LA SALUTE SI CONTRATTA? NO DICE IL GIP – A.Serafino – Ilva,ambiente,territorio

La salute si contratta? No dice il Gip di Taranto Patrizia Todisco. Il Tribunale del Riesame rende note (il 20 agosto)  le motivazioni della conferma del sequestro delle sei aree e degli arresti per otto dirigenti (vedi testo allegato di 173 cartelle).  Negli anni 70 quando si consolidò un forte potere di contrattazione e di partecipazione dei lavoratori si coniò lo slogano “la salute non si vende” per segnare la svolta con il periodo precedente in cui nei principali stabilimenti italiani si contrattavano le paghe di posto anziché le norme di prevenzione e tutela della salute con conseguenti modifiche alla organizzazione del lavoro. Nella vicenda dell’Ilva sono venute alla luce le arretratezze del sistema industriale italiano (mancate innovazioni tecnologiche) e la sclerosi delle organizzazioni sindacali nel difendere la salute di chi lavora e degli abitanti che sono inquinati da fumi e scarichi. E qui i sindacati metalmeccanici non paghi del disastro strategico messo in atto ala Fiat sono riusciti ancora a dividersi ( le motivazioni si trovano sempre). I manager dell’Ilva ( subentrati a Riva e suoi collaboratori in arresti domiciliari) non hanno potuto occultare uno spaccato dell’Italia industriale vecchia che  funziona a scapito della salute di chi lavora ed abita nei dintorni, che non rinuncia a corrompere chi dovrebbe operare super partes con le perizie di accertamento. Tutto ciò in barba alle leggi di mercato ed alle privatizzazioni ( il centro siderurgico di taranto fu privatizzato nel 1995) che dovrebbero essere nel pensiero liberista un toccasana. E si tratta della più grande acciaieria europea (150 milioni di mq, 12.000 occupati, 21 milioni di tonn di materie prime impiegate). Già come lo era anni fa lo stabilimento di Mirafiori a Torino per l’auto. Sono venuti a galla problemi ben più gravi e reali (sui mancati investimenti) di quanto si è voluto far credere con la retorica sull’articolo 18, causa di immaginari mali per il tessuto industriale del nostro paese.

“La salute non si regala” fu il controcanto di arguti operai napoletani quando si accorsero della retorica sindacale che non andava a parare da nessuna parte ( né con innovazioni determinanti per salvaguardare la salute psico-fisica, tantomeno per l’ambiente esterno) e non portava neppure compensazioni sulle vecchie paghe di posto.

La salute si contratta allora? No, così ha sentenziato un coraggioso gip di Taranto ( Patrizia Todisco) che agendo controcorrente (anche rispetto sindacati e lavoratori) ha firmato il 26 luglio scorso il sequestro dell’intera area « a caldo» disponendo la custodia cautelare (arresti domiciliari) per il patron storico del gruppo (Emilio Riva) ed altri sette alti dirigenti. I reati contestati sono tra i più gravi in tema ambientale e difesa della salute: disastro ed inquinamento ambientale provocando patologie e decessi. fatti certificati dalla Procura.

Le reazioni sono state vivacissime, la città si è divisa come il paese. La questione è arrivata al Consiglio dei ministri che ha varato un decreto di bonifica ambientale per le aree di Taranto,sbloccando 336 milioni. Il punto più controverso del provvedimento del sequestro dei sei impianti delle aree a caldo riguarda il blocco della produzione con effetti a cascata in tutti gli altri stabilimenti italiani. ( vedi l’articolo “l’Ilva tra operaismo ed ambientalismo?” su questo sito dell’8 agosto).

Il Tribunale del Riesame ( 8 agosto) aveva confermato il provvedimento del Gip Patrizia Todisco ma non il blocco della produzione. Allora il Gip ha emesso una nuova ordinanza confermando il blocco produttivo e la sostituzione del garante per gli interventi di risanamento e bonifica  (Bruno Ferrante presidente del Cda Ilva, dopo le dimissioni di Nicola Riva) per “evidenti conflitti d’interessi”.

Le polemiche sono salite di tono, i sindacati si sono divisi, tre ministri si sono presentati a Taranto e nonostante il giorno infelice per la scaramanzia ( venerdì 17 agosto) hanno, come si usa dire in tali difficili situazioni “trovato la quadra” come è stata riassunta dalle dichiarazioni del ministro dell’Ambiente Clini ( vedi allegato) riportando al centro la ridefinizione ( entro il 30 settembre) di una nuova Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia) che si avvalga delle migliori tecnologie europee ( come prescrivono le direttive Eu). L’Ilva si è impegnata ad investire 146 milioni ( 56 milioni  in più di dieci giorni fa) per sicurezza ed ambiente. Nel percorso per la definizione della nuova Aia si potrebbe ben inserire l’iniziativa unitaria dei sindacati metalmeccanici ritrovando così unità indicando precisi interventi sugli impianti e per la prevenzione.

Ricordiamo che non c'è solo Taranto, anche in altre zone d’Italia ci si ammala per l’inquinamento prodotto dagli stabilimenti industriali. In base al rapporto 2011 dell’Agenzia europea per l’ambiente (Eea) sull'inquinamento prodotto dagli stabilimenti industriali in Europa, più di 60 fabbriche italiane compaiono nella lista dei 622 siti più "tossici" del continente.

Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/ilva-italia-aziende-inquinanti#ixzz247DSsIK5

Per riannodare i temi e comprendere la natura delle polemiche alleghiamo 19 articoli  e vi invitiamo a rileggere quelli dell’8 agosto.

Allegato:
ministro_clini_si_alle_prescrizioni_del_gip_18-8-12.doc
autorizzazione_integrata_ambientale.doc
il_paese_non_puo_perdere_lacciaio_giannino_18-8-12.pdf
con_lo_stop_in_crisi_la_filiera_17-8-12.pdf
un_danno_da_8_miliardi_ilva_altoforno_18-8-12.pdf
chi_e_il_gip_todisco_scheda.doc
autorizzazioni_pilotate_.pdf
verita_sullilva_leone.doc
ilva_intervista_a_landini.doc
intervista_a_farina_unita.pdf
profilo_del_gruppo_riva.pdf
tecnologie_europee_per_ilva_17-8-12_il_sole.pdf
un_piano_in_tre_mosse_17-8-12.pdf
ilva_e_il_ministro_clini_marchetto.doc
oddone_-_iqbal.pdf
il_pane_e_i_veleni_di_taranto_stagliano.doc
il_giudice_e_la_fabbrica_gallino.doc
riesame2_testo_completo_20-8-12.pdf
alcune_parti_del_testo_del_riesame_la_stampa_20-8-12.doc

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *