La recente vicenda alla FIAT di Mirafiori riporta alla ribalta, tra l’altro, dentro il contesto della globalizzazione, l’internazionalismo sindacale. Dopo quattro anni di ricerche e analisi ho discusso, nel 2000, la tesi di dottorato nell’Universitá Federale di Brasília, che ha avuto come tema le dimensioni culturali nei rapporti sindacali tra CGIL-CISL-UIL e CUT-FORÇA SINDICAL brasiliane, nel periodo che va tra il 1968 fino al 1995.
Ho riscritto la tesi lo scorso anno e stò cercando di pubblicarla, avendo come destinatario il pubblico brasiliano. Ma questo studio puó avere un’utilitá anche per il pubblico italiano, e, su suggerimento di Adriano Serafino, invio questa prima rassegna per pubblicare su ‘sindacalmente’, chiedendo ai lettori una comprensione per la difficoltá di scrivere in italiano dopo piú di quaranta anni di vita in Brasile.
La base di questo studio accademico sono i piú di sessanta progetti di cooperazione, realizzati nel periodo analizzato, oltre all’esperienza diretta in questa storia.
Nell’aprile del 1975, dopo 5 anni di lavoro pastorale in Brasile, mi recai a Torino per incontrare sindacalisti che operavano sulla FIAT per comunicare a loro la mia scelta di voler lavorare in una fabbrica Fiat brasiliana e avviare un’esperienza sindacale di base, nel contesto della dittatura militare che reprimeva violentemente il sindacalismo combattivo semi-clandestino, e per costruire un rapporto con la FLM che operava alla FIAT di Torino.
Fui ben accolto. Nel dicembre del 1978, dopo il primo sciopero organizzato dall’opposizione sindacale nelle fabbriche della FIAT di Betim –Brasile – mi incontrai a Roma com Alberto Tridente, segretario nazionale della FLM, e incominciammo un rapporto organico non solo tra i metalmeccanici della FIAT italiana-brasiliana, ma tra il nuovo sindacalismo brasiliano che stava organizzandosi e il sindacalismo italiano.
Vorrei pure sottolineare, in questa introduzione che vi invio ( prima parte), il valore storico della ricerca che ha voluto documentare e analizzare uma esperienza di internazionalismo abbastanza consistente e rappresentativo, che merita essere considerato, al di lá del concordare o no con le analisi e le conclusioni dell’autore. Adriano Sandri
Adriano Sandri è un sindacalista brasiliano, amico di vecchia data di Alberto Tridente, della Fim-Cisl e della ex-Flm. E’ stato più volte in Italia, anche per molti mesi.
Note. Adriano Sandri, veronese classe 1943, formato in Filosofia e Teologia, é migrato per il Brasile nel 1969 dove ha svolto attivitá pastorali – Comunitá Ecclesiali di Base – nel nordeste fino al 1975. Nel 1976 ha incominciato a lavorare alla TEKSID de Betim, organizzando la comissione di fabbrica clandestinamente, e i primi due scioperi (1978 e 1979), dopo di che é stato licenziato dalla FIAT. Ha continuato le attivitá sindacali per costruire la CUT, la centrale sindacale delle sinistre e organizzando la Pastorale Operaia nel Brasile. Nella decada del 1990 ha ripreso la vita accademica, con il ‘mestrado’ in Scienze Politiche e poi il dottorato in Storia delle Relazi oni Internazionali, insegnando nell´Universitá Cattolica di Brasilia, dove é stato licenziato nel 2005 insieme ai suoi colleghi che hanno fondato la Rappresentazione Sindacale dei docenti dell´universitá. Dopo un anno di lavoro come consulente in Educazione dei Diritti Umani nel Ministero dell´Educazione, ha assunto la funzione di coordinatore della fomazione politica del Partito Socialista Brasiliano.
Solamente da qualche mese ha lasciato un impegno di direzione nel sindacato nazionale dei docenti universitari, essendo stato licenziato dall’attività di docente universitario dell`Universitá Cattolica di Brasilia, guarda caso, trenta giorni dopo aver fondato la sezione sindacale.
Dopo aver visitato
www.sindacalmente.org su suggerimento di Tridente, e sollecitato dalla redazione ci ha inviato l’articolo che abbiamo pubblicato sperando in
“uno scambio scambio piú profondo e continuo, riprendendo quello che mi ero proposto di fare nel 1975, quando decisi di lavorare alla FIAT de Betim. Nell´attesa di riuscire a pubblicare la tesi di dottorato sulle relazioni sindacali tra CIGIL-CIS-UIL e CUT- Força Sindical…”
Sandri scrive che il sito gli è “ piaciuto moltissimo”.
Con la lettera inviata a Tridente che alleghiamo Adriano Sandri si pone come un buon punto di collegamento Brasile ed il nostro sito Web. Eccco il testo della lettera:
Ciao, Alberto. Ho letto i risultati del referendum alla Mirafiori sul vostro blog. Il leone ruggisce, ma le pantere nere avanzano.
Ho preso il tuo indirizzo, sul blog, e ho constatato che conosco tutti i responsabili del blog, tranne uno. Ho notato una cosa: siete impegnati in un vasto spettro di tematiche. Peró non avete spazio per una rassegna internazionale.
Tu, in particolare, sei molto attento alle dimensioni internazionali, ma credo che un accompagnamento costante del sindacalismo nel mondo possa essere utile per situare le situazioni locali/nazionali, senza dover ricalcare, come nel caso in questione nella Mirafiori, il sindacalismo USA che sottolineate, giustamente, in questo momento.
La nostra situazione in Brasile, sindacalmente, é pure molto preoccupante, perché non é neppure pensabile un referendum per una questione sindacale: il movimento sindacale non solo non avanza, anzi retrocede sensibilmente. E qui, retrocedere, nella nostra situazione, é molto pesante.
L’ unico aspetto che, congiunturalmente ci soddisfa, é la situazione politica presidenziale, con il PT che permette avanzi economici per i settori piú miserabili e poveri. Ma, con il silenzio sindacale, il che ha da vedere con la questione democratica.
Spero riuscire, economicamente, pubblicare la ricerca e riflessione che ho fatto nella mia tesi di dottoramento, e che ora ho rielaborato per poter pubblicare. Il tema sui rapporti sindacali tra le centrali sindacali italiane e le due brasiliane dell’ultima terza parte dello scorso secolo che é stato oggetto di ricostruzione e analise, mi permette di sollevare interrogazioni sul senso dell’internazionalismo sindacale mondiale e, allo stesso tempo, qu estionare vari principi corporativi che caratterrizzano il nostro sindacalismo ancora molto impostato sul modello fascista italiano.
Aspetto solo riuscire coprire le spese dell’ultima pubblicazione "Socialsimo e Democrazia" che ho recentemente pubblicato dentro il lavoro che sto attualmente svolgendo nel partito socialista brasiliano, per organizzare gruppi tematici sui temi piú prementi nella nostra politica, quali la riforma politica, dell’educazione, salute, tributaria, ecc.
Un saluto a tutta la redazione. Adriano
- In allegato INTENACIONALISMO SINDICAL – Il Sindacato Brasiliano ( Prima parte)
Allegato:
Il sindacalismo brasiliano_Sandri.doc
Che piacere risentirti Adriano. I tuoi aggioramenti sulla situazione sindacale brasiliana sono preziosi. Anche io, da lontano, sento odore di crisi e difficolta° Pesa la non riforma del sistema di relazioni sindacali che Lula non ha potuto modificare per la mancanza di maggioranza all’Assemblea e credo anche per le resistenze di Forza Sindacal e, magari ,di altre confererazioni che non conosco bene. Sarebbe per noi utile avere informazioni su cosa succede nell’ABC e a Betim nelle multinazionali dell’auto. Tieni conto che , mentre in Italia la Fiat presenterà un bilancio in rosso, per quanto riguarda il Brasile è in vece il contrario. E’ l’unico paese dove sta facendo profitti. La tua tesi naturalmente mi interessa molto.
Ciao un abrazo
Toni Ferigo