L’avvertimento di von der Leyen
Un paio di frasi state “scartate” dalla resocontistica ufficiale degli Stati Generali, hanno avuto invece gran rilievo sulla stampa tedesca.
La presidente della Commissione, intervenendo agli Stati Generali, ha esordito in italiano con la frase “L’Europa s’è desta..”, ha proseguito sottolineando la filosofia dell’intervento da 750 miliardi di euro che sta patrocinando. E fissa tre priorità precise che latitano nel nostro dibattito pubblico. Quando si ripartiranno i fondi Eu nessuno potrà dire di aver frainteso, anche se siamo gli specialisti della rimozione. L’Italia non è ancora desta?
Flavia Perina su Linkiesta rimarca due richiami sottovalutati da gran parte dei media italian. Il primo riguarda la svolta senza precedenti compiuta dall’Europa con il Recovery Fund e i motivi per cui è stata decisa. Il secondo ricorda le priorità specifiche indicate all’Italia,
Il primo riguarda la svolta senza precedenti compiuta dall’Europa con il Recovery Fund e i motivi per cui è stata decisa: «Noi, l’Unione Europea – dice la presidente della Commissione – stiamo per la prima volta prendendo in prestito denaro dai nostri figli. Quindi i nostri investimenti di oggi devono portare frutti ai nostri figli. Non prenderemo in prestito denaro dai nostri figli, come talvolta facevano i nostri Stati membri, solo per spendere di più di oggi». Su questo la politica italiana è alquanto distratta e la destra di Salvini e Meloni particolarmente “ottusa”.
L’altro passaggio del video-messaggio, ripreso con gran risalto dai quotidiani tedeschi, riguarda le priorità indicate all’Italia, che finiscon col perdersi nel gran libro dei sogni e dei troppi indefiniti ambiziosi progetti degli attori del dibattito pubblico, e sono concentrate su tre cose molto pratiche, enunciate con precisione:
- la riduzione della burocrazia,
- l’impegno per l’occupazione dei giovani e delle donne,
- le «misure contro l’impatto della criminalità organizzata nel settore pubblico».
Carlo Cottarelli in “Il tempo è scaduto” su La Repubblica riprende i punti e scrive: (…) Dobbiamo ricordare (…) che l’erogazione sarà regolata da un principio del tutto logico e condivisibile: si prendono a prestito soldi in comune, si decide insieme come utilizzarli. (…) Per aver accesso alle risorse i Paesi dovranno presentare dei piani dettagliati su come utilizzare i fondi, con obiettivi precisi da raggiungere entro scadenze precise in termini di riforme e di investimenti (…) sappiamo che si tratta: investimenti per infrastrutture, soprattutto verdi e sostenibili, spese per digitalizzare l’Italia, per rafforzare pubblica istruzione e ricerca, per rendere più efficiente la pubblica amministrazione in generale e l’amministrazione della giustizia in particolare. Tutte cose condivisibili
L’ultima copertina dell’Espresso lamenta che agli Stati Generali di Giuseppe Conte si nota l’assenza dei giovani e dei precari, i soggetti destinati ad allargare – con la crisi ingigantita dal Covid 19 – la fascia di povertà di milioni di cittadini se non si definiscono rapidamente progetti esecutivi, pronti al finanziamento Eu, e tra questi progetti un “ambizioso”piano – prendiamo a prestito il ripetuto aggettivo del premier Conte – per potenziare il Servizio Civile Universale dei 43.000 attuali a 200-300.000.