DALLA TRINCEA ALLE SQUADRACCE – M.Dellacqua – recensione –

Dalla trincea alle squadracce. Da dove in Italia è venuto il fascismo destinato a fare scuola in Europa per poi trascinarla in un conflitto memorabile? In quali ombre la “creatura” ha visto la luce? Me lo sono sempre domandato, ma risposte ferme e tranquillizzanti, nessuna. Forse sono tormentato da un'ossessione comparativa fra ieri e oggi: il totalitarismo è un fantasma spaventoso definitivamente dissolto o si è piuttosto saputo rinnovare indossando maschere accattivanti e escogitando trucchi peggiorativi?

Se si pensa – e molti storici lo pensano – che la deflagrazione della “Grande guerra” abbia contrassegnato l'avvio di una novecentesca “guerra dei trent'anni”, diventa fondamentale chiedersi quali energie agitassero l'anima di quei ventenni e quali idee mulinassero nella loro testa prima di muovere le loro gambe ed armare le loro braccia.

Non erano tutti uguali, ma respiravano la stessa aria e Carlo Emilio Gadda era uno di quei giovani. Il suo “Giornale di guerra e di prigionia” con il “Diario di Caporetto”, ripubblicato dalle Edizioni San Paolo cento anni dopo il 1914, aiuta a comprendere l'impasto esplosivo di ardori e di frustrazioni che accompagnò tanti giovani a passare dall'entusiasmo per la trincea e per i “divini momenti del pericolo” (p.353) alla rabbia per la vittoria mutilata che arruolò presto nelle squadracce una gioventù refrattaria alla vita civile. 

Per proseguire l'interessante recension e di Mario Dellacqua aprite l'allegato.

Allegato:
gadda.doc

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *