FERMARE IL DECLINO, SI PUO’ – A.De Nicola – economia & debito –
Perchè fermareildeclino si può e si deve. Questo testo di Alessanrdro De Nicola è stato pubblicato su L'Espresso del 30 Agosto 2012.
Nelle pieghe dell’estate della crisi, si è infilata la pubblicazione di un Manifesto sottoscritto da sette promotori (area liberal, tra cui Boldrin, Brusco, Giannino, Moro, Stagnaro e Zingales, oltre al sottoscritto) e 250 primi firmatari, esponenti di quella che si suole chiamare la “società civile” (espressione un po’ stucchevole, ma che aiuta a semplificare). Il manifesto si intitola “Fermare il declino” e si articola in un ulteriore decalogo di 10 proposte, sintetiche ma nette.
In buona sostanza, il manifesto parte dalla premessa che, salvo alcune eccezioni individuali, la classe politica emersa nel 1992-1994 ha fallito. Inoltre, constata che in Italia non esiste un’offerta politica adeguata per coloro i quali si richiamino ai principi di merito, concorrenza, trasparenza, mercato, legalità, libera iniziativa e reclamino meno spesa pubblica, meno debito e meno tasse.
Le 10 proposte cercano di indicare percorsi chiari affidandosi anche ai numeri: ridurre la spesa pubblica per un ammontare pari al 6% del PIL in 5 anni e nello stesso periodo le imposte per un valore pari al 5% del PIL, abbattere il debito pubblico attraverso vere dismissioni sia di immobili che di aziende pubbliche, liberalizzare l’economia, sostenere i redditi di chi perde il lavoro e non le imprese decotte e così via (si può consultare tutto sul sito www.fermareildeclino.it).
Immediatamente si sono aperti sul web e sui social network forum di discussione sui quali vengono presentati articoli più sostanziosi e dettagliati dei promotori e dei primi firmatari sui vari temi.
E, sorpresa, nella canicola agostana, Fermare il Declino ha ricevuto circa 20.000 adesioni e altre migliaia e migliaia di follower su facebook e twitter. Non male, per un gruppo di “intellettuali” completamente autofinanziati.L’iniziativa ha alimentato il dibattito politico estivo: dagli editoriali del Corriere della Sera agli articoli dei giornali tradizionali e on line, passando per l’Espresso che ne ha parlato nelle pagine di politica e attraverso un fondo critico di un osservatore acuto come Innocenzo Cipolletta.
Se non ho mal capito, Cipolletta rimprovera tre cose: 1) Non si può dire che ha fallito la classe politica ma gli italiani che l’hanno scelta. Ognuno deve prendersi le sue responsabilità, dove erano i firmatari negli ultimi anni? 2) Non si può fare di ogni erba un fascio se no si alimenta l’antipolitica o oscuri interessi personali; 3) Chi pensa che Monti sia una persona seria deve votare per i partiti che lo hanno sostenuto, chi gli è contrario per chi lo ha osteggiato, altrimenti fondi il suo partito.
A me sembra evidente che la classe politica abbia fallito. Un paese che negli 20 anni ha avuto la crescita media più bassa del mondo, preda della corruzione e dell’evasione fiscale e, in alcune zone del paese, della criminalità organizzata, con una giustizia che funziona malissimo e con investimenti stranieri al minimo deve forse ringraziare chi ha governato? Certo, colpa degli elettori italiani, ma è appunto ora di aprire gli occhi e cambiare pagina. Dove eravamo noi promotori? Lavoravamo sodo e denunciavamo (Luigi Zingales ed io anche da queste pagine) quelle che ci parevano le storture italiane. A prendere i fucili nascosti da Bossi, lo ammetto, non ci abbiamo pensato.
Non facciamo di ogni erba un fascio, e abbiamo scritto che alcune eccezioni individuali ci sono state. Non confondiamo certo Ciampi con Pecoraro Scanio. E allora? Vale quanto detto prima: con l’Italia in queste condizioni, il management deve essere sostituito.
Pensiamo che Monti sia una persona seria, ma non riteniamo (e ovviamente le nostre ricette possono non piacere) che il suo governo abbia fatto abbastanza ed, anzi, sono proprio i partiti che lo sostengono a fungere da freno verso scelte più coraggiose, quindi non si capisce perché appoggiarli. Dovremmo per questo votare Grillo, Vendola o Storace? Non credo proprio, visto che il manifesto denuncia esattamente la mancanza di un’ offerta politica che abbia nel Merito il suo faro. Vuol dire che si deve fare una nuova lista elettorale? Vedremo, per ora quello che ci è chiaro è che fermare il declino si può, anzi, si deve.
Nota – Questo articolo è stato pubblicato sul sito di Oscar Giannino www.chicago-blog.it che ha incentivato 36 commenti che alleghiamo. Su questo tema I liberal discutono, sinistra e sindacati un pò meno.
Vedi anche il secondo allegato con l'articolo "Non sparate sulla politica" di Innocenzo Cipolletta citato da A.De Nicola
Allegato:
36_commenti_allarticolo_di_de_nicola.doc
non_sparate_sulla_politica_cipolletta.doc
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