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IL VOTO IN ITALIA E AUSTRIA – sorprese e alta partecipazione – dati – mappa interattiva Torino –

Grandi sorprese nel voto di domenica 4 dicembre: in Italia e in Austria. Alta la partecipazione dei votanti (65,5 %) per il Referendum costituzionale italiano: vince con imprevisto e grande distacco il NO:19,4 contro 13,4 mil di voti. (allegato, i dati definitivi interattivi per città e regione). Matteo Renzi annuncia nella notte le sue dimissioni (allegato, il testo integrale del suo discorso). In Austria l’europeista Alexander Van der Bellen ha vinto, a sorpresa, il “ballottaggio bis” delle presidenziali austriache, aumentando il distacco sul rivale ultranazionalista Norbert Hofer. (v. allegato)

Nelle prossime ore e giorni inseriremo in progress articoli su questi due grandi eventi, che per essere compresi sarà ben necessario, per lo meno, di abbandonare due categorie d'interpretazione utilizzate impropriamente oltre ogni ragionevole limite: antipolitica e populismo. Negli ultimi tempi la critica a chi governa (sia a chi governa sul piano nazionale o sovranazionale) viene "appiattita" dalla maggioranza degli analisti e commentatori politici, dai media di principale diffusione, sui due fenomeni sociali sopra richiamati, con la sottovariante de "casta e anti casta". E' tempo di allagare lo sguardo per capire la realtà che ci circonda, per proporre cose credibili e soprattutto prioritarie per poter incidere e modificarla. A maggior ragione partendo dall'Italia.

Per maggior documentazione aprire gli allegati

  • Il discorso di Matteo Renzi delle sue dimissioni_La Stampa
  • Referendum mappa interattiva del voto e affluenza_Il Sole
  • Tutti i referendum dal 1974 info interattivo_Il Sole
  • Il meglio e il peggio del duello elettorale- colte al volo
  • Austria vince a sorpresa europeismo e solidarietà_La Stampa
  • I numeri del No di Franco Astengo
  • I voto a Torino mappa interattiva_La Stampa

Allegato:
il_discorso_di_matteo_renzi_dopo_la_sconfitta.doc
referendum_affluenza_boom_mappa_interattiva_del_voto_il_sole.doc
litalia_tutti_i_referendum_dal_1974.doc
il_meglio_del_peggio_del_duello_referendario.doc
austria_vince_europeismo_e_solidarieta_stampa.doc
i_numeri_del_no_di_franco_astengo.doc
la_mappa_interattiva_del_voto_a_torino_stampa.doc

1 commento
  1. Rodolfo Vialba
    Rodolfo Vialba dice:

    Valutando, a posteriori e con maggiore razionalità, la campagna referendaria sulle modifiche della Costituzione e i risultati del voto che ha visto prevalere il “no” con il 60% dei voti contro il 40% del “sì” è molto difficile dire chi ha vinto. Certamente non ha vinto Salvini, ma neppure Grillo e tanto meno Berlusconi, per non parlare della galassia di Sinistra Italiana e della minoranza del PD che hanno votato “no”. Questo poliedrico schieramento ha rappresentato i 4/5 delle forze e movimenti politici e, dunque, la vittoria del “no” è una vittoria condivisa tra tutti coloro che vi hanno partecipato. Solo il tempo ci dirà se quella che ha vinto è anche una coalizione politica e di governo. Sicuramente Renzi ha perso, ma il 40% dei voti per il “sì” è in un campo un po’ più omogeneo di quello del “no”.
    Questi sono i dati che emergono dal voto referendario e sui social media, oltre ai commenti sul voto, ci sono un’infinità di consigli gratuiti nonché interessati, indicazioni, raccomandazioni, pareri, opinioni, idee, suggerimenti, proposte, sul cosa fare, sul come affrontare e risolvere i problemi politici e di governo creati dall’esito referendario.
    Per carità, in termini democratici tutto pienamente legittimo anche se, con una certa dose di ironia, i destinatari di tali consigli potrebbero citare il vecchio detto “non datemi consigli perché so sbagliare da solo”. Se tutto questo manifestare il proprio pensiero e le proprie idee è democratico, non riescono a comprendere perché Umberto Eco a proposito dei social media abbia detto: “I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. E’ l’invasione degli imbecilli”.
    Visto che Umberto Eco se la prende con gli “imbecilli” suggerisco la lettura di un piccolo libro di Maurizio Ferraris “L’imbecillità è una cosa seria”, Ed. Il Mulino, anche per ricondurre alla reale dimensione la grande massa di costituzionalisti e strateghi della politica, senza escludere chi scrive, che la campagna referendaria prima e l’analisi del voto poi hanno posto in evidenza. Rodolfo Vialba

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