Lettera aperta alla Cisl

Carissime/i, in occasione dell’Assemblea Organizzativa della Cisl – del 5-6 dicembre – in qualità di iscritti e/o di aderenti all’associazione “Prendere Parola”, vogliamo manifestare pubblicamente la nostra opinione su una serie di questioni che riguardano la nostra organizzazione che ci destano preoccupazioni e contrarietà. Con questa lettera vogliamo esplicitare in modo chiaro e franco e forse scomodo il pensiero della nostra associazione. Abbiamo colto all’interno dell’Organizzazione il circolare di un malessere diffuso tra iscritti, militante ed ex dirigenti, molte volte accompagnata dall’abbandono. Crescono coloro che lasciano l’adesione al nostro sindacato in silenzio o confidandosi con ristretti amici, per rispetto dovuto alla storia collettiva, all’impegno personale, per gratitudine per quanto ricevuto e riguardo per quanto hanno potuto dare.

Crediamo che questo sentimento non riguardi solo la Cisl ma che investa tutte le grandi organizzazioni quando si indebolisce la democrazia interna e si concentrano le decisioni sui gruppi dirigenti su temi importanti come il rapporto interconfederale, il confronto istituzionale, la definizione delle proposte e l’assunzione delle decisioni.

Vorremmo concentrare le nostre osservazioni critiche su alcuni punti:

UNITA’ SINDACALE

Eravamo convinti che con l’attenuarsi dello scontro ideologico si potesse aprire un nuovo percorso per costruire nel pluralismo l’unità del movimento sindacale confederale di CISL, CGIL, UIL. Con rammarico dobbiamo constare che così non è stato e che purtroppo non è nelle prospettive, ma questo non è positivo per le lavoratrici e per i lavoratori che ne avrebbero bisogno oggi, in questa epoca segnata da un grave e pesante disordine mondiale che altererà le linee dello sviluppo mondiale e che produrrà ricadute economiche anche sul nostro paese.

Si tratta di agire per una transizione ecologica che incida su:

Buoni amici…anche se i risultati sono stati scarsi!
  • processi di transizione dalla società ad egemonia industriale a quella digitale e finanziaria che modificherà le forme del lavoro e i poteri in esso che rischiano di erodere e impedire i processi di avanzamento delle classi lavoratrici e di emancipazione dei ceti più poveri;
  • la realizzazione di politiche di salvaguardia della terra. Il mondo e l’umanità sono approdati a un punto estremamente delicato e pericoloso che rischia di mettere in discussione la stessa sopravvivenza della specie umana. Lo stesso Papa Francesco nel messaggio letto a Dubai dal Card. Parolin ha detto che l’ora è urgente e che bisogna agire da subito per frenare “deliri di onnipotenza” e “avidità senza limiti” e salvare l’umanità. Noi sappiamo che agire in questa direzione non sarà facile e richiederà una modifica degli stili di vita introdotti da una cultura consumistica. A nostro parere il sindacato deve schierarsi per evitare che il prezzo sia pagato dai più poveri e da lavoratori e lavoratrici.
  • Contro le guerre e a favore della pace e del disarmo, spingendo e mobilitandosi perché le attuali spese militari siano orientate verso interventi sociali e lo sradicamento della povertà che sta crescendo anche nel nostro Paese. La Cisl non può, come purtroppo è stato in questi mesi, avere un atteggiamento equidistante.

Sono questi i temi che più di altri, pur importanti, che a nostro parere esigono una forte iniziativa della CISL. Si tratta di rispondere a una chiara esigenza e proporre la realizzazione di quel sindacato nuovo che stava nel cuore dei nostri padri fondatori: pluralista e autonomo.

MOVIMENTO SINDACALE E QUADRO POLITICO

La CISL ha fatto dell’autonomia e della soggettività politica del sindacato il suo riferimento fondativo, di valore e di ispirazione etica. Questo principio non gli consente di schierarsi con qualsiasi forza politica, anzi esige che le stesse siano rispettate e oggetto di confronto. Siamo per una democrazia pluralista in cui i corpi intermedi siano parte dell’esercizio democratico e pertanto capaci di confrontarsi e dialogare con tutte le forze e con tutti i governi. E’ attraverso questa visione che abbiamo giudicato e giudichiamo negativi gli elogi che recentemente sono stati espressi nei confronti del ministro Salvini.

LA LEGGE SULLA PARTECIPAZIONE

Abbiamo seguito con attenzione l’iniziativa dell’organizzazione sulla partecipazione dei lavoratori, un tema che fa parte della nostra storia, ma non possiamo rilevare alcuni aspetti critici presenti nell’iniziativa:

  1. Utilizzo dello strumento dell’iniziativa di legge popolare senza sia stata preceduta da un dibattito diffuso tra gli iscritti nelle aziende e nei territori. Il mancato confronto con le parti imprenditoriali e le altre organizzazioni confederali
  2. Ci è sembrata una iniziativa autoreferenziale, inoltre rileviamo che la Cisl associa 4.082.o56 persone e che le firme raccolte sono state 375.266 poco più del 9 % degli iscritti. Ci sembrano pochine. Mette anche in luce che i 36.841 dirigenti Cisl a tempo pieno (Segreterie, delegati, operatori) sono stati promotori di una raccolta media di poco più di 10 firme a testa. Nessuna riflessione? E non crediamo che il successo dell’iniziativa sia dato dalla generica adesione della premier Meloni e dalla firma del Ministro Salvini.

INOLTRE, SEGNALIAMO UN COMPORTAMENTO CHE DISORIENTA

La parola è il primo gradino dell’uguaglianza
  • Il 25 novembre in P.zza SS. APOSTOLI il segretario generale Sbarra con voce roboante ripropone tutte le richieste presentate con le piattaforme sindacali unitarie nei confronti del Governo, e sulla riforma fiscale sottolinea la necessità di una patrimoniale, poi, con ben altro tono, il 28 novembre al termine dell’incontro con il governo, dove purtroppo si è ottenuto poco sull’insieme delle richieste e una promessa di parziale modifica dell’art. 33 della legge finanziaria (ottenuta dai sindacati autonomi dei medici con la dichiarazione dello sciopero per il 5 Dicembre), dichiara alla stampa che l’incontro è stato “molto importante sia sul merito sia sul metodo, anche come segno di rispetto dopo le mobilitazioni e le manifestazioni”.
  • Ben poco è stato ottenuto sul terreno salariale in difesa dell’inflazione che rimane alta e che finirà per erodere quel poco ottenuto attraverso il rincaro costante e permanente del costo della vita, dell’energia, dei mutui. Eppure, ci si è limitati a dire che ci sono molte luci e poche ombre nella manovra. Certamente le persone, le lavoratrici, i lavoratori e i pensionati sono costretti a fare i conti con le TANTE ombre e le poche luci.

La Cisl confederale, come ha più volte dichiarato il segretario generale, ha assunto come strategia a sostegno delle rivendicazioni lo stare seduti al tavolo, qualsiasi sia il governo. Lo stare seduti al tavolo negoziale è sempre rientrato nella logica cislina ma quando lo stare seduti produce avanzamenti della trattativa. Quando invece il confronto abbandona la logica della trattativa, che per essere tale deve essere certificata da scritture, ma diviene una comunicazione governativa, un mero “atto di cortesia” delle relazioni, accettare questa logica e restare seduti, a nostro parere significa, magari inconsciamente, adeguarsi alla logica della controparte.

Noi crediamo che la Cisl debba liberarsi da questa imbrigliatura recuperando l’unità d’azione con CGIL e UIL e lanciare una grande iniziativa di assemblee nei luoghi di lavoro e nei territori ridando fiato alla democrazia sindacale come prescrive l’art. 6 dello statuto della Cisl.

Un cordiale saluto e buon lavoro

Per l’Associazione PRENDERE PAROLA

Savino Pezzotta

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