Dissentiamo dalle scelte Cisl
Tra poche ore concluderemo la raccolta di firme di iscritti e di ex dirigenti Cisl ai vari livelli per manifestare con un appello il nostro dissenso dalle scelte della Cisl odierna, a guida di Luigi Sbarra, che veleggia con rotta a destra, con venti neo corporativi e autoritari. Siamo verso quota 100 adesioni, tra gli altri un ex-segretario generale Cisl, un ex-seg. confederale e due ex-segretari nazionali di categoria. La maggior parte delle adesioni sono di sindacalisti in pensione, e ciò testimonia che tra i 36.841 dirigenti Cisl a pieno tempo e i 4.334 segretari ai vari livelli prevale quel “mudus vivendi” da “chierici laici”, propensi alla genuflessione verso le gerarchie dell’organizzazione.
I 100 firmatari sono da tempo fuori dal contesto delle scelte organizzative e politiche dell’organizzazione – nelle Confederazioni le Federazioni dei pensionati sono dirette e organizzate in modo verticistico, i tesserati sono numeri non sempre equivalenti a soci da far pesare nei Congressi, manca la trasparenza e si creano Fondazioni a latere.
Il nostro fine – come quello di molti iscritti che non hanno possibilità di prendere parola – è quello di far rivivere nella quotidianità lo storico principio della Cisl: ”Il sindacato sarà dei lavoratori o non sarà”, auspicando atti di democrazia diretta per scuotere l’anchilosata democrazia rappresentativa di tante deleghe senza ritorno.
Il nostro appello inizia ricordando che ” La legge di bilancio 2025 in discussione al Parlamento è ben lontana dagli obiettivi qualificanti che la Cisl ha indicato nei suoi congressi, e ancor più di quanto sottolineano iscritti e lavoratori indicando la priorità di potenziare (prevenzione-cura-riabilitazione) il Servizio Sanitario Nazionale e il finanziamento della legge perla non autosufficienza, a fianco delle richieste per salvaguardare il potere d’acquisto eroso dall’inflazione reale – quella del carrello della spesa è più alta di quella delle statistiche e dell’indice IPCA, che non tiene conto dell’inflazione importata, preso a riferimento per la contrattazione – e per sostenere le filiere produttive della manifattura per un’occupazione stabile….”
Si conclude così “...Sollecitiamo un franco confronto che coinvolga Rsu, Rsa, Rsl e iscritti. Oggi mancano le sedi e la volontà politica per farlo. Non desistiamo, il vento prima o poi, cambierà. Intanto prendiamo PAROLA. Se altri seguiranno si può immaginare un futuro dove le tessere sindacali non siano considerate, un numero da far pesare quando si definiscono gli organigrammi, ma soci con “un’anima, un volto e una voce”.
Questo appello è stato promosso a seguito di una discussione nell’ Associazione Prendere Parola presieduta da Savino Pezzotta. Dopo l’invio del testo, entro 24 o 48 ore, alla Segreteria Confederale e alle redazioni dei principali quotidiani pubblicheremo su questo abstract il testo completo con l’elenco dei sottoscrittori.
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