La seconda “porcata” di Calderoli

La legge elettorale n.270/2005 – in vigore fino al 2013 – è comunemente nota come Legge Calderoli o Porcellum, così soprannominata nel linguaggio politico. Fu l’allora ministro per le riforme istituzionali Roberto Calderoli a promuovere tale definizione quando commentò dopo pochi mesi quella legge, da lui scritta,  come  “una porcata”  nel corso di un’intervista televisiva condotta da Enrico Mentana. La  Corte Costituzionale dichiarò incostituzionale il Porcellum solamente nel dicembre 2013 considerando illegittimi sia il premio di maggioranza senza soglia sia le liste bloccate che non consentivano di esprimere una preferenza. Quella legge è stata definitivamente abrogata in seguito all’entrata in vigore della legge vigente, dal 2017, nota come Rasatellum. https://it.wikipedia.org/wiki/Legge_Calderoli

Il ministro Calderoli si è vantato di aver impiegato pochi mesi per capire quella “porcata”, ironizzando sul fatto che la Corte Costituzionale arrivò 8 anni dopo! Auspichiamo vivamente che il ministro Calderoli migliori il suo record per accorgersi della sua seconda “porcata”! In attesa acceleriamo la raccolta delle firme per l’abrogazione di questa pessima e pericolosa legge sull’Autonomia differenziata. Il Segretario generale della Cisl Luigi Sbarra ha dichiarato che questo referendum abrogativo è un’iniziativa inutile (vedi in allegato l’intervista del 24 luglio a Panorama). La pensiamo ben diversamente! Nella Cisl si discute molto poco, si tengono in serbo i pensieri critici, e molto probabile che siano molti gli iscritti che non concordano con le parole di Luigi Sbarra, e molti di loro potranno esprimere liberamente il loro pensiero con un’adesione al quesito referendario on line. . L’Associazione Prendere parola e il suo presidente Savino Pezzotta hanno aderito a livello nazionale al Comitato promotore, vedi link https://sindacalmente.org/content/perche-abrogare-lautonomia-differenziata/. Riproducimo il testo del Comitato per l’abrogazione della legge..

La Legge sull’autonomia differenziata va abrogata perché spaccherà l’Italia in tante piccole patrie, aumenterà i divari territoriali e peggiorerà le già insopportabili diseguaglianze sociali, a danno di tutta la collettività e, in particolare, di lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, giovani e donne.

DIVIDE IL PAESE E DANNEGGIA SIA IL SUD CHE IL NORD

L’autonomia differenziata spacca l’Italia in tante piccole patrie, condannando il Paese all’irrilevanza politica ed economica, anche a livello europeo. E questo non è un problema solo del Mezzogiorno, ma anche del sistema produttivo del centro-nord.

IMPOVERISCE IL LAVORO

Mette in discussione il contratto collettivo nazionale, che rappresenta un pilastro dell’unità e della coesione del Paese, per rispolverare le gabbie salariali che determinerebbero un ulteriore impoverimento dei salari.

COMPROMETTE LE POLITICHE AMBIENTALI

Rendendo impossibile un efficace contrasto al cambiamento climatico e la conversione ecologica del nostro sistema produttivo.

COLPISCE L’ISTRUZIONE E LA SANITÀ PUBBLICA

Regionalizzando la scuola, infligge un colpo mortale alla stessa identità culturale dell’Italia. Difendiamo il diritto di studentesse e studenti a una scuola pubblica, nazionale, aperta al mondo. Regionalizza e frammenta la legislazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro, alimentando una competizione territoriale al ribasso sulla pelle di lavoratrici e lavoratori.

SMANTELLA IL WELFARE UNIVERSALISTICO

Lasciando il “residuo fiscale” alle Regioni più ricche, priva il welfare pubblico e universalistico di risorse fondamentali per garantire i diritti sociali a tutte le cittadine e i cittadini.

PENALIZZA I COMUNI E LE AREE INTERNE

COMPLICA LA VITA ALLE IMPRESE

FRENA LO SVILUPPO

Sottrae totalmente allo Stato la competenza su materie strategiche: politiche energetiche, reti e infrastrutture, telecomunicazioni, porti e aeroporti, trasporti, ricerca scientifica, ambiente, cultura, rapporti con l’Ue, commercio con l’estero, protezione civile, previdenza complementare e integrativa, etc., pregiudicando le prospettive dell’intero sistema economico nazionale.

Firma contro l’Autonomia differenziata- Puoi firmare direttamente online usando il tuo SPID o CIE (carta d’identità elettronica) o CNS (tessera sanitaria). Clicca sul pulsante sottostante!

FIRMA http://referendumautonomiadifferenziata.com/

Come effettuare la firma
  1. Clicca sul link e accedi con lo SPID, la CIE o la CNS
  2. Scorri l’elenco delle iniziative (terza videata)e clicca su “Contro l’autonomia differenziata. Una firma per l’Italia unita, libera, giusta” (il numero dell’iniziativa è 500020)
  3. Premi su sostieni iniziativa, clicca su continua e nuovamente su sostieni iniziativa
1 commento
  1. Rodolfo Vialba
    Rodolfo Vialba dice:

    Sbarra, da Segretario Generale della CISL, può sostenere l’inutilità del referendum contro la legge sull’Autonomia Differenziata, ma non c’è alcun dubbio che, da iscritto alla CISL, non condivido la posizione di Sbarra, anzi, non solo voterò “SI” al referendum ma sono anche impegnato per la raccolta firme e la riuscita del referendum.

    Rispondi

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