I tecno-annunci non risolvono l’eurocrisi. Le proposte di eurobond non bastano a calmare i mercati. Il tour di Monti e le attese sulla Bce. Contrariamente agli auspici della Commissione europea, l’annuncio della possibile introduzione degli Eurobond non è bastato a calmare la crisi del debito della zona euro. La Germania ha fatto pollice verso. Ieri gli spread e i credit default swap di Italia, Francia e Spagna sono tornati a salire. Le Borse europee hanno subito un nuovo tracollo. Moody’s ha messo nuovamente in discussione la tripla A francese: “Costi di finanziamento elevati e persistenti potrebbero accrescere le difficoltà che il governo francese incontra con delle implicazioni di credito negativo”, ha annunciato l’agenzia. Secondo il presidente di Goldman Sachs Asset Management, Jim O’Neill, “non è ovvio che l’Italia possa sopravvivere con tassi di interesse del 6-7 per cento” e “non è ovvio che l'unione monetaria europea possa sopravvivere senza l’Italia”. Insomma, dice O’Neill, la crisi ha raggiunto un punto di svolta: “Devono essere prese molto rapidamente decisioni importanti”.
Il Libro Verde sugli “Stability bond” che la Commissione approverà mercoledì è stato accolto con un “nein” dalla Germania. Non sono “un rimedio miracoloso”, ha detto il portavoce della cancelliera Angela Merkel. Per il ministro delle Finanze, Wolfang Schäuble, gli Eurobond rischiano di disincentivare il risanamento dei paesi in difficoltà: “Dobbiamo prevedere sanzioni per chi non rafforza la politica fiscale”, ha detto Schäuble, “non collettivizzare il debito o fornire assistenza illimitata”. Secondo l’esecutivo comunitario, invece, gli Eurobond “potrebbero rapidamente avere un impatto positivo sull’attuale crisi del debito sovrano”. Ma delle tre opzioni che la Commissione metterà sul tavolo, due richiedono tempi lunghi per la necessità di modificare il trattato: nella prima ipotesi le obbligazioni nazionali sarebbero sostituiti da “Stability bond” emessi dalla zona euro, mentre la seconda prevede una condivisione parziale delle emissioni con garanzie congiunte. Nella terza opzione – l’unica in grado di essere attuata rapidamente – gli Eurobond coprirebbero parzialmente il debito nazionale e ciascun paese dovrebbe garantire la sua quota di euro-debito.
Il presidente del Consiglio, Mario Monti, sembrerebbe pronto a sostenere gli Eurobond nei suoi incontri europei di questa settimana. Oggi sarà accolto dal presidente della Commissione, José Manuel Barroso, e presto vedrà anche Barack Obama, che ieri ha chiamato Monti – ha spiegato il portavoce della Casa Bianca – per esprimergli piena fiducia. Ma si dubita che giovedì a Strasburgo abbia il coraggio di scontrarsi con Angela Merkel sul ruolo della Banca centrale europea. La Bce ha aumentato gli acquisti di titoli di stato di Italia e Spagna. Secondo indiscrezioni, il board della Bce avrebbe fissato un limite di intervento settimanale di 20 miliardi, insufficiente per moderare il balzo dei rendimenti.
La Bce è sempre più sotto pressione per diventare prestatore di ultima istanza dei governi o aumentare gli acquisti di bond. “Abbiamo una scelta spaventosa: o un intervento massiccio della Bce o la catastrofe”, ha spiegato il ministro delle Finanze polacco, Jacek Rostowski, che ha la presidenza di turno dell’Ecofin.
22 novembre 2011 – da Il Foglio
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