GRANDE PROTESTA IN CINA -T.Ferigo – fornitrici Adidas e Nike –
Grande è la Cina ed anche la protesta dei lavoratori. Importante sciopero nel settore delle scarpe Adidas e Nike. Al primo punto non le richieste salariali.
Migliaia di lavoratori sono scesi in sciopero il 5 Aprile nella fabbrica di scarpe sportive Yue Yuen a Dongguan, una città nel sud della Cina. La Yue Yuen di proprietà taiwandese, è una delle più importanti aziende di calzature nel mondo. La maggior fornitrice di multinazionali come Adidas e Nike. In Cina occupa circa 200.000 operai.
Gli scioperi sono proseguiti a fasi alterne sino al 17 di Aprile. Vi sono stati scontri con la polizia, arresti. L’azienda con un comunicato ha avanzato tre proposte alle richieste e posto un ultimatum minacciando sanzioni pesanti. Nonostante la minaccia molti lavoratori continuano l’azione di lotta ma, pare, siano reticenti a nominare un comitato di contrattazione temendo la repressione dei leaders dello sciopero. Sul sito web del sindacato locale di Dongguan è stata annunciata la nomina di 20 sindacalisti del sindacato ufficiale, inclusi due vice presidenti, per assistere alla formazione di un comitato di rappresentanza che possa condurre la trattativa. Anche associazioni di avvocati si sono dette disposte a dare assistenza legale. La questione è esplosiva vista la natura del conflitto.
Per parecchi osservatori si tratta infatti di uno sciopero tra i più importanti della storia recente non solo per la sua dimensione, ma per le rivendicazioni: assicurazione sociale e servizi d’alloggiamento. L’azienda è accusata di non pagare l’assicurazione come previsto dalla legge e di non pagare le indennità per la casa. Il risvolto politico è evidente. L’azienda viola una legge e viene anche messa in discussione la politica dei governi locali.
Il non pagamento dell’assicurazione sociale, sanità, casa, tocca molti lavoratori nelle imprese manifatturiere. Una ong “China labour watch”, ha condotto una inchiesta negli anni passati sulle condizioni di lavoro di circa 400 fabbriche. Una sola rispettava il pagamento regolare previsto per legge.
Le ragioni sono diverse.
Primo: I lavoratori, che devono pagare una quota dell’assicurazione, non sempre sono disposti a farlo. Quando il sistema di protezione sociale fu introdotto, non era prevista la sua trasferibilità tra aziende di provincie diverse. Per esempio, un lavoratore occupato in una fabbrica della provincia di Guangdong non poteva trasferire l’ammontare della sua assicurazione se andava a lavorare nella vicina provincia di Sichuan. Questo disincentivava l’adesione (con pagamento) al sistema assicurativo. Questa norma è stata recentemente eliminata ma ha pesato molto sull’atteggiamento dei lavoratori.
Secondo: I governi locali derogano a volte la legge, permettendo alle imprese nel loro territorio, di non rispettare quanto previsto. Esempio: possono permettere all’azienda di assicurare solo una parte dei lavoratori o farlo solo per un tempo limitato e al di sotto del minimo previsto di contribuzione.
Terzo: L’informazione diffusa è del tutto insufficiente, se non assente del tutto. La conoscenza dei propri diritti da parte dei lavoratori e pertanto minima.
Il fatto che le principali richieste dello sciopero non tocchino questioni salariali ma il pagamento di servizi sociali è pertanto significativo nella sua novità, e può essere un riferimento importante per le migliaia di lavoratori che si trovano in situazioni simili. La conclusione della disputa può costituire inoltre un precedente , oltre a creare tensioni tra sindacati e governi locali. Per l’azienda si tratta di milioni di dollari non versati.
Toni Ferigo
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