LAVORO, EUROBOND, TASSE TRANSAZIONI – S.Cofferati – Italia & Eu –
Sergio Cofferati ha rilasciato una lunga intervista a Radio Articolo1, poi ripresa da rassegna.it, nella quale parla di fatti (disoccupazione, necessità di accumulazione per politiche keynesiane in Europa, di inflazione, di Eurobond, di tassa sulle transazioni finanziarie) ripercorrendo la propria biografia. Dall’epoca della Pirelli (1969), poi dirigente sindacale, sindaco di Bologna, quindi deputato europeo. Ricorda cose certamente utili ancora per l’oggi. Un esempio tra i tanti, la difficile situazione per l’Italia del 1992.
Cofferati ricorda: “ Nell'estate del 1992 – ricostruisce Cofferati – noi [avevamo] un debito altissimo che continuava a crescere, un'inflazione superiore al 20%. Il presidente del Consiglio dell'epoca, Giuliano Amato, propose alle parti sociali, per frenare il rischio del crollo e comunque questa fase difficilissima dell'economia italiana, un accordo dolorosissimo, che conteneva il blocco delle pensioni, il blocco dei salari, la tassa sui depositi bancari. Firmammo quell'accordo e Bruno Trentin, che non aveva il mandato formale della sua organizzazione, con grandissimo senso di responsabilità il giorno dopo si dimise. Poi convincemmo Bruno a ritornare a svolgere il suo ruolo di segretario generale della Cgil. Ma nel mese di agosto la speculazione sulla lira non si arrestò e Carlo Azeglio Ciampi, che era governatore della Banca d'Italia, fu costretto a bruciare una quantità enorme di risorse per difendere la moneta. Non fu sufficiente, nel settembre del '92 la lira venne svalutata del 30%, svalutazione che colpì ancora le persone che già avevano pagato il prezzo del blocco delle pensioni o del blocco dei salari. Soltanto la politica dei redditi concordata l'anno successivo, con l'accordo di luglio, con Carlo Azeglio Ciampi diventato nel frattempo presidente del Consiglio, permise di rovesciare questa situazione”.
Cofferati prosegue con valutazioni su quel tipo di politica dei redditi dell’era Ciampi e su come avvenne l’ingresso dell’Italia nell’euro, quando la Germania diffidava su questo fatto e preferiva mantenere a riferimento delle monete europee il suo stabilizzato marco.
Allegato
- Intervista di Sergio Cofferati da www.rassegna.it del 30-4-2014
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