Disuguaglianze di genere
Disuguaglianze di genere analizzate in tre articoli su L’Espresso n.5 – Gloria Riva in “Figlie di un salario minore”, racconta e documenta come in Italia il lavoro femminile e meno pagato. Una iniquità maggiore di altri paesi. Ma nel piano del governo sono indicati solo i propositi, non i tempi ei costi delle misure. Nelle aziende i premi e gli incentivi sono riservati in grande misura ai lavoratori maschi. Senza motivazione.(…)
Enrico Giovannini in “Donne e giovani a rischio” insiste su “..La grave situazione delle donne (e specialmente delle giovani donne) sul mercato del lavoro è emersa in tutta la sua drammaticità nel 2020 e il 2021 rischia di peggiorare ulteriormente nel momento in cui verrà rimosso il divieto di licenziamento. Nessuno, al momento, è in grado di prevedere cosa accadrà, ma è facile immaginare che, senza provvedimenti compensativi che prendano esplicitamente in considerazione la dimensione di genere, l’aggiustamento occupazionale rischia, ancora una volta, di ricadere soprattutto sulle donne…” <(…)
Maria Cecilia Guerra in “I bonus non bastano” e sottolinea «Abbiamo ragionato molto sul fatto che la difficoltà delle ì donne di accesso al mondo del lavoro è strettamente legata allo 3 squilibrio fra lavoro di cura e professione. Quindi, all’Interno di Next Generation Eu, molto spazio è dato alle infrastrutture. I sociali rivolte a bambini, disabili e anziani non autosufficienti, su cui si investono 4 miliardi, e soprattutto alla costruzione e £ ricostruzione di asili nido, che oggi sono solo un quarto di quelli che servirebbero e a cui sono dedicati altri 3,6 miliardi. La nostra idea è che, costruendo nuovi asili e riqualificando quelli esistenti, raggiungiamo tre obiettivi: liberiamo tempo per le donne, da dedicare al lavoro; creiamo posti di lavoro di qualità; e riduciamo i divari di opportunità di cura ed educazione, che sono alla base dei processi di riproduzione e ampliamento delle disuguaglianze. Questo investimento è accompagnato, in legge di bilancio, dalla creazione di un fondo permanente che quest’anno verrà finanziato con 100 milioni, ma andrà aumentando nei prossimi anni, per diventare di 300 milioni a regime, da destinare ai comuni più in difficoltà sul fronte della prima infanzia, per l’assunzione di educatori ed educatrici e per le spese correnti relative agli asili nido» (…)
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