Per decisione della maggioranza di governo, espressasi attraverso i capigruppo, la Camera dei deputati rimarrà chiusa fino al prossimo 14 Dicembre: giorno in cui sarà votata ( o non votata) la fiducia ( o la sfiducia) al Governo. Si tratta di un atto molto grave, sul piano della concezione stessa della democrazia, ben al di là dei calcoli, un pò ragionieristici che oggi compaiono sui giornali sul numero di leggi approvate, dei decreti tramutati.
Si tratta di un atto molto grave, per due motivi:
a) al riguardo di una sorta di concezione "privatistica" del potere da parte della maggioranza di governo, che ritiene – addirittura – di poter disporre dell’agenda della Camera dei Deputati. Si tratta della formazione di un blocco "governo-maggioranza" tipico non tanto quale frutto dei sistemi elettorali maggioritari, ma essenzialmente dei sistemi presidenziali. Varrebbe la pena ricordare ancora una volta come nella Repubblica Italiana sia vigente, in applicazione della Costituzione, un sistema parlamentare. E’ indicativo, al riguardo della concezione dell’agire politico, il via libera dato a questa inopinata "serrata della democrazia" dal Presidente della Camera: indicativa perché ci fa capire come l’idea presidenzialistica sia presente nelle istituzioni, in relazione anche alle prospettive politiche che potrebbero aprirsi nell’eventualità della caduta di questo esecutivo. Prospettive, in questa direzione, molto poco incoraggianti, comunque, per la qualità della nostra democrazia (ed il PD, aggiungiamo una nota d’attualità) dovrebbe interrogarsi parecchio, a questo proposito, su di una idea di governo d’emergenza;
b) esiste una concezione della rappresentatività delle istituzioni dal punto di vista del costituire sede del dibattito politico che appare, davvero, ormai dimenticata. La Camera dei deputati è ormai considerata, evidentemente, un semplice luogo di conta dei voti (elemento questo che deriva naturalmente , prima di tutto, dal sistema elettorale vigente, attraverso il quale i deputati sono "nominati" e non eletti,ed impedisce la piena rappresentanza dell’insieme delle sensibilità politiche presenti nel Paese).
La reazione delle opposizioni c’è stata, ma a mio giudizio insufficiente rispetto alla natura del problema: siamo all’interno di una grave crisi di sistema, che deriva da una concezione della politica di tipo personalistico-presidenzialista che va combattuto a fondo, in tutte le sue espressioni.
Savona, li 2 Dicembre 2010
Sindacalmente
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