COSTITUZIONE IRANIZZATA – T.Ferigo – Egitto & globalmondo

Sabato 1 Dicembre è stata presentata al Presidente dell’Egitto Muhammad Morsi la bozza del testo della nuova Costituzione. Il presidente ha annunciato nella stessa occasione la convocazione di un referendum per il 15 Dicembre. Proteste e manifestazioni immediate sono scoppiate in diverse città oltre che al Cairo, mentre circa 200.000 persone, perlopiù provenienti dalle zone rurali, hanno espresso il loro sostegno al Presidente nel vecchio quartiere islamico della capitale. Gruppi della confraternita dei fratelli mussulmani hanno presidiato, domenica 2 dicembre, la sede dell’alta Corte di giustizia nel timore che questa potesse dichiarare illegittima la commissione costituente che ha elaborato la bozza. Per legge il referendum dovrebbe svolgersi con la supervisione dei giudici, ma molti hanno già annunciato la loro indisponibilità.

Nell’opposizione laica (i giovani di piazza Tahir, diverse organizzazioni politiche e associative) è in corso una discussione tra astensionismo e voto NO al referendum.

Sono due i fatti politici centrali nelle critiche al progetto.

La legittimità dell’assemblea costituente uscita da un parlamento dissolto per irregolarità elettorali che contribuirono al successo dei fratelli mussulmani e dell’estrema salafista. L’assemblea, inoltre, ha perduto progressivamente la già discutibile legittimità. Iniziò con 100 membri ma nel giro di breve tempo 22 di questi ( copti, sinistra, liberali e mussulmani centristi ) hanno, uno dopo l’altro, rassegnato le dimissioni.

Alla fine sono stati  78 i membri dell’assemblea che hanno preparato la bozza costituzionale. Uno schiaffo al pluralismo e alla democrazia.

La costituzione da votare è un mix tra la corrente costituzione francese e quelle dell’Afghanistan e dell’Iraq. La proposta conferisce al clero sunnita dell’Università teologica Al Azhar, la prerogativa di interpretare la legge islamica come se facesse parte della costituzione. Un modo per assicurare l’ortodossia religiosa.

La costituente irachena tracciò, nel 2005, una proposta dello stesso tipo, assegnando ai teologi sciiti di Najaf compiti similari. L’articolo fu lasciato cadere dopo la forte  pressione dell’ambasciatore americano di gruppi etnici (Kurdi) e associazioni politiche.

Altra conseguenza dell’applicazione della legge islamica come possibilità costituzionale è di porre lo status personale sotto le sue disposizioni. Molti cittadini non vogliono che le loro vite private siano governate in questo modo. Esempio lampante è la questione dell’eredità per le figlie che in base alla legge coranica dovrebbe essere la metà di quella dei maschi.

Grosso pericolo è che la costituzione possa essere utilizzata da gruppi integralisti per interferire in questioni private come il matrimonio.

Nel 1990 un professore universitario, Nasr Hamid, fu dichiarato apostata dai fondamentalisti per alcuni suoi scritti sull'Islam, i salafisti  manifestarono per imporre il divorzio da sua moglie la prof.essa Younis (una mussulmana non può essere sposata con un non mussulmano). I due fuggirono in Europa. Il governo Mubarak non fece nulla per impedire questo sopruso.

Se fosse approvata la bozza costituzionale la situazione non sarebbe molto diversa. L’art. 10 consente allo stato di intervenire nelle questioni famigliari e l’art. 44 proibisce insulti al profeta Maometto.

Cosa succederebbe se un gruppo islamista accusasse  un intellettuale, un artista , un politico etc..di offesa al profeta o ne contestasse il matrimonio come avvenuto per Nasr Hamid, chi deve giudicare ? L’università Al Azhar !

Sono chiare anche le conseguenze e i pericoli per le libertà d’espressione, di ricerca e di pensiero.

I salafisti potrebbero manifestare accusando ricercatori e autori, di blasfemia o di contraddizione con passi del Corano che essi interpretano letteralmente.

Non è esagerato dire che questa costituzione possa essere un passo nella direzione di “iranizzazione” dell’Egitto.

La forte reazione della società civile, dei giovani, dei democratici fa sperare che questo non avvenga. A loro tutto il sostegno e la solidarietà – servirebbero iniziative di dibattito e di mobilitazione –  di chi li ha ammirati nella loro lotta contro la dittatura.

Toni Ferigo

Allegato – Contestazioni nella Moschea al Cairo

Allegato:
contestazioni_in_moschea_egitto.pdf

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