LAVORO NEL GUANDALOG – Fim Nazionale – globalmondo 6/4/11

La crisi finanziaria ha colpito duramente il mercato cinese e ha fatto sì che i disoccupati raggiungessero i tre milioni, che quasi 20mila fabbriche chiudessero e che il tasso di crescita economica scendesse del 20%. Soprattutto,molte aziende non rispettano le regole internazionali sulle condizioni del lavoro. E’ quanto emerge dai dati, presentati oggi dalla Fim Cisl, dell’Indagine sulle condizioni di lavoro di 16 multinazionali metalmeccaniche italiane o fornitrici di imprese italiane della regione del Guangdong (Cina). L’Indagine e’ nata su iniziativa della Fim Cisl, dell’Iscos (Istituto di Cooperazione allo sviluppo della Cisl) e dell’Ico (Institute of Contemporary Observation), un istituto di ricerca cinese.  ”Sulla base dell’Indagine risulta evidente come in Cina lavorare e vivere in condizioni dignitose rimanga ancora poco più di un sogno per la maggioranza dei lavoratori. Molte aziende non rispettano ne’ i principi degli Standard Internazionali del Lavoro ne’ le Linee Guida dell’Ocse", commenta Gianni Alioti, Responsabile dell’Ufficio Internazionale Fim Cisl.

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Cina, Salari bassi e diritti negati (Sole 24 ore).pdf

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