pubblico impiego c’è certamente quella dei Vigili del Fuoco, che da anni non hanno organici, stipendi e aggiornamento tecnico e professionale adeguati, sono addirittura ancora privi dell’INAIL. Ascoltate questo video  https://www.facebook.com/rassegna.it/videos/404208076847100/  Può essere emblematicamente una priorità bandiera!

2 – Quota 100 senza assunzioni contemporanee di medici e infermieri significa sistema sanitario pubblico al minimo del funzionamento quindi ancora più lunghe code per le liste d'attesa. Quindi  ricorso (per chi ha risorse finanziarie) al settore privato e ai liberi professionisti. Aumentano così le diseguaglianze sociali sui diritti esigibili per la salute. Questo ragionamento vale per più settori del pubblico impiego ma quello della salute è un’altra priorità bandiera!

3 – Pensionati e giovani? Collegamento tra generazioni? In P.zza San Giovanni, il primo giugno, erano molti i pensionati con le bandiere della Cgil, della Cisl e della Uil ma pochissimi i giovani, non visibili, che invece erano a decine di migliaia in occasione del tradizionale concertone del Primo Maggio, promosso unitariamente dalle Confederazioni! La musica li unisce, li mobilia e la piattaforma intergenerazionale sulle pensioni e welfare no? La musica è credibile e la piattaforma no?

Se leggiamo il commento  del segretario generale della Fnp Gigi Bonfanti e l'articolo di Carlo Forte  su Il Dubbio (v.allegati) , se visitiamo il sito della stessa federazione  dove capeggia un imperativo slogan……si può comprendere perchè i giovani siano assenti dalle iniziative dei sindacati: al di là delle parole retoriche, avvertono che  il futuro delle loro pensioni non è una vera priorità, ma un punto complementare se non residuale, delle richieste confederali.

I giovani sperimentano nella quotidianità che la priorità delle priorità deve essere quella di porre un rimedio alla loro precarietà e scarsità di guadagno e di lavoro, che si trasformeranno tra anni in pensioni poverissime!  Perchè allora non farne una priorità bandiera? Così i giovani li potremo ritrovare nelle mobilitazioni del sindacato…….e non solo per ascoltare musica e ballare al Concertone !

Priorità bandiera,  da diffondere con messaggi e spot a ripetizione, non solo sui luoghi di lavoro, ma nelle città e sul territorio, facendo seguire fatti (esempio: presidi intercategoriali presso le sedi dei Vigili del Fuoco, degli Ospedali e Ambulatori, dell'Inps) che scuotano l’attenzione e conquistino  consenso tra i cittadini, risalendo così nell’attenzione dei media …. e a seguire del governo!

Pensiamo ad aggiustare “il tiro”  e troveremo più ascolto dalle controparti e più seguito nel paese.

Sullo sciopero del 14 giugno dei metalmeccanici aprire i file con l'intervista a Marco Bentivogli di Luca Mazza su L'Avvenire e della Lettera di Annamaria Furlan al direttore de Il Foglio.

Allegato:
pensionati_il_governo_deve_darci_retta_bonfanti.doc
ora_dateci_retta_conte_il_dubbio.pdf
il_governo_mortifica_il_lavoro_bentivogli_avv.doc
lettera_al_direttore_de_il_foglio_furlan.doc

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